ANCONA – Nino Benvenuti se n’è andato, la leggenda del pugilato italiano, per tanti anni commentatore televisivo, aveva 87 anni ed era malato da tempo. Era nato ad Isola d’Istria il 26 aprile del 1938 ed è stato tra i migliori pugili di tutti i tempi, un’icona della boxe nazionale e internazionale.
Nino Benvenuti è stato campione olimpico a Roma nel 1960 nei pesi welter e campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970, epoca in cui i suoi confronti con Emile Griffith fecero la storia non solo dello sport ma anche della società dell’Italia di quei tempi. Benvenuti vinse 82 incontri da professionista, di cui 35 per ko.
Lo ricorda l’ex presidente del comitato regionale Marche della Federpugilato per sedici anni consecutivi, l’anconetano Gabriele Fradeani: «Lo avevamo visto negli anni scorsi ad Ancona agli incontri di Michele Focosi, conosceva bene Miro Riga, ma lo conoscevo bene anch’io, eravamo amici, in questo senso, perché veniva spesso lo chiamavamo perché facesse l’uomo immagine durante alcuni incontri di Pugilato. Veniva spesso nelle Marche. Era sempre molto gentile, parlava bene in pubblico, era una persona di tutto rispetto anche nella vita di tutti i giorni, non solo per i risultati agonistici incredibili che aveva ottenuto.
Una grande perdita per il pugilato e per tutto lo sport nazionale. Nel pugilato italiano nessuno ha fatto più di lui, perché ha vinto tutto quando il pugilato era pugilato e c’erano solo otto categorie. Indimenticabile il suo incontro con Griffith al Madison Square Garden (nel 1968, ndr)».
Anche Andrea Carloni, giornalista e presidente Ussi Marche, commenta la sua morte attraverso i suoi social: «Addio a Nino Benvenuti, leggenda del pugilato mondiale. Lo vidi combattere dal vivo a Roma, contro Rodriguez, quando avevo solo 11 anni. Poi lo incontrai tante altre volte, a Porto Recanati e ad Ancona, venuto a commentare con Mario Mattioli, un Campionato Italiano di Michele Focosi. Ciao Nino, grazie per le notti insonni nei tuoi incontri americani e per le forti emozioni che ci hai regalato!».