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Rincari, tra inflazione e psicosi scatta l’assalto ai supermercati – VIDEO

La guerra in Ucraina con il clima di incertezza e i rincari stanno spingendo molti ad una corsa all'acquisto nei supermercati, in preda ad una sorta di psicosi, già vista agli inizi della pandemia

ANCONA – Mentre l’esecutivo si appresta a varare un nuovo pacchetto di misure per contrastare i rincari energetici, non si allenta la tensione sui mercati internazionali e i listini dei prezzi continuano il trend al rialzo. Dal gas ai carburanti, dall’energia elettrica alla farina, dall’olio di semi ai mangimi animali, dai concimi ai metalli, la scia dei rincari si propaga con effetto domino.

La pandemia prima, con le chiusure imposte per limitare la circolazione del virus, ed ora la guerra in Ucraina, con le sanzioni e il blocco dell’import-export, hanno creato un clima di incertezza e una congiuntura che frena la ripresa economica, mettendo in difficoltà attività ed imprese. L’inflazione segna un +5,7% su base annua, un aumento che non si registrava dal 1995 (dato Osservatorio Nazionale Federconsumatori).

A crescere più di tutti è la benzina che segna un +42%, seguita da luce e gas (+36%), frutta e ortaggi freschi (+28%), carne e uova (+21%), pane e pasta (+10%). Beni primari i cui rincari pesano sulle tasche delle famiglie, tanto che secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori l’aggravio annuo per una famiglia media italiana, composta da 2 adulti e 2 figli, ammonta al 13,7% in più rispetto allo scorso anno.

Il trend del prezzo del carburante e del riscaldamento

I rincari e il timore di una possibile espansione del conflitto bellico stanno spingendo alcune famiglie a fare scorte di generi alimentari nel timore anche di una ulteriore impennata dei prezzi, tanto che in alcuni market è corsa all’accaparramento di farina, olio, acqua, pasta, zucchero e scatolame vario. Una psicosi che svuota gli scaffali, come era già successo anche nella prima fase della pandemia, quella del lockdown.

Anche se i prodotti non mancano, negli scaffali si vedono i primi “buchi” specie per quanto riguarda i cibi a lunga conservazione e l’olio di semi, che arriva soprattutto dall’Ucraina, ma alcuni punti vendita ne hanno contingentato l’acquisto a pochi pezzi. Scenari surreali solo fino ad un paio di anni fa.

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