Ancona-Osimo

Le Marche prime in Italia per economia sommersa: l’allarme della Cgil

È quanto è emerso ad Ancona nel corso dell'assemblea generale regionale. Presente anche il vicesegretario nazionale Vincenzo Colla: «La bolla di povertà continua ad allargarsi»

ANCONA – Le Marche prime per economia sommersa. È uno dei dati che sono emersi nel corso dell’Assemblea Generale regionale della Cgil che si è svolta oggi, 31 ottobre, ad Ancona. Presenti la segretaria generale Daniela Barbaresi e il vicesegretario generale Vincenzo Colla.

Dal vertice Cgil emerge una Regione, le Marche, dove si registra una «forte recrudescenza della crisi economica» confermata dai dati Istat, così come il «la crescita della disoccupazione e del ricorso agli ammortizzatori sociali», evidenzia Daniela Barbaresi.

«È necessaria una riflessione sulle prospettive di sviluppo di questo territorio – prosegue –  dove diminuiscono i redditi e, come mostrano i dati del Mef (ministero Economia e Finanze), l’economia sommersa nelle Marche ha un peso sul valore aggiunto pari al 15,4%, superiore rispetto alla media nazionale (13,8%) e delle regioni del Centro (14,2%)». Economia sommersa che include anche quella illegale.

Proprio in queste settimane il Governo sta intervenendo con la manovra finanziaria sull’uso della moneta elettronica per combattere l’evasione fiscale: «Occorre focalizzare l’attenzione su questo tema» sottolinea la segretaria generale Cgil Marche, «serve un intervento drastico da parte del Governo. Alcune azioni le ha già messe in campo, ma occorre essere molto drastici perché con la tracciabilità dei pagamenti si può fare un’operazione importante di contrasto all’evasione, al lavoro irregolare e all’economia sommersa. Bisogna lavorare in questa direzione e con coraggio».

Poi Barbaresi ha posto l’accento anche sulla necessità di rilanciare la contrattazione in una ottica inclusiva per riunificare il mondo del lavoro, ormai disgregato, fatto di appalti e subappalti, di lavoro precario e somministrato, dove spesso i lavoratori della stessa azienda hanno contratti e quindi diritti e tutele diverse.

«A tal proposito abbiamo lanciato un documento nazionale declinato a livello locale ,”Il lavoro si Fa strada”, per lavorare in direzione di una contrattazione aziendale, sociale e territoriale insieme ad amministratori, Comuni e Regioni».

Daniela Barbaresi e Vincenzo Colla

Il vicesegretario nazionale Vincenzo Colla ha parlato di «una bolla di povertà che in Italia continua ad allargarsi e in quella bolla i lavoratori si scontrano fra loro». Al Governo chiediamo investimenti e lo sblocco delle risorse. Abbiamo un Pil piatto, se non sblocchiamo gli investimenti non può reggere nessun Governo perché non può reggere il Paese». Colla ha posto l’accento sulla necessità di giustizia sociale e di redistribuire la ricchezza «su chi continua a pagare le tasse, i dipendenti e i pensionati. Non si può mettere a regime forfettario un paese al 15% quando solo i lavoratori pagano l’Irpef». Secondo il vicesegretario nazionale ridistribuendo la ricchezza si risollevano i consumi.

Poi ha spiegato che in Italia ci sono 3 milioni di persone non autosufficienti invocando un intervento da parte dello Stato. Sul fronte Europeo ha dichiarato che «l’Italia deve stare in rete con gli altri paesi: se la Germania prende un raffreddore noi rischiamo di prendere una polmonite perché le nostre produzioni le dobbiamo vendere agli altri. Ora – conclude – abbiamo i contratti nazionali da rinnovare, servono clausole sociali su salario e appalti».

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