Ancona-Osimo

Via libera alla legge per la rivitalizzazione dei borghi. Acquaroli: «Sguardo concreto al patrimonio della nostra identità»

Il provvedimento, approvato ieri dal Consiglio regionale all'unanimità, potrà contare su 7,8 milioni di euro di risorse regionali per promuovere investimenti che possano rendere i borghi più attrattivi, vivibili, sicuri e accoglienti, oltre che per rivitalizzarne il tessuto socio-culturale ed economico-produttivo

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Il castello di Gradara

ANCONA – Via libera unanime dal Consiglio regionale alla legge per la rivitalizzazione dei borghi e dei centri storici ad iniziativa della maggioranza. La Regione mette sul tavolo 7,8 milioni di euro per promuovere investimenti che possano rendere i borghi più attrattivi, vivibili, sicuri e accoglienti, oltre che per rivitalizzarne il tessuto socio-culturale ed economico-produttivo.

L’esame era iniziato il 27 ottobre, ma su proposta del presidente Acquaroli, era stato posticipato ad oggi per coinvolgere le forze politiche e raggiungere una convergenza ampia. Le opposizioni hanno contribuito al provvedimento con alcuni emendamenti.

Tra gli obiettivi del provvedimento, lo sviluppo del turismo diffuso e sostenibile, la transizione al digitale di questi territori, lo sviluppo delle attività economiche, di beni e attività culturali, di politiche attive del lavoro e il sostegno alla creazione d’impresa e alla promozione della filiera agricola e alimentare, incluso il bio. Tre linee strategiche su cui si fonda: il “Borgo accogliente”, l'”Albergo diffuso” e le “Residenze diffuse”. 

Un provvedimento che va ad integrare e mettere in rete ambiti diversi, come turismo, cultura, commercio, artigianato artistico, agricoltura, mondo imprenditoriale, politiche attive del lavoro, reti telematiche fino all’edilizia per la conservazione degli immobili nei centri storici che potranno essere riconvertiti in albergo diffuso, ovvero in strutture ricettive alberghiere aperte al pubblico, che diano ospitalità ai turisti, anche in due o più stabili separati, purché ubicati nel perimetro dello stesso borgo storico e centro storico.

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

«È una legge importante per il nostro territorio – ha dichiarato in Aula prima del voto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, che detiene la delega al Turismo – , perché rivolge uno sguardo concreto a tutti quei luoghi che rappresentano un patrimonio fondamentale della nostra identità ma che stanno vivendo una fase di difficoltà».

Fra queste il governatore ha citato anche difficoltà «di stili di vita, che hanno determinato lo spostamento della popolazione verso nuove aree urbane con maggiore potenzialità infrastrutturali, penalizzando le aree interne: proprio le aree che rappresentano e racchiudono quello che è il patrimonio secolare, millenario, della nostra cultura e identità. L’impegno deve essere quello di offrire una nuova fase di vita a questi territori. Non è un’operazione facile, perché la legge presuppone poi un importante lavoro per trasmettere fiducia e credibilità a questo progetto di rilancio delle aree interne, dei borghi e dei centri storici. Perché le risorse pubbliche, da sole, non basteranno mai. Andranno unite a quelle private e sarà indispensabile creare un circuito sostenuto da azioni forti promosse da ogni singolo ente locale e da tutta la filiera istituzionale».

Attorno al rilancio di questi territori, secondo Acquaroli, va costruita una nuova fase economica e occupazionale e con il provvedimento «inizia un percorso che deve essere sostenuto fattivamente perché l’elemento dirimente è quello politico, inteso come scommessa vincente di tutta la filiera istituzionale, di tutto il mondo associativo ed economico per offrire prospettive concrete di rilancio a quella che è la nostra anima identitaria di riferimento».

La legge prevede la promozione del marchio unico, brand, con l’assegnazione di un “logo distintivo” per l’albergo diffuso. Un provvedimento che oltre alle risorse regionali, beneficerà anche dei fondi europei, ed istituirà un Elenco dei borghi storici delle Marche a cui potranno iscriversi i Comuni o i borghi storici che hanno i requisiti minimi previsti, ovvero una popolazione non superiore a 5.000 abitanti nel borgo storico, anche se appartenenti a Comuni più grandi, una prevalenza di edifici di interesse storico-artistico sull’insieme del costruito, la presenza di attività economiche e commerciali locali e di servizi di potenzialità turistica.

Carlo Ciccioli, capogruppo Fratelli d’Italia

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, ha evidenziato «l’aspetto relativo al potenziamento dell’accoglienza diffusa attraverso l’istituzione della rete regionale dell’albergo diffuso che sarà contraddistinta con l’individuazione di un marchio di rete». ha poi spiegato che con il progetto di Borgo accogliente «si vanno a sostenere interventi integrati di riqualificazione e valorizzazione del borgo presentati da Comuni e loro associazioni, a beneficio di recuperi edilizi e di tutte le attività anche economiche presenti nei borghi».

Con l’Albergo diffuso, si sostengono strutture a carattere ricettivo-turistico-imprenditoriale, «da insediare, sviluppare, riqualificare sia nei borghi che nei centri storici», mentre con la Residenza diffusa si vanno a recuperare e a rendere funzionali «nuclei storici extraurbani e borghi rurali. Una Legge – prosegue Ciccioli – che sarà in grado di rafforzare diversi ambiti economici e dare maggiore slancio al comparto del turismo regionale».

Il gruppo consiliare della Lega

Il capogruppo della Lega, Renzo Marinelli, ha sottolineato che «la tutela dei borghi non è solo un dovere, ma è anche una strategia economica volta a recuperare una parte di quell’economia che abbiamo perso con la crisi legata alle imprese manufatturiere e con il più devastante sisma degli ultimi 300 anni».

Inoltre ha evidenziato il rischio che «decine di migliaia di immobili non siano ricostruiti nonostante i finanziamenti disponibili. Si tratta in gran parte di seconde case che, nel 25% del cratere Marche, il più grande tra le quattro regioni terremotate, oscillano tra il tra il 47 e il 90% del patrimonio immobiliare privato. Puntando su albergo diffuso e digitalizzazione, offriamo ai borghi storici dell’area montana che ha perso la microeconomia indotta dal turismo di ritorno, la possibilità di rilanciare alla grande puntando su economia, residenzialità e turismo dell’esperienza».

Secondo il vicepresidente della Lega, Mirko Bilò, «questo provvedimento rappresenta una grande occasione per le Marche: quella di essere pioniera di un nuovo modello di ospitalità che si fonda su uno stile originale ed esperienziale, in grado di valorizza la cultura del territorio». «I borghi marchigiani sono un lascito della storia che non va solo, doverosamente, tutelato – prosegue -, ma sono talenti che vanno immessi nel circuito economico per sviluppare ricchezza» e, grazie alla legge saranno «un volano per l’economia di questi territori».

Terre ricche di bellezza e tradizioni che, sostiene, hanno permesso «a questi gioielli di conquistare Bandiere Arancioni, Bandiere Verdi e di essere annoverati fra i Borghi Autentici, riconoscimenti che vantano numerosi borghi dell’entroterra, fra i quali Frontino, Gradara, Mondolfo, Morro d’Alba, Offagna, Corinaldo, Montefiore d’Aso, San Ginesio, Offida, alcuni dei luoghi magici che rendono unica la nostra regione e che ne rappresentano una enorme potenzialità, finora mai valorizzata».

Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale Pd

«Condividevamo fin da subito – spiega il consigliere regionale del Pd, Antonio Mastrovincenzo, relatore di minoranza – l’obiettivo di valorizzare dal punto di vista socio-economico i borghi storici, la loro promozione e su questi obiettivi ci ritrovavamo. Avevamo proposto alcune modifiche al testo della proposta di legge e la gran parte di queste sono state accolte: rimane tuttavia una legge che ha uno scarso finanziamento complessivo, ma ci riteniamo soddisfatti e per questo abbiamo votato a favore dopo un buon lavoro svolto sia in commissione, sia in Aula».

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