Ancona-Osimo

Autority, Acquaroli: «Il porto di Ancona è l’unico italiano in gestione ordinaria. Infrastruttura determinante»

Il governatore Francesco Acquaroli a margine della seduta consiliare ha fatto il punto sull'Autority, sulla riapertura delle scuole, entrando nuovamente in polemica sulla gestione pandemica

Francesco Acquaroli

ANCONA – «Se il commissariamento fosse confermato o è confermato come sembra, significa che lasciamo il porto di Ancona in gestione ordinaria, e questo ci fa capire tutto sull’importanza che si dà a questa infrastruttura».
Il governatore Francesco Acquaroli a margine della seduta consiliare di ieri, è intervenuto sulla nomina alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

L’Autority, attualmente è guidata dal 2016 da Rodolfo Giampieri, nominato per Decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, dopo che era già presidente dell’dell’Autorità Portuale di Ancona dal 23 Gennaio 2015. Sulla nomina al vertice dell’Autorità di Sistema Portuale, nelle scorse settimane si erano sollevate alcune polemiche, con prese di posizione da parte di alcuni esponenti del mondo della politica che chiedevano la riconferma di Giampieri, con Pd in testa e l’ex consigliere regionale della Lega, Sandro Zaffiri, mentre l’Udc aveva chiesto una guida marchigiana.

«Credo che sia l’unico porto italiano in gestione ordinaria – ha aggiunto Acquaroli -, in un momento in cui l’infrastruttura porto potrebbe essere determinante per ripartire più velocemente». Il presidente della Regione Marche ha chiarito che «il confronto con il Ministero lo abbiamo, ma bisogna trovare le soluzioni».

«Abbiamo chiesto un profilo importante per una città importante» ha detto, senza scendere nel dettaglio dei nomi sul piatto della bilancia, perché come ha precisato, «ho molto rispetto per tutti quelli che ci mettono la faccia e lavorano seriamente».

Un profilo importante, alla guida dell’Autority, quello chiesto dal governatore, «perché vorremmo vedere il porto di Ancona diventare protagonista dell’Adriatico e del Mediterraneo».

A destra il governatore Francesco Acquaroli, con la dirigente del Servizio Salute Lucia di Furia, il segretario generale Mario Becchetti (a sinistra)

Il presidente della Regione Marche è poi intervenuto sulle strategie di gestione della pandemia adottate dal governo, ribadendo di aver chiesto più volte nel corso della Conferenza Stato Regioni «un filo comune: non tutto dipende da noi, molto dipende dal Cts (ndr. Comitato Tecnico Scientifico) e dal governo nazionale. Vorremmo che la linea adottata non ingeneri confusione – prosegue -, ma dia certezze a famiglie e imprenditori». Insomma «una maggiore linearità».  Non ha espresso invece commenti sulla crisi di governo.

Sulla riapertura delle scuole superiori ha detto «stiamo facendo un lavoro di confronto e c’è disponibilità a valutare la riapertura nell’ultima settimana di gennaio, se l’indice Rt sarà stabilmente sotto a 1 anche questa settimana, e se i numeri dei contagi sintomatici saranno bassi, e le strutture ospedaliere risponderanno ai criteri».

Il governatore ha ricordato che l’ordinanza prevedeva già la possibilità di un rientro a scuola anticipato in caso di miglioramento della curva epidemiologica: «Una socialità più forte è il presupposto della nostra azione politica» ha detto. Infine sul passaggio in zona arancione delle Marche ha chiarito che la regione è finita in questa fascia «non per l’indice Rt, ma per l’alto rischio messo in valutazione prioritaria dal Cts e credo che siamo l’unica regione scivolata in zona arancione per questo criterio».

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