Ancona-Osimo

Marche: dati sull’ambiente positivi. Migliora la qualità dell’aria, acque di balneazione eccellenti

I dati dell'Arpam dipingono un quadro complessivamente buono dove però emergono alcune criticità come i valori dell’ozono nei mesi estivi e l’inquinamento nelle foci dei fiumi Musone, Potenza e Chienti

ANCONA – Migliora la qualità di aria, mare, fiumi, laghi e acque sotterranee nelle Marche, eccellenti le acque di balneazione. Un quadro complessivamente positivo che però presenta anche delle criticità, come i valori dell’ozono nei mesi estivi e l’inquinamento nelle foci dei fiumi Musone, Potenza e Chienti. A dirlo sono i dati sull’ambiente nelle relazioni pluriennali e sulla stagione balneare 2019 pubblicati dall’Arpam, presentati questa mattina a Palazzo Raffaello. Una vera e propria operazione trasparenza per rendere partecipi i marchigiani dello stato di salute della regione.

«Il quadro positivo testimonia una politica regionale ambientale che, seppur non sbandierata ai quattro venti, sta dando risultati. Certo, possiamo migliorare ancora – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Sciapichetti -. Se secondo la Lonely Planet le Marche sono la seconda regione da visitare nel mondo nel 2020 un motivo ci sarà. I dati dell’Arpam rinforzano con il necessario rigore scientifico l’idea che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta».

«Assolviamo ad uno dei nostri principali compiti e cioè quello di comunicare alla popolazione marchigiana la qualità dell’ambiente in cui vivono e operano i cittadini. Lo facciamo garantendo un percorso di qualità e trasparenza nella costruzione del dato, frutto di norme che ne regolano lo svolgimento e grazie alla elevata professionalità dei tecnici dell’Agenzia chiamati a svolgere tali funzioni- spiega Giancarlo Marchetti, direttore generale di Arpa Marche-. Mi impegno sin da ora a garantire una frequenza di informazione dei dati con cadenza annuale in modo tale da rispondere al meglio alle necessità di conoscenza ambientale sia dei cittadini sia della Regione che deve compiere azioni di pianificazione a riguardo».

Giorgio Catenacci, direttore tecnico scientifico dell’Arpam

A presentare in maniera dettagliata i dati Giorgio Catenacci, direttore tecnico scientifico dell’Arpam. Per quanto concerne la qualità dell’aria viene tenuta sotto controllo costantemente nel territorio regionale da 17 stazioni fisse dotate di 93 analizzatori e da un laboratorio mobile che monitorano le concentrazioni dei principali inquinanti 24 ore su 24. Complessivamente nel quadriennio 2015-2018, i risultati sono positivi e nella maggioranza dei casi con trend degli inquinanti in significativa diminuzione rispetto alle serie storiche (PM10, PM2,5 e NO₂ e benzene). Per l’ozono invece risulta una tendenza all’aumento soprattutto nei mesi estivi e nelle stazioni di fondo rurale. Nel corso del 2018 comunque, non sono stati registrati superamenti della soglia di informazione e quindi anche di allarme, in miglioramento rispetto agli anni precedenti.

«Per l’inquinamento dell’aria abbiamo aperti due focus: uno nella zona del porto di Ancona dedicato alla valutazione delle problematiche di inquinamento e sanitarie; l’altro a Falconara per la presenza di siti industriali – riferisce il dott. Catenacci -. Con il Comune di Falconara abbiamo sviluppando l’app Odor.Net, nel capoluogo dorico c’è invece il progetto del Comune coordinato dal prof. Bonifazi. In riferimento al PIA (Progetto Inquinamento Ancona), tra Ancona e Falconara, da luglio abbiamo messo in campo 35 analizzatori di polveri appesi ai pali della luce delle due città: 22 ad Ancona e 13 a Falconara».

Giancarlo Marchetti, direttore generale di Arpa Marche e l'assessore regionale all'ambiente, Angelo Sciapichetti
Giancarlo Marchetti, direttore generale di Arpa Marche e l’assessore regionale all’ambiente, Angelo Sciapichetti

La qualità delle acque di balneazione nel 2019 è invece eccellente. Nei 173 chilometri della costa marchigiana, sono 242 i punti di prelievo sui quali l’ARPAM ha effettuato i propri controlli, a cui si aggiungono i 9 bacini interni balneabili nei territori di Caldarola, Cingoli, Fiastra, Serrapetrona e Ascoli Piceno. Rispetto al 2018 sono 7 i punti che migliorano la classificazione, 11 quelli che hanno registrato un peggioramento (occorre tener conto dell’elevata piovosità del mese di maggio che ha reso più difficile la classificazione dei campioni). Permangono nella classe scarsa, senza variazioni rispetto all’anno precedente, soltanto 9 punti di campionamento ubicati in prossimità della foce dei fiumi Musone, Potenza e Chienti dove le acque, a causa delle precipitazioni mensili superiori alla media degli ultimi 20 anni per la maggior parte del periodo estivo, hanno subito l’apporto di carichi potenzialmente inquinanti.

Un altro report presentato riguarda le acque sotterranee: la rete è costituita da 233 stazioni, di cui 130 pozzi e 103 sorgenti. Sono ad uso idropotabile 183 stazioni, 28 vengono utilizzate prevalentemente per il monitoraggio, 21 sono dedicate ad altri usi (irriguo, famigliare, anti incendio, etc..) ed una per uso industriale. La qualità delle acque sotterranee mostra una condizione generalmente “buona” (83% per un totale di 190 stazioni) nelle aree interne e di montagna, mentre sono presenti alcuni siti con stato chimico “non buono” in aree a maggiore antropizzazione lungo la fascia costiera.

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