Ancona-Osimo

Covid, stop all’obbligo vaccinale per i sanitari. Fimmg: «Misura discutibile». Palladino: «Parzialmente riparatoria»

Divide e fa discutere lo stop all'obbligo della vaccinazione anti-Covid per medici e professioni sanitarie, disposto dal Consiglio del ministri. Ecco le prime reazioni

ANCONA – Da oggi 1 novembre stop all’obbligo vaccinale anti Covid per medici e professioni sanitarie. Lo ha stabilito ieri il Consiglio dei ministri, dopo che nei giorni scorsi si era già ventilata questa direzione, così come il reintegro in servizio dei sanitari sospesi perché non vaccinati. Prorogato invece l’obbligo della mascherina nelle strutture sanitarie come ospedali, Rsa.

Massimo Magi, segretario regionale FIMMG

Una misura che però divide e fa discutere. Parla di «misura discutibile, che attiene più alla valutazione politica e ideologica, piuttosto che scientifica» Massimo Magi, segretario regionale Fimmg Marche. «Siamo usciti dalla fase emergenziale grazie alla vaccinazione – dice – grazie alla scienza e non all’ideologia: se la scienza dovesse lasciarsi contaminare dagli aspetti politici sarebbero guai per tutti. La vaccinazione per i medici più che un obbligo di legge dovrebbe rappresentare un obbligo morale ed etico».

Secondo il segretario Fimmg Marche «specie in questa fase in cui c’è il ritorno dell’influenza stagionale e il virus Covid che ancora circola, la vaccinazione è ancora più importante anche per evitare dubbi diagnostici».

Enzo Palladino, presidente nazionale LaIsa e infermiere sospeso perché non vaccinato, vede il bicchiere mezzo pieno. «È una misura parzialmente riparatoria rispetto a restrizioni basate su principi che hanno fatto a botte con la scienza» dice il sindacalista, tra i convinti sostenitori che il vaccino non protegga dal contagio. «Io sono la testimonianza vivente che in circa 14 mesi di sospensione non mi sono mai ammalato – spiega -. Neanche un po’ di febbre, nessun raffreddore, nessun sintomo influenzale. Cosa che accadeva puntualmente con i vaccini antinfluenzali (sempre fatti). Questo mi ha portato a pensare che non farò mai più né gli uni e né gli altri».

Enzo Palladino, presidente nazionale e regionale Laisa

In vista del reintegro in servizio, dice «tornerò al lavoro con la schiena dritta e a testa alta così come quando sono stato cacciato. Spero che ci saranno al più presto commissioni che possano accertare la verità di quanto accaduto in questi anni che possa essere da guida a politici, studiosi sanitari e, perché no, anche a chi gestisce la giustizia».

«Non sono stato affatto sereno questi due anni – spiega – , ho avuto anche problemi economici. Spero di riprendermi e non vedo l’ora di salutare tanti amici e colleghi che ho lasciato 14 mesi fa, con molti dei quali ci siamo visti o sentiti al telefono».

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