Ancona-Osimo

Cambiamento climatico e olio d’oliva, crolla la produzione: nelle Marche -50%

Tra le aree più penalizzate secondo Coldiretti ci sono quelle dell'entroterra appenninico e quelle collinari, dove la raccolta sarà dimezzata, mentre la fascia costiera ha retto meglio il colpo

ANCONA – Il cambiamento climatico fa crollare la produzione di olio d’oliva e il prezzo rischia di subire una nuova ulteriore impennata. Ad Ancona, secondo l’ultima rilevazione mensile dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (agosto 2023), il prezzo dell’olio extra vergine d’oliva è arrivato a 6.84 euro al litro, a gennaio 2023 non superava i 5.51 euro al litro, mentre ad agosto dell’anno scorso (2022) la quotazione media era di 5.01 euro al litro. Secondo Ismea Mercati invece il prezzo all’ingrosso a settembre 2023 è arrivato a 8,50 euro al litro.

Insomma, in un anno il prezzo dell’olio è cresciuto di più di 2 euro al litro, una stangata sulle tasche delle famiglie, visto che si tratta di un bene di largo consumo. Ma l’onda dei rincari che sta interessando l’olio d’oliva rischia di non arrestarsi, in parte a causa di dinamiche speculatorie del mercato internazionale e in parte a causa del cambiamento climatico che taglia la produzione.

«Nelle Marche quest’anno la produzione di olio d’oliva sarà dimezzata a causa delle abbondanti piogge cadute tra maggio e giugno – dice Adriano Galluzzi, produttore di olio e presidente Agrimercati Coldiretti Ancona – la situazione è a macchia di leopardo: ci saranno produttori che non raccoglieranno niente e altri che raccoglieranno un 50% in meno di olive rispetto all’anno scorso».

Campagna amica Galluzzi al parco di Sirolo

Tra le aree più penalizzate secondo Coldiretti ci sono quelle dell’entroterra appenninico e quelle collinari, mentre la fascia costiera ha retto meglio il colpo e qui il calo di produzione si attesterà attorno al -30%. C’è da dire che la raccolta delle olive inizia generalmente ad ottobre e li si potrà avere una contezza esatta delle perdite subite dalle imprese agricole, ma intanto le prime somme sono già state tirate e mediamente il calo nelle Marche sarà del -50%.

A determinare questo quadro, spiega il produttore, oltre alle piogge di giugno, che hanno fatto cadere i fiori delle piante «è anche il ripetersi negli ultimi anni di inverni miti e senza neve e di primavere uggiose. Il cambiamento climatico non aiuta l’olivicoltura». Accanto a questo c’è anche il problema della mosca olearia che danneggia le olive: «In questo momento è in atto un forte attacco da parte della mosca olearia, ma fortunatamente – spiega – non farà in tempo a compiere danni visto che fra poche settimane inizia la raccolta».

Il prezzo dell’olio d’oliva spiega «è anche influenzato da dinamiche speculatorie, in particolare dalla Spagna, uno dei maggiori produttori mondiali, che però ha terminato le scorte di olio». Il consiglio per risparmiare e acquistare un buon olio è quello di «rivolgersi ai produttori, scegliendo un prodotto di filiera corta» conclude. Il 5 ottobre a San Marcello Coldiretti Marche terrà un convegno in cui farà il punto proprio sulla produzione di olio alla luce del cambiamento climatico.

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