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Maltempo Marche: almeno 9 vittime, 4 dispersi, 2.600 chiamate al 112. Curcio: «Evento maggiore di quello previsto»

Frane e smottamenti. Tante le persone giunte nei diversi ospedali della zona colpita. Il punto sull'emergenza ad Ancona alla presenza di Fabrizio Curcio, capo della protezione civile nazionale

ANCONA – Più 2.600 chiamate al 112. Chiesti rinforzi al numero unico di pronto intervento della Toscana. Frane e smottamenti. Tante le persone giunte nei diversi ospedali della zona colpita: traumi, fratture, ipotermie. Nove al momento il numero delle vittime. Centinaia gli sfollati. Cerreto, Arcevia, Barbara, Trecastelli, Ostra, Sassoferrato e l’alta valle del Misa. L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini snocciola qualche numero dell’emergenza maltempo che si è abbattuta sulle Marche, nella tarda giornata di ieri, 15 settembre e nella notte. Questa mattina, venerdì 16 settembre, nella sede della Protezione civile, palazzo Rossini, ad Ancona, la riunione operativa per fare il punto con Fabrizio Curcio, capo della protezione civile. Presenti, tra gli altri, anche il governatore Francesco Acquaroli, l’assessore Stefano Aguzzi, il prefetto di Ancona Darco Pellos, vertici regionali, vigili del fuoco, vertici delle forze ordine. «Abbiamo chiesto aiuto al 112 della Toscana. Tanti i feriti: persone che si sono fatte male per sfuggire all’impeto dell’acqua, persone in ipotermia perchè rimaste in acqua per diverso tempo e persone che hanno ingerito liquidi. Per alleviare l’ospedale di Senigallia, in parte danneggiato, i feriti trasferiti a Fabriano e Jesi», spiega Saltamartini. Criticità per la viabilità interna nelle zone colpite.

«È abbastanza evidente che l’evento, per come si è manifestato, è stato molto peggiore di quello che era stato previsto», ha detto il capo della protezione civile Fabrizio Curcio. E prosegue: «Ora dobbiamo concentrarci sulle cose da fare adesso. Il tema dell’allertamento sarà da approfondire ma è un dato di fatto che l’evento è stato molto maggiore di quello che era stato inizialmente previsto. Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari – ha spiegato -. È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno, e in alcune aree è caduta il doppio della pioggia che cade in estate. È stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina portando scompiglio e morte».

«Tra vigili del fuoco, strutture delle forze dell’ordine, volontari ed altri ci aggiriamo tra le 600 e le 700 persone che stanno lavorando sul territorio – ha detto Curcio -. Il numero di persone è ingente e la mobilitazione è stata immediata. Siamo disponibili e pronti anche a rafforzare (le presenze, ndr.). Non siamo preoccupati per il numero, perché abbiamo avuto testimonianza da parte di tutte le Regioni per un intervento eventuale e le nostre strutture operative sono pronte, come è avvenuto già questa notte con l’impiego degli elicotteri, che sono stati messi a disposizione dalla Difesa».

«Il consiglio dei ministri sta lavorando alla delibera di dichiarazione dello stato di emergenza – ha detto curcio – , che è stata avviata già nella notte: questo significa che anche lo strumento operativo è immediatamente fungibile e fruibile». Inoltre ha spiegato: «Abbiamo dato disposizione ai sindaci rispetto alle priorità che ci attendono, in primo luogo i dispersi e le persone che sono ancora fuori casa; dopo di che c’è la priorità del ripristino del territorio, rimettere in funzioni le reti di acqua, luce e gas dove sono venute a mancare». Per il capo della Protezione civile regionale è necessario «rimettere in piedi un sistema che vada anche a porre il territorio in una condizione di maggior sicurezza rispetto a come è stato colpito, anche in relazione agli eventi che potrebbero avvenire prossimamente, in quanto ci si aspetta nei prossimi giorni un nuovo peggioramento del tempo e bisogna farsi trovare pronti».

A riunione terminata il capo del dipartimento nazionale della protezione civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e il capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, Laura Lega, sono partiti per effettuare un sopralluogo nelle aree colpite dalla bomba d’acqua, nella zona di Senigallia. «Vogliamo parlare direttamente con i sindaci – ha detto il capo della protezione civile nazionale -, perché è da loro direttamente che riusciamo anche a percepire quelle necessità che già sono emerse nelle riunioni, ma che poi hanno bisogno di un rapporto diretto».

«Lo stato di emergenza è fondamentale perché consente ai sindaci di poter intervenire subito in somma urgenza». Ha detto il governatore Acquaroli, «e poi certamente cercare di capire il numero dei danni per poter intervenire anche sulle imprese, sulla filiera economica e infrastrutturale. Parliamo di danni che ancora non sono conosciuti, per questo è fondamentale la ricognizione che stiamo facendo anche per cercare di capire quelli che sono i danni che non emergono direttamente dai sindaci, ma che possono emergere dalla filiera economica».

In vista della nuova ondata di maltempo, prevista per domani, il presidente Acquaroli ha spiegato «ci stiamo preparando» con «l’allerta e a costituzione di una filiera, cercando, speriamo, di scongiurare un evento come quello di ieri che in alcune parti del territorio è arrivato ad una precipitazione di 400 millimetri d’acqua in pochissime ore. Se pensiamo che di solito in un anno cadono 1.200 millimetri voi capite che parliamo di 400 litri a metro quadrato», una «precipitazione molto, molto grande». Per gli sfollati, «stiamo predisponendo le strutture», ha concluso.

Il governatore ha espresso «cordoglio alle famiglie delle vittime» e ha detto di aver avuto la «vicinanza delle istituzioni nazionali» con la «telefonata del capo dello Stato, del presidente del Consiglio, del ministro Lamorgese e di tutti tanti presidenti di Regione, praticamente tutti, che hanno dato la loro disponibilità a intervenire in nostro supporto».

«Credo che saranno fondamentali le prossime ore per cercare di salvare innanzitutto le vite umane che possono essere salvate, identificando e cercando di capire laddove ci siano ancora dei dispersi e cercando di intervenire nell’emergenza e nell’urgenza, e poi pianificare una strategia per cercare di liberare dalle macerie e da tutto quello che è avvenuto questa notte i centri storici e le strade in tutti i centri interessati, in maniera che si possa tornare a garantire i servizi».

«in questo momento noi dobbiamo intervenire e fare una analisi rispetto a quella che è l’emergenza che dobbiamo mettere in campo – ha risposto a chi gli chiedeva se l’alluvione di Senigallia avesse insegnato qualcosa – . Poi avremo tutto il tempo per cercare di comprendere come sono andate le questioni, ma credo che in questo momento sia fondamentale agire e agire in maniera il più possibile repentina».

Notizia aggiornata alle ore: 13

(Notizia in aggiornamento)

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