Ancona-Osimo

Liomatic di Jesi, presidio dei lavoratori davanti alla Regione

Una delegazione di lavoratori dello stabilimento jesino e di rappresentanti sindacali ha manifestato davanti alla Regione Marche. Liomatic ha annunciato la chiusura dello stabilimento dal 1° marzo

Il presidio dei lavoratori Liomatic davanti alla Regione

ANCONA – Presidio dei lavoratori Liomatic di Jesi e dei rappresentanti sindacali, davanti alla sede della Regione Marche, ad Ancona. Nella giornata di oggi l’incontro con l’assessore regionale con delega al Lavoro Stefano Aguzzi dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento jesino.

Una ulteriore vertenza che va a gravare su un territorio già colpito pesantemente dalla crisi e dalla annunciata chiusura dello stabilimento della Caterpillar.

Un momento del presidio

Gli uffici chiusi con i dipendenti in smart working e le scuole chiuse, hanno messo in crisi l’azienda che gestisce i distributori automatici di bevande e snack, installati in uffici pubblici, imprese, scuole e ospedali. Il calo di fatturato ha spinto l’azienda ad annunciare la chiusura della sede di Jesi alla data del primo marzo, con il trasferimento dei dipendenti nelle sedi di Pesaro, Macerata, Perugia e Arezzo.

Il presidio

40 i lavoratori interessati dalla chiusura in qualità di dipendenti diretti e 10 quelli con partita Iva. «Alla fine di un lungo incontro – afferma Carlo Cotichelli segretario Filcams Cgil Ancona, dopo il vertice con l’azienda e l’assessore Aguzzi -, sebbene le parti siano ancora molto lontane, abbiamo raccolto l’invito della Regione a riprendere le trattative con l’azienda. Il nuovo incontro è stato programmato per il 23 mattina. Per il momento abbiamo sospeso le iniziative di mobilitazione e auspichiamo che l’azienda cambi le proprie posizioni affinché si possa raggiungere una soluzione reale».

Raffaele Barchiesi

Lavoratori con famiglie alle spalle e figli piccoli da crescere che si ritrovano nell’incertezza. Raffaele Barchiesi, uno dei dipendenti Liomatic che si occupa del supporto operativo alla filiale di Jesi, racconta: «Non so ancora il perimetro lavorativo che intendono affidarmi. Ci hanno lasciato con il dubbio su quello che potrà accadere».

Il dipendente dell’azienda spiega che tra i suoi colleghi ci sono persone «con figli piccoli che in un mese si trovano nelle condizioni di dover decidere se affrontare una vita lontano da casa: un nostro collega che ha un figlio piccolo, con meno di un anno d’età, è stato trasferito ad Arezzo».

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