Ancona-Osimo

Leucemie, linfomi e mielomi: a Torrette 50 protocolli sperimentali e la terapia genica. Olivieri: «Dalla Car-T risultati molto buoni»

La clinica di Ancona diretta dal professor Olivieri registra in media 300-350 ricoveri ordinari l'anno, oltre 10mila day hospital e una media di oltre 25mila visite annue

ANCONA – «La speranza di vita e guarigione dei pazienti con leucemia meloide acuta di età compresa tra i 25 e i 60 anni oggi è pari al 45-50% dei casi, mentre vent’anni fa era della metà». A fornire il dato che rende la dimensione dei progressi compiuti dalla ricerca nel campo dei tumori del sangue è il professor Attilio Olivieri, direttore della Clinica di Ematologia dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Ancona.

In occasione della 17esima Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma, il primario evidenzia: «Solo ora cominciamo a vedere guarigioni da queste malattie anche nelle persone tra 70 e 75 anni, quando fino a qualche anno fa era impensabile. Per quanto riguarda i linfomi riusciamo a curare due pazienti su tre, mentre grazie ai farmaci intelligenti la sopravvivenza dei pazienti con leucemie mieloidi acute e croniche è pari al 90% dei casi su 10 anni».

L’ospedale di Torrette è centro regionale di riferimento per il trattamento di leucemie, linfomi e mieloma: la clinica diretta dal professor Olivieri registra in media 300-350 ricoveri ordinari l’anno (per il trattamento di leucemie acute, trapianti e terapia genica con Car-T) e oltre 10mila day hospital (per il trattamento di linfomi e mielomi). Elevati i numeri delle prestazioni ambulatoriali che vedono una media di oltre 25mila visite annue.

«Il nostro centro negli ultimi cinque anni ha visto aumentare di molto il numero dei trapianti allogenici – spiega il primario – e siamo tra i primi 20 centri di riferimento in Italia per numero di trapianti da donatore (circa 30-35 l’anno)». Presso il centro di Torrette dall’anno scorso ha preso avvio la terapia genica Car-T, grazie alla collaborazione con la Fondazione Lorenzo Farinelli, nata dopo la morte del giovane medico anconetano, ucciso da un linfoma, dopo che non era riuscito ad andare negli Stati Uniti per sottoporsi alla terapia sperimentale.

Oggi proprio grazie alla raccolta fondi lanciata da Lorenzo Farinelli, questa terapia estremamente costosa (intorno ai 250-300 mila euro per ogni paziente) può essere somministrata anche nelle Marche. Si tratta di una terapia innovativa in campo onco-ematologico, che permette di offrire una possibilità di cura a pazienti con Linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che non hanno risposto alle terapie convenzionali.

«Abbiamo già trattato 7 pazienti con Car-T – spiega – e contiamo di trattarne altri 10 nel corso dell’anno: i risultati sono molto buoni, i pazienti trattati sono tutti vivi e, tranne uno, hanno tutti una situazione di completa remissione con assenza di sintomi clinici della malattia, che prima del trattamento genico era non trattabile con altre terapie». A Torrette sono attivi anche 50 protocolli sperimentali fra i quali una ventina testano nuovi farmaci.

Tra le sfide, il primario annuncia quella di estendere l’impiego delle Car-T, attualmente ristretto ai soli linfomi, anche al mieloma, l’impiego di nuovi anticorpi monoclonali, in grado di stimolare la risposta immunitaria al tumore, e nuove modalità di trapianto per pazienti anziani per i quali finora era escluso. Poi i nuovi farmaci intelligenti in grado di colpire in maniera selettiva il tumore senza creare tossicità alle cellule sane.

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