Ancona-Osimo

Legambiente compie 40 anni. Pulcini: «Vita, economia e società: necessario un nuovo modello»

L'associazione ambientalista traccia una linea sugli obiettivi raggiunti, le vertenze ancora in campo e le prossime sfide nelle Marche. Previsto per il 24 maggio, Giornata Europea dei parchi, un convegno online

Gruppo Protezione civile Beni culturali

ANCONA – Il 20 maggio Legambiente festeggia il suo 40esimo compleanno e il 24 maggio celebra la Giornata Europea dei parchi. Spegnendo le candeline, l’associazione ambientalista fa il punto sulle battaglie fondamentali portate avanti in questi anni nelle Marche e pone quesiti alla politica regionale e comunale del territorio, per una ripartenza post coronavirus all’altezza della sfida ai cambiamenti climatici.

Francesca Pulcini

Per Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, «oggi il drammatico stop imposto dall’emergenza Coronavirus deve rappresentare un’occasione per guardare a fondo quello che non stava funzionando e avere il coraggio di cambiare e migliorare lo stato complessivo del nostro Paese, a partire dalle azioni quotidiane che ogni cittadino può e deve mettere in campo. In questa fase 2, ci appelliamo alla politica affinché punti con coraggio e convinzione su un nuovo modello che tenga insieme qualità della vita, sana economia e coesione sociale. Per far ciò, è indispensabile un impegno da parte di tutti, sindaci, Regione, cittadini e portatori di interessi, consapevoli che sono necessari provvedimenti che mettano al centro le città, l’Appennino e la tutela dell’ambiente, perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire».

Tra le battaglie portate avanti da Legambiente nelle Marche, ci sono sicuramente quelle per la salvaguardia della biodiversità e per le aree protette. Era il 7 ottobre 1984 quando una grande marcia a sostegno del verde e del Parco del Conero vide scendere in strada tantissimi cittadini e associazioni che si sono battuti affinché quell’area diventasse bene comune. Legambiente negli anni ha continuato a lottare per la difesa del patrimonio naturale e si è continuata a battere anche per l’istituzione delle aree marine protette previste dalla legge.

«Nonostante i tanti appelli e le tante iniziative – spiega Francesca Pulcini – la situazione dei parchi terrestri è andata via via peggiorando nel corso degli ultimi anni, tra mancanza di risorse e di obiettivi politici, e le aree marine protette sono ferme al palo. Chiediamo quindi alla politica regionale e comunale quali azioni sono previste a sostegno del mondo dei parchi e quando finalmente si potranno vedere istituite le aree marine protette».

In occasione dei 40 anni dell’associazione e della Giornata Europea dei Parchi nella quale si ricorda l’istituzione del primo parco europeo in Svezia nel 1909, la presidente di Legambiente Marche annuncia che «abbiamo deciso di organizzare un convegno online il 24 maggio. I parchi e le aree protette rappresentano un unicum straordinario di biodiversità, natura, cultura, paesaggio, agricoltura bio ed economia verde. Negli ultimi anni, invece, i parchi regionali sono stati lasciati ad un isolamento geografico e politico che ne ha indebolito la forza e le capacità di portare benessere e benefici all’ecosistema, come facevano un tempo. Attraverso questo convegno intendiamo ricordare e lanciare nuove proposte su quale sia la possibile strada da percorrere per restituire pregio e potenzialità all’intero sistema verde regionale».

Si parlerà del Parco del Conero, di Ripa Bianca, della Riserva naturale Monte San Vicino e Monte Canfaito, della Riserva Naturale Sentina, del parco Monte San Bartolo, del Parco Sasso Simone e Simoncello, della Riserva Naturale Gola del Furlo, del Parco Gola della Rossa e di Frasassi e del Parco dei Monti Sibillini. L’appuntamento è domenica 24 maggio a partire dalle ore 18. Per iscriversi ed assistere al convegno, basta compilare il form online qui di seguito: https://docs.google.com/…/1K4A2A9Uc1UCrm5N5VnOPL-GpvKl…/edit. Tutti coloro che faranno richiesta, verranno ricontattati per partecipare al convegno.

La Alleanza della Associazioni Ambientaliste Marchigiane formata da Club Alpino Italiano Marche, Forum Paesaggio, Italia Nostra, Lega Anti Caccia, Lega Anti Vivisezione, Legambiente, Lupus in Fabula, Federazione Pro Natura, WWF Italia, chiede che «i parchi e le riserve naturali vengano finanziati». Francesca Pulcini spiega che «a breve la Regione Marche procederà al periodico assestamento di bilancio nel quale dovranno trovare spazio ben maggiori finanziamenti per i parchi e le riserve naturali, anche per un necessario incremento delle aree tutelate previste fin dal PPAR del 1997, bloccato da anni propria per la carenza di fondi. Questi fondi dedicati sono diminuiti di molto a partire dal 2015 e dopo cinque anni essi non hanno permesso neanche di attivare quelle necessarie iniziative di tutela attiva, promozione, educazione ai giovani che giustificano l’esistenza dei parchi. Quindi, a maggior ragione, in vicinanza delle prossime elezioni regionali riteniamo che l’amministrazione regionale debba fare ammenda della trascuratezza passata e dimostrare di aver compreso come, dopo il Covid-19, nulla potrà essere uguale a prima».

I rifiuti in plastica trovati dai volontari Legambiente delle Marche durante l'indagine Beach Litter
I rifiuti in plastica trovati dai volontari Legambiente delle Marche durante l’indagine Beach Litter

Un’altra battaglia portata avanti dall’associazione riguarda la lotta ai rifiuti in mare. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “Beach Litter”, che si occupa di monitorare la presenza di rifiuti spiaggiati, il 90% dei rifiuti è composto da plastica. «Probabilmente a settembre – spiega la Pulcini – abbineremo la campagna “Spiagge e fondali puliti” con “Puliamo il mondo”. Nel frattempo la Regione Marche si è dotata della prima legge a livello nazionale, n.204/18, per contrastare il fenomeno dei rifiuti presenti in mare e nelle spiagge che prevede un tavolo tecnico per trovare misure e soluzioni a questo dannoso fenomeno».

Tra le sfide in campo, anche la «realizzazione di impianti necessari alle Marche per gestire internamente, il più possibile, i propri rifiuti. Ad esempio gli impianti per la gestione della frazione organica». Grazie a Comuni Ricicloni, il premio ideato da Legambiente per valorizzare e premiare le amministrazioni virtuose e condividere le buone pratiche nel settore dei rifiuti, moltissimi passi avanti sono stati fatti nelle Marche, raggiungendo risultati che vedono oggi la media regionale di raccolta differenziata al 70%. «Ciò però non basta – continua – perché tutto l’organico che produciamo e raccogliamo in maniera differenziata lo trasportiamo in Emilia Romagna. Le Marche devono dotarsi di impianti di biometano».

Referendum contro le trivellazioni

A cuore dell’associazione anche il servizio ferroviario, ma «c’è ancora da fare per permettere che il treno rappresenti il principale mezzo di trasporto fuori città. È fondamentale organizzare il trasporto pubblico nelle città o permettere di accedere ai servizi di noleggio di mezzi elettrici». Sul fronte delle energie rinnovabili, molte le iniziative dell’associazione a sostegno della transizione energetica, a partire dal grande impegno nei referendum contro il nucleare e quello contro le trivellazioni, ma altrettante decisivo è stato l’accordo siglato tra Legambiente e Banche di Credito Cooperativo per sostenere investimenti a favore dello sviluppo di piccoli impianti alimentati a rinnovabili e per il risparmio energetico. «Vista la grande occasione di creare nuovo e sano lavoro sul territorio e considerati gli ecobonus e le opportunità di risanare il patrimonio edilizio del Paese, la Regione Marche e gli enti locali devono stimolare il territorio ad andare in questa direzione», sottolinea la Pulcini.

Inoltre l’associazione chiede alla Regione e ai Comuni azioni in campo per «fermare definitivamente il consumo di suolo e lavorare per mitigare il rischio idrogeologico nelle Marche. Servono risorse messe a disposizione dei territori per rafforzare i percorsi virtuosi e buone pratiche come i contratti di fiume». Sul fronte dei Beni Culturali, grazie ai volontari di Legambiente è nato il primo gruppo di protezione civile dedicato al recupero dei beni culturali di emergenza che, dopo l’ultimo terremoto del Centro Italia 2016/2017, ha contribuito al recupero di circa 4mila opere mobili e ha lottato affinché il patrimonio culturale non venisse allontanato dai comuni.

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