Ancona-Osimo

Lavoro, Marche prime per contratti precari. Il presidente Istao: «Occorre riordinare il sistema di collocamento». Ecco i profili più richiesti

Marcolini mette in luce la carenza di figure professionali in cinque settori dell'alta formazione e la difficoltà per le imprese nel reperire manovali e operai edili. Ambiti in cui occorre intervenire

(Foto Pixabay: Phearing)

ANCONA – Se da un lato l’anno appena concluso mostra segnali incoraggianti di ripresa dei principali indicatori economici (esportazioni e Pil) che segnano «un rimbalzo positivo», anche l’occupazione cresce «notevolmente», ma è prevalentemente precaria e questo «preoccupa». Il presidente Istao, Pietro Marcolini, nel tracciare un quadro dell’attuale situazione congiunturale, segnata dalla pandemia, spiega che le nuove assunzioni, messe in campo nel 2021, «pur se cresciute consistentemente rispetto al 2020, non riescono ancora a recuperare i numeri del 2019» ed i contratti sono soprattutto precari.

I marchigiani che hanno trovato lavoro nei primi 9 mesi del 2021 sono 235.344, numeri che segnano una crescita di 34.837 unità rispetto al 2020, ma che risultano tuttavia inferiori di 13.049 unità rispetto al 2019. «Nelle Marche abbiamo un saldo positivo intorno a 25mila unità» fa notare, ma ad aumentare sono tutte le tipologie contrattuali, eccetto quella a tempo indeterminato che segna «un saldo negativo attorno alle 10mila unità». Il che significa che «nelle Marche il 90% dei nuovi rapporti di lavoro instaurati è precario», un dato che assegna alla regione il «primato in Italia per contratti intermittenti». Insomma, se la ripresa c’è, «le imprese stentano a occupare a tempo indeterminato» a causa di un quadro di incertezza legato alle prospettive future dell’economia, sospinto dalle conseguenza della pandemia, dall’inflazione e dalle tensioni internazionali.

Pietro Marcolini
Pietro Marcolini

«Le Marche si caratterizzano per la precarietà occupazionale – aggiunge Marcolini -, un indicatore di fragilità del sistema economico regionale che deve far preoccupare e spingere ad un intervento». In tale cornice secondo il presidente Istao, «il lavoro può e deve essere un elemento qualificante per il rilancio dell’economia». Tra le criticità evidenziate, la mancanza di figure qualificate nel settore dell’alta specializzazione e dell’alta formazione, così come la difficoltà per tante imprese nel reperire lavoratori come manovali, operai edili specializzati e ordinari, in seguito all’esplosione di richiesta legata al Superbonus 110% e alla ricostruzione post sisma.

Cinque gli ambiti di alta formazione, individuati dall’economista Marcolini, in cui ci sono prospettive occupazionali interessanti: meccatronica e robotica, educazione e cultura, salute e benessere, trasformazione digitale e sostenibilità. Settori che segnano una richiesta di figure professionali altamente qualificate in continua crescita, ma che poi non trovano riscontro sul territorio. Per questo, come sottolinea, occorre colmarne la carenza con «programmi di formazione mirata e qualificata, indirizzata verso questi cinque precisi settori in cui si registra una importante richiesta».

In una regione con una vocazione importante al manifatturiero, bisogna anche «insistere sulla formazione tecnica superiore, attraverso gli Its e gli Ifts (istituti tecnici superiori e istituti di formazione tecnica superiore, ndr)», importante anche la formazione continua dei lavoratori e il riordino dell’alternanza scuola lavoro, anche alla luce della tragedia avvenuta nei giorni scorsi in provincia di Udine dove un giovane è morto in seguito ad un incidente all’interno di una impresa proprio durante una esperienza di questo tipo.

«A livello nazionale – insiste Marcolini – ci sono quasi 1,5 milioni di posti di lavoro che necessitano di alta specializzazione e nelle Marche se ne stimano più di 40mila». Tra i profili più gettonati, quelli di data scientist, medicina territoriale, nuove competenze riabilitative e progettisti di macchinari per la salute e il wellness, «un settore in forte espansione», poi gli esperti in transizione digitale e green. Nell’ambito della cultura, definisce «cruciale» nelle Marche lo sviluppo economico trainato da questo settore e in tal senso il bando per il rilancio dei borghi, varato dalla Regione, può, secondo Marcolini, «riorientare fondamentali settori dell’economia» turistica come ristorazione e accoglienza, tramite «un programma integrato destagionalizzato che leghi costa e entroterra».

Cruciale, secondo l’economista, in un quadro di questi tipo, invertire la logica che finora ha orientato il settore formativo, in modo che la formazione punti la barra dritta verso quei settori in cui c’è maggiore richiesta, con l’obiettivo di colmare il gap di tra i professionisti presenti e quelli effettivamente richiesti. Insomma occorre evitare il cosiddetto mismatch tra domanda e offerta, ovvero la mancata corrispondenza tra i requisiti richiesti dalle aziende e le competenze-qualifiche offerte dai lavoratori. «Ci sono diversi “Neet”, giovani che non studiano, non hanno un lavoro e non sono impegnati in percorsi formativi, che potrebbero essere indirizzati anche in quei lavori manuali di cui c’è tanto bisogno».

La grande opportunità è quella legata agli interventi del Pnrr, i cui passaggi fondamentali sono costituiti dalla transizione digitale e green. Opportunità che tuttavia per essere sfruttate correttamente e pienamente, richiedono una revisione dell’intero sistema. «Occorre riordinare il sistema di collocamento e formazione – conclude – così da renderli più liberi dagli impacci della storica gestione e indirizzati alle esigenze del mercato. In tal senso scuola ed università hanno un ruolo cruciale, insieme alle associazioni di categoria».

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