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Dottorato Day, l’astronauta Guidoni: «50 anni dopo ci prepariamo a tornare sulla luna, questa volta per restarci»

Astrofisico, divulgatore e scrittore, è stato l’ospite d’onore della Cerimonia di conferimento del titolo di Dottore di Ricerca per l’a.a. 2017/2018 all'Università Politecnica delle Marche

ANCONA- L’emozione di vedere la terra dallo spazio, l’assenza di gravità, la meraviglia dell’universo e lo sbarco sulla luna raccontati ai 116 dottorati dell’Università Politecnica delle Marche dall’astronauta Umberto Guidoni. Astrofisico, divulgatore e scrittore, Guidoni è stato l’ospite d’onore del Dottorato Day, la Cerimonia di conferimento del titolo di Dottore di Ricerca per l’a.a. 2017/2018 che si è svolta ieri pomeriggio (13 maggio 2019) in Aula Magna in occasione della prima giornata del Your Future Festival.

Il rettore dell’Univpm Sauro Longhi

«Abbiamo invitato l’astronauta Umberto Guidoni perché nel 1969, cioè 50 anni fa, c’è stato lo sbarco sulla luna. In quello stesso anno è stata fondata l’Università Politecnica delle Marche» ha affermato il Magnifico Rettore Sauro Longhi nel discorso di apertura della cerimonia. Poi si è rivolto ai dottorati: «Professate quello che vi abbiamo insegnato e il futuro sarà sicuramente più positivo».

Guidoni, 65 anni, di Roma, ha effettuato il suo primo volo spaziale nel 1996, a bordo dello Space Shuttle Columbia che portava in orbita il satellite “a filo” italiano (TSS-1r) e (USMP3), un esperimento di microgravità. Seconda esperienza nello spazio nel 2001 con uno Space Shuttle Endeavour durante questo volo ha avuto il privilegio di essere il primo europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale internazionale.

Ubaldo Guidoni ospite d’onore del Dottorato Day

«L’emozione di andare nello spazio è difficile da spiegare. Sono emozioni sia fisiche che psicologiche. L’assenza di peso dà una grande sensazione di libertà- ha raccontato Guidoni-. Quando si torna quello che rimane impresso è la bellezza della Terra, i colori, l’azzurro degli oceani. Ma c’è anche una sensazione di fragilità perché questo pianeta, che a noi sembra così grande ma che visto dallo spazio è abbastanza piccolo – gli astronauti gli girano intorno in 90 minuti- è come un’oasi immersa in un grande vuoto di spazio e merita tutta la nostra attenzione».

Era il 21 luglio del 1969 e l’impresa dei tre astronauti della missione Apollo 11, che per giorni aveva tenuto con il fiato sospeso e gli occhi puntati sui televisori milioni di persone in tutto il mondo, annunciava l’inizio dell’era lunare. L’astronauta ha raccontato ai presenti mostrando dei video il viaggio dell’uomo nello spazio degli ultimi 50 anni.

«Lo sbarco sulla luna è stato forse il punto più alto dell’esplorazione della spazio ma è stata fatta al limite delle tecnologie degli anni ’60. Era in corso una competizione, una “guerra fredda” tra Stati Uniti e Russia quindi arrivare sulla luna era una questione di prestigio politico, militare e tecnologico. Una volta raggiunto l’obiettivo, la tecnologia non era sufficiente per mantenere una permanenza sulla luna e nemmeno per tornarci. Per questo per 50 anni l’abbiamo lasciata. Nel frattempo però abbiamo costruito veicoli per andare in orbita intorno alla terra e basi intorno alla terra, l’ultima è la base spaziale internazionale che ancora è lì da 20 anni. E adesso 50 anni dopo ci prepariamo a tornare sulla luna, questa volta però per restarci».

I Dottorati dell’a.a. 2017/2018

L’astronauta Guidoni ha voluto lasciare un messaggio a dottorati e ai giovani. «Io avevo poco più di 15 anni quando nel ’69 i primi uomini sono sbarcati sulla luna e come milioni di altri ragazzi, anche io avevo il sogno di viaggiare nello spazio, magari di andare sulla luna o su Marte. Poi non è stato possibile, in 50 anni meno di 600 persone hanno volato nello spazio. Credo che questa generazione vedrà cose molto diverse. Lo spazio diventerà un luogo di lavoro e probabilmente, alcuni che oggi sono qui, svolgeranno la loro professione forse sulla luna o magari sulle basi di Marte».

Prima della consegna del titolo ai 116 Dottori di Ricerca hanno preso la parola anche l’assessore Ida Simonella, per il Comune di Ancona, e l’assessore Loretta Bravi, per la Regione Marche.

«Stiamo progettando il futuro della città grazie anche ai contributi che la Politecnica ci ha dato – ha commentato l’assessore Simonella -. Lo abbiamo fatto con piano strategico, l’Università faceva parte della cabina di regia. L’Univpm in questi sei anni con iniziative come Your Future Festival e le Lauree in Piazza è stata tassello fondamentale dell’essere comunità».

«La regione ha stanziato 6 milioni di euro per la ricerca. Abbiamo scelto di finanziare 20 dottorati innovativi, il costo è di oltre un milione di euro. La Regione si è voluta prendere tutto questo onere perché volgiamo creare qualcosa di nuovo» ha dichiarato l’assessore Bravi. Al termine della cerimonia sono stati consegnati i Premi di Laurea.

 

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