Ancona-Osimo

L’arcivescovo Angelo Spina: «È Natale! Fermati e contempla»

L'arcivescovo di Ancona-Osimo ha scritto un messaggio per il Natale e domani sera (24 dicembre) celebrerà la santa messa a mezzanotte nel duomo di Ancona, mentre nei prossimi giorni sarà ad Osimo e Castelfidardo

Angelo Spina, vescovo dell'arcidiocesi di Ancona-Osimo

ANCONA – Mancano poche ore alla vigilia, quando entreranno nel vivo le celebrazioni liturgiche del Natale, a cominciare dalla messa della Notte. L’arcivescovo Angelo Spina celebrerà infatti domani (24 dicembre) a mezzanotte la santa messa di Natale nella cattedrale di S. Ciriaco. Il 25 dicembre, alle 9.30 celebrerà la messa nella Casa di Riposo Grimani Buttari di Osimo, alle 10.30 nel duomo di Osimo e alle 17 nella cattedrale di Ancona. Il 26 dicembre l’arcivescovo sarà invece a Castelfidardo, dove alle ore 16 incontrerà la Comunità e celebrerà la messa.

Mons. Angelo Spina benedice il presepe del porto

Spina è arrivato da due mesi e mezzo ad Ancona e ha scritto un messaggio di auguri per il Natale. Il nuovo arcivescovo spera che la gente rimetta al centro il festeggiato, rifletta sul senso della sua nascita e riscopra l’importanza del presepe. Scrive Spina: «”Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” è un proverbio a tutti noto, come a dire: “Tolti i segni di una presenza il cuore resta vuoto. Oggi alcuni “segni” danno fastidio e, per un errato modo di intendere il rispetto delle identità, vengono tolti o fatti togliere dai luoghi pubblici, come se si dovesse essere “neutri”. Penso al presepe, un segno eloquente, che si tende a far scomparire, a togliere dalle scuole perché potrebbe dare fastidio a ragazzi non cristiani, dai negozi e da altri luoghi perché potrebbe offendere la sensibilità di alcuni, dando spazio ad alberi natalizi rivestiti di luci ad intermittenza.

Ma se Natale è festeggiare una nascita, chi è che nasce? Un albero, un pacco regalo o il Bambino Gesù, il Figlio di Dio? Chi ha un po’ di anni sulle spalle ricorda che nelle nostre case piccole, subito dopo la festa dell’Immacolata, c’era tensione per allestire il presepe. Ricordo che nella mia scatola di cartone, alla fine, rimaneva sempre un personaggio che, a differenza degli altri, non portava nessun dono. Era in atteggiamento curvo e reverenziale, con una mano sul petto. Dove collocarlo dal momento che gli altri personaggi portavano doni verso la capanna, dove già erano stati collocati Maria e Giuseppe? Ricordo che mio nonno suggeriva di metterlo il più vicino possibile alla capanna. Alla mia perplessità, che non lo vedeva in un posto così importante, mi rispondeva: “È il personaggio che ha capito bene quale atteggiamento bisogna avere di fronte al bambino Gesù, nato per noi. Sta lì, “incantato”, in contemplazione, pieno di stupore per quello che vedono i suoi occhi”. Come è bello se davanti al presepe ci mettiamo con tale atteggiamento».

L’arcivescovo invita a incontrare Dio in ogni volto, in particolare in quelli segnati dalla povertà, dalla sofferenza, da ogni forma di ingiustizia e di violenza. «Il Bambino che nasce – continua Spina – è Dio che prende un nome e un volto. Il suo nome è Gesù (Dio salva), il suo volto è quello dell’uomo, dell’umanità intera, è quello dell’Emmanuele (il Dio con noi). Da allora Dio lo si può incontrare in ogni volto, soprattutto in quelli segnati dalla povertà, dalla sofferenza, da ogni forma di ingiustizia e di violenza per scuotere le nostre coscienze assopite come a dire: fermati, guardami, contemplami. Oggi i volti “scomodi” vengono evitati, emarginati, allontanati. Viviamo chiusi in noi stessi, indifferenti ad ogni bisogno. L’individualismo e gli accentuati egoismi trionfano. Siamo tutti personaggi affaccendati nel nostro frenetico fare, non abbiamo tempo per fermarci. Il personaggio “incantato” davanti al presepe dice ad ognuno di noi: “Fermati e contempla, fermati ed esci dal tuo guscio. Accogli la tenerezza del Bambino Gesù che apre i suoi occhi ad ogni essere umano da considerare, da stimare, da aiutare, da amare. Se lo porti vicino ai tuoi occhi allora il tuo cuore è rinato”. È Natale!».

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