Ancona-Osimo

La Rainbow Warrior di Greenpeace ad Ancona

Si conclude oggi la tappa italiana del tour di ricerca e sensibilizzazione dell'associazione ambientalista. Nel Mediterraneo circa il 96% dei rifiuti galleggianti è composto da plastica

La Rainbow Warrior di Greenpeace

ANCONA – Si conclude oggi ad Ancona, con visite gratuite alla Rainbow Warrior, la tappa italiana del tour di ricerca e sensibilizzazione “Meno plastica, più Mediterraneo”, condotto dalla nave di Greenpeace in Italia. Il tour di raccolta dati nei mari italiani è stato organizzato con la collaborazione scientifica dell’Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università Politecnica delle Marche.

Partita il 24 giugno da Genova, la Rainbow Warrior in queste settimane ha solcato Tirreno, Ionio e Adriatico per effettuare campionamenti utili a rilevare la presenza di microplastiche in mare e negli organismi marini. Sono stati prelevati campioni in diverse regioni italiane, dalla Liguria alla Calabria, dalla Toscana alla Puglia.

«Ricerca scientifica e definizione di normative efficaci per risolvere il problema dell’inquinamento marino derivante dalla plastica alla fonte: sono questi i due obiettivi del nostro tour – dichiara Serena Maso, campagna Mare di Greenpeace Italia -. Abbiamo voluto mettere al servizio della ricerca la nostra nave e le nostre competenze, ci aspettiamo che anche la politica, in particolare il ministro dell’Ambiente Galletti, faccia la sua parte partendo, ad esempio, dalla graduale eliminazione della plastica usa e getta e obbligando i produttori a coprire i costi di gestione e smaltimento dei rifiuti, perché il riciclo non è sufficiente. È il momento di agire ora».

Secondo dati diffusi da Greenpeace, nel Mediterraneo circa il 96% dei rifiuti galleggianti è composto da plastica. Un problema che purtroppo non interessa solo la superficie del Mare Nostrum, dato che rifiuti in plastica sono stati ritrovati anche a più di 3 mila metri di profondità. «L’impatto di questo fenomeno è ancora difficile da valutare ma campagne come questa fatta con Greenpeace servono a sensibilizzare tutti rispetto al problema e a capire che si può fare moltissimo per arginare questo genere di inquinamento», afferma Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

«Il futuro che aspetta le nuove generazioni dovrà riservare più attenzione all’ambiente e alla sua valorizzazione ed è per questo che il nostro ateneo ha scelto di porre l’ambiente come una delle linee strategiche per lo sviluppo delle nostre attività di ricerca – dichiara Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche -. La ricerca di uno sviluppo ecosostenibile che rispetti l’ambiente, che non consumi risorse e che permetta alle nuove generazioni di scegliere consapevolmente, per attenuare i cambi climatici, favorire la distribuzione di beni comuni e la sostenibilità alimentare per gli oltre 7 miliardi di persone che condividono questo spazio limitato e ancora bellissimo che è la nostra terra, il nostro mare e l’aria dove galleggiamo».

Non c’è più tempo da perdere, insomma. A dirlo è il professore della Politecnica, Francesco Regoli: «Le microplastiche in mare sono diventate una vera emergenza ambientale, ed il Mediterraneo è uno dei bacini con i livelli più alti. Queste particelle invisibili vengono ingerite dagli organismi e trasferite lungo le reti trofiche, si ritrovano nei pesci e nelle specie commerciali, con effetti in gran parte ancora da scoprire. E’ urgente che la ricerca scientifica acquisisca nuove conoscenze e contribuisca a sensibilizzare la coscienza di tutti su questo problema».

La nave sarà ancorata alla banchina 1 del porto di Ancona e resterà a disposizione dei cittadini due giorni. Sarà gratuitamente aperta a tutti, oggi, dalle 10 alle 16. Una volta lasciata l’Italia, la Rainbow Warrior continuerà il suo tour europeo in Croazia, Grecia e Bulgaria.

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