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Intesa Sanpaolo, i risultati consolidati al 30 settembre 2022

Utile netto trainato dagli interessi netti di 4,4 miliardi di euro. Ridotta di circa il 65% (circa 2,3 miliardi di euro) l’esposizione verso la Russia

Insegna Intesa Sanpaolo
L'insegna del gruppo Intesa Sanpaolo

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2022. I risultati dei primi nove mesi del 2022 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività e di creare valore per tutti gli stakeholder anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto 4,4 miliardi di euro escludendo il de-risking riguardante la Russia.

Nel terzo trimestre 2022 è stata ridotta di circa il 65% (circa 2,3 miliardi di euro) l’esposizione verso la Russia, scesa allo 0,3% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo. La generazione di valore per tutti gli stakeholder si fonda anche sul forte impegno ESG di Intesa Sanpaolo, che nei nove mesi si è tradotto, tra l’altro, in un contributo economico straordinario di circa 50 milioni di euro alle persone del Gruppo (non dirigenti) per mitigare l’impatto dell’inflazione e in molteplici iniziative umanitarie a favore delle persone della controllata Pravex Bank e della popolazione dell’Ucraina. L’utile netto dei nove mesi è pari a 4.367 milioni di euro escludendo 1,3 miliardi di euro di rettifiche di valore per Russia e Ucraina, in linea con l’obiettivo del Piano di Impresa 2022-2025 di oltre 5 miliardi per l’anno in corso.

L’utile netto contabile è pari a 3.284 milioni di euro. I crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2. Intesa Sanpaolo è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il Gruppo, in particolare sotto il profilo finanziario, operativo, tecnologico e organizzativo. La formula del Piano di Impresa 2022-2025 e, in particolare, l’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025 sono confermati.

L’attuazione del Piano procede a pieno ritmo, con le principali iniziative industriali ben avviate.

«Nei primi nove mesi del 2022 la nostra Banca ha affrontato uno scenario straordinariamente complesso. La grave crisi internazionale causata dal conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina, con il notevole incremento dell’inflazione hanno trovato un’economia italiana solida e in grado di reagire», commenta Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. «A fronte di qualche rallentamento nel prossimo anno, la prospettiva che vediamo per l’anno successivo è di un chiaro ritorno della crescita. Tutto ciò grazie a un apparato produttivo duttile e dinamico, con imprese competitive sui mercati internazionali che ci collocano ai vertici globali in termini di saldo commerciale. Allo stesso tempo siamo consapevoli di come la crisi energetica e l’aumento del costo della vita stiano causando un notevole peggioramento delle condizioni di vita di molte famiglie, in un contesto sociale già difficile». Da qui la lodevole iniziativa: «Per queste ragioni abbiamo stanziato 30 miliardi di euro a favore di imprese e famiglie dando la possibilità di sospendere o rimodulare mutui e prestiti, concedendo erogazioni a tassi agevolati e permettendo rateizzazioni a tasso zero; tutto ciò a conferma del nostro ruolo di riferimento per l’economia reale, grazie al nostro programma di erogazioni a supporto della realizzazione del PNRR per oltre 400 miliardi di euro. Le ingenti risorse messe a disposizione del Paese sono rese possibili dalla nostra solidità, dalla nostra redditività e dalla professionalità delle nostre persone».

Prosegue Messina: «Nel commentare i risultati al 30 settembre sottolineo come, nel solo terzo trimestre, abbiamo ridotto di circa il 65% la nostra esposizione verso la Russia, pari ora allo 0,3% degli impieghi alla clientela del Gruppo. Ora possiamo essere considerati una banca a esposizione zero verso la Russia; continueremo a lavorare per ridurre la limitata esposizione residua. Quando si prospetta una complessità, la affrontiamo immediatamente con soluzioni efficaci.È stato così nella gestione degli NPLs e successivamente con la crisi da pandemia. Ora abbiamo affrontato l’esposizione verso la Russia. È il nostro approccio manageriale, finalizzato a ottenere una redditività elevata e sostenibile nel medio e lungo termine. La forte creazione di valore e la distribuzione del valore sono e continueranno a essere la nostra priorità.

Delle indicazioni sui numeri: «L’utile netto nei primi nove mesi è stato di 4,4 miliardi di euro, escludendo gli accantonamenti relativi all’esposizione verso la Russia e l’Ucraina: il miglior risultato dal 2008. Escludendo gli accantonamenti riguardanti la Russia, siamo pienamente in linea con l’obiettivo previsto dal Piano d’impresa di un utile netto di oltre 5 miliardi nel 2022. Abbiamo concluso l’11 ottobre la prima tranche dell’operazione di buyback, per un importo di 1,7 miliardi di euro. Dei 2,3 miliardi di euro di dividendi già maturati a valere sull’utile netto dei primi nove del 2022, il prossimo 23 novembre distribuiremo 1,4 miliardi come acconto dividendi. Siamo stati in grado di raggiungere risultati di particolare rilievo grazie al corso impresso alle principali iniziative industriali del Piano d’Impresa 2022-2025, in grado di proiettarci nel prossimo decennio. Confermiamo l’obiettivo di 6,5 miliardi di risultato netto al 2025 e il 70% di dividend payout in ogni anno del Piano. La solidità dei risultati al 30 settembre è determinata dalla elevata qualità della nostra performance operativa. Gli interessi netti nei nove mesi crescono in maniera significativa, con un + 8,2%; il terzo trimestre mostra una forte accelerazione nonostante un minor contributo da TLTRO: la crescita rispetto al secondo trimestre 2022 è pari al 14,2%. I proventi da commissioni mostrano resilienza, in un contesto di mercato sfavorevole; i profitti assicurativi hanno raggiunto livelli record».

E ancora: «Mentre continuiamo a investire sulle leve della crescita, in particolare in tecnologia, i costi diminuiscono ulteriormente del 1,8 % rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno e il livello di cost/income raggiunto al 30 settembre – pari al 49,4% – ci colloca a livelli di vertice tra le maggiori banche europee.  L’avvio della nuova banca digitale, Isybank, che potrà dare un significativo contributo al miglioramento della struttura dei costi, procede speditamente: stiamo dando impulso alla nuova unità (Isy Tech) per lo sviluppo di Isybank con 300 specialisti; prosegue con decisione il rafforzamento delle competenze in ambito digitale dell’attività core della Banca. Abbiamo conseguito un ulteriore miglioramento della qualità dell’attivo grazie a una riduzione dei crediti deteriorati lordi di 3,9, miliardi di euro rispetto a fine 2021 e a flussi di crediti deteriorati ai minimi storici. Abbiamo così portato l’incidenza dei crediti deteriorati netti all’1,0% applicando la metodologia EBA. La nostra struttura di capitale si conferma estremamente solida e ampiamente superiore ai requisiti regolamentari con un Common Equity Tier 1 ratio a regime al 12,4% senza considerare circa 110 centesimi di punto di beneficio da assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 40 nell’orizzonte di Piano e considerata la deduzione di 2,3 miliardi di dividendi maturati nei primi 9 mesi del 2022 e i 3,4 miliardi di buyback.

Conclude Messina: «Intesa Sanpaolo si conferma come motore dell’economia reale e sociale del Paese: nei primi nove mesi dell’anno le erogazioni a medio e lungo termine a favore di famiglie e imprese in Italia sono state pari a 46 miliardi (64,5 miliardi in totale) e abbiamo dato supporto a 3.200 imprese italiane rientrate in bonis. Portiamo avanti e rafforziamo il nostro programma a supporto dei bisognosi con l’impegno di raggiungere nel corso del Piano l’obiettivo di 50 milioni di interventi, in aggiunta ai 28 milioni di interventi effettuati a partire dal 2019. Nei primi nove mesi dell’anno abbiamo messo a disposizione 6, 5 miliardi di euro di credito sociale rispetto all’obiettivo di 25 miliardi di flussi cumulati annunciati nel Piano di Impresa».

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