Ancona-Osimo

Intesa Conte-Grillo, Coltorti (M5s): «Si esce da una stasi»

Rischio scissione superato, raggiunta dopo settimane l'intesa sulla leadership nel movimento tra l'ex premier e il garante del Movimento 5 Stelle. Il commento del senatore marchigiano Mauro Coltorti

Mauro Coltorti, ex presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato

ANCONA – Dopo settimane di gelo tra l’ex premier Giuseppe Conte e il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, è arrivata l’intesa sulla nuova leadership che accantona per ora le polemiche interne che rischiavano di spaccare il movimento.

«L’intesa Conte Grillo è un passo importante per il Movimento 5 Stelle – commenta il senatore marchigiano Mauro Coltorti -. Si esce da una stasi dovuta alla mancanza di organizzazione e si spera che il nuovo Statuto, stilato fondamentalmente da Giuseppe Conte, contenga al suo interno delle chiare indicazioni riguardanti proprio questo aspetto».

Il presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato sottolinea l’azione «significativa» dei sette portavoce che «sono riusciti nell’opera di mediazione smussando le diversità tra le due posizioni. Il Movimento ne esce nuovamente unito e con Conte come capo politico, una richiesta fortemente voluta dalla maggior parte dei parlamentari».

L’obiettivo di Conte è quello di rilanciare il movimento, per il quale una scissione avrebbe significato scrivere la parola fine. «Ricordo sempre la massima latina “dividi et impera” – prosegue – e credo che dividendoci si sarebbe fatto il gioco dei detrattori del Movimento. Abbiamo avuto già troppe divisioni e per una azione incisiva non era auspicabile farne altre».

Il senatore definisce «evidente il maggiore potere contrattuale, anche all’interno del Governo Draghi, che avremmo se non ci fossero state le defezioni. Conte è un patrimonio del Paese che ha saputo gestire le fasi peggiori dell’emergenza covid e non era neppure pensabile una sua strada separata, soprattutto dopo che aveva dato la disponibilità a impegnarsi per il Movimento ed il bene del paese, che poi è la stessa cosa».

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