Ancona-Osimo

Intervista allo scrittore anconetano Sebastiano Mantovani: l’autore racconta il suo ultimo libro Come coriandoli sul mare

Mantovani, già autore del romanzo "Ti riconosco dalla voce", è alla sua seconda fatica letteraria e, a quanto dice, sicuramente non sarà l’ultima

Sebastiano Mantovani
Sebastiano Mantovani

ANCONA – Chi non si è mai rifugiato nel proprio passato per scappare, anche per un momento, dal tedio dell’odierno? Su questa tensione, fatta di conflitti, cadute e risalite, si gioca la storia della protagonista di Come coriandoli sul mare, seconda fatica letteraria dello scrittore anconetano Sebastiano Mantovani. Il libro, edito da Intrecci Edizioni, descrive le vicissitudini di una intellettuale donna adulta che si ritroverà a un bivio: sopravvivere “ai confini della realtà” oppure lasciarsi prendere per mano da quel mondo che biasima e iniziare finalmente a vivere.

Mantovani, classe 1961, giornalista pubblicista con la passione della narrativa e un passato da speaker radiofonico in radio indipendenti, vive a Palombina. Già autore del romanzo Ti riconosco dalla voce (2015), è alla sua seconda fatica letteraria e, a quanto dice, sicuramente non sarà l’ultima.

Copertina del libro Come coriandoli sul mare

Quale è la genesi di Come coriandoli sul mare?
«Dalla voglia di raccontare quanto siamo buffi e incasinati, miserabili e formidabili e spesso in contemporanea. Insomma, dire la verità. Cioè che spesso assumiamo pose da personaggi, per difendere la nostra comfort zone, il territorio in cui proviamo a gestire una poco soddisfacente routine. Poi accade qualcosa – sempre – e allora si scatenano le nostre due anime interiori. Quella compulsiva ed egoista che pensa solo al tornaconto personale combatte con la vocina più solidale, che ci suggerisce il giusto piuttosto che l’utile, poiché spesso le due cose non coincidono. Alla fine della bagarre verrà fuori la nostra identità, verità e bellezza comunque, ovvero uno scatto spontaneo, non più una posa».

Quando e come è iniziato il suo percorso di scrittore?
«Dopo la prima esperienza di pubblicazione di qualche anno fa – oserei dire quasi casuale – mi sono messo a studiare programmazione narrativa e così è nato un amore viscerale per la narrazione. Ti siedi in un dehors, ti metti ad osservare la gente che passa lungo rambla de Catalunya e di fronte a te hai il mondo, di lingue, di odori e colori e i personaggi prendono vita, ben oltre l’immaginazione. Il resto è studio e duro lavoro, essere un autore è questo».

Quali sono gli autori che ammira e magari sono stati fonte di ispirazione?
«Sinceramente vado a periodi. Fra tutti credo di amare Gary Jennings, per l’armatura con cui blinda ogni suo romanzo, privo di approssimazioni. In quinto stravedevo per quelli che chiamavo i quattro. Balzac, Flaubert, de Maupassant e Zola. Poi Per anni mi sono cibato di spy-story (Follet, Forsyth) adoravo il rigore dello spionaggio. Oggi mi piace seguire Carofiglio».

Quale è il libro che le ha cambiato la vita?
«In realtà non c’è un solo testo illuminante. Nelle letture mi piace spaziare perché amo la diversità. Su Il Nome della Rosa ricordo di aver fatto tesina scolastica. Ho tutti i libri di Gabo, Gabriel García Márquez e Cent’anni di solitudine ha segnato la mia adolescenza».

Cosa consiglierebbe a qualche giovane autore che volesse ripercorrere il suo percorso?
«Non ho titoli per dare consigli, soprattutto perché il mio percorso è stato un lento avvicinamento alla narrazione lunga. Posso solo augurare che creatività e passione siano alimentate dallo studio e dal rigore narrativo».

Quali sono i progetti per il futuro?
«Sto lavorando a due progetti. Una persona che la vita ha messo in ginocchio decide di rialzarsi e lancia un’idea, come fosse il suo ultimo disperato grido. In breve mette insieme un’armata Brancaleone di cinque naufraghi della vita, che si metteranno a fare formazione ai giovani. Gli occupanti della scialuppa entreranno in relazione fra loro e con il mondo in modi alquanto bizzarri e tempestosi. L’altro progetto è la storia di una cena, alla quale partecipano persone-personaggi di ogni tipo, che riassumono tutte le anime del nostro tempo».

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