Ancona-Osimo

A tu per tu col conduttore tv Michele Mirabella: «Le Marche, il mio elisir d’amore»

«Che bello tornare qui, ma non chiamatemi ˈprofessore d'Italiaˈ. Ad Ancona, Numana e Sirolo mare e sole mozzafiato. A Jesi? Lì, ho diretto due opere da regista»

Michele Mirabella alla sala Ridotto del Teatro delle Muse. Sulla destra, il presidente dell'Ordine dei giornalisti delle Marche, Franco Elisei (foto per gentile concessione della presidenza regionale Odg)

ANCONA – È un uomo di una cultura raffinata, di un’ironia spiritosa, di una simpatia ricercata, di una chiarezza espositiva e dialettica invidiabile. Irriverente al punto giusto, dice di detestare sia i cellulari sia la locuzione «in qualche modo». E ancora: «I terrapiattisti? Concordo nel farli affacciare sull’orlo della Terra. Una spintarella e cadono giù».

Già giornalista («mi hanno cacciato dall’ordine per aver preso parte ad uno spot pubblicitario»), Michele Mirabella è docente e conduttore televisivo, divulgatore scientifico e attore, regista e autore. Un curriculum sterminato, il suo, volto noto di Elisir, il programma che conduce ogni mattina su Rai 3, dalle 10.30 alle 12.

«Con le Marche, e in particolare con Numana e Sirolo, ho un rapporto affettuosissimo – dice, fuori dal teatro delle Muse, ad Ancona – Ma sentiamoci intorno alle 16.30, così ne parliamo meglio». Lo raggiungiamo al telefono mentre è in treno. Mirabella, nei giorni scorsi, è stato ad Ancona, al Ridotto del Teatro delle Muse, in occasione di un incontro sulle fake news.

Michele Mirabella all’esterno del Teatro delle Muse di Ancona, in piazza della Repubblica (foto Moricci)

Professor Mirabella, che rapporto la lega alle Marche?
«Anzitutto, non mi chiami professore. Vero è che sono stato docente in vari atenei italiani, ma non amo particolarmente il termine ˈprofessoreˈ. Stento a capire chi mi chiama ˈprofessore d’Italiaˈ. Noi, in teatro, quando un artista si è distinto nel corso della sua carriera e poi diventa anziano, beh, lo chiamiamo maestro».

Va bene maestro, come preferisce. Lei è stato insegnante all’università di Urbino…
«Sì, a questa terra mi lega un rapporto affettuoso sia dal punto di vista professionale sia da quello personale. A Sirolo, Numana e Ancona ho passato periodi di pre (e di post) estate molto belli».

Prosegua…
«Le Marche hanno visto gli esordi della mia carriera professionale».

Quella artistica, invece, nasce a Bari, vero?
«Sì, col teatro universitario di Bari. Ero passato dal teatro sperimentale studentesco a quello professionale. Ed ero aiuto regista di Franco Enriquez, con cui passai dei bei mesi a Sirolo, ad allestire il Macbeth di Shakespeare».

Cosa ricorda?
«Il mare e il sole della riviera. E poi sono stato in diverse occasioni a Macerata. Nel mio cuore, però, c’è anche Jesi».

Ah sì?
«Sì, ho diretto due opere da regista al teatro Pergolesi di Jesi. Opere che, per me, sono state una bellissima esperienza: si tratta di un testo di Alessandro Nini, Marescialla D’Ancre, e L’Elisir d’amore di Donizetti, fraternizzando con un titolo che ho nel cuore» (Mirabella conduce il programma tv Elisir, su Rai 3, ndr).

Mi racconta della sua parentesi a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno?
«Lì, lavorai per circa 2-3 anni. Conducevo serate dedicate al teatro comico di varietà, in estate. A Filottrano, poi, venni invitato da un albergatore romano. Mi chiamò a intrattenere conversazioni coi suoi compaesani».

Lei è stato iscritto all’albo dei giornalisti…
«Sì, ma venni cacciato per aver partecipato ad uno spot pubblicitario».

Ora, però, l’Ordine dei giornalisti delle Marche le ha conferito ad honorem il tesserino da professionista…
«Finalmente! Sono molto contento. D’altronde, sono 40 anni che scrivo sui giornali (ride, ndr)».

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