Ancona-Osimo

Inrca di Ancona, Cangini: «Smembrarlo è un danno per la collettività. Scelte strategiche del direttore generale incomprensibili»

Incontro ad Ancona tra il senatore di Forza Italia Andrea Cangini e un gruppo di sanitari dell'Inrca sul depotenziamento del nosocomio dorico in favore di quello di Osimo. Il partito torna a chiedere la sostituzione del direttore Gianni Genga

Da sinistra Mariotti, Cangini, Dai Prà e Rossi

ANCONA – «L’Italia, le Marche e Ancona avevano un polo di eccellenza, l’Inrca, e logica vorrebbe che si investisse sulla struttura, sia dal punto di vista della cura sia, soprattutto, della ricerca, invece sta accadendo esattamente il contrario e di questo non ci capacitiamo». Così il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, giunto ad Ancona per tornare sulla questione dell’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura Anziani, di cui il comitato dorico del partito denuncia ormai da mesi uno smantellamento in favore del nosocomio osimano.

Cangini già nel marzo scorso aveva presentato una interrogazione parlamentare al ministro della Sanità che tuttavia non aveva risposto sulla questione ed il partito torna alla carica. Nella giornata di ieri – 27 settembre – i forzisti e il senatore hanno incontrato un gruppo di una quindicina di medici, fra i quali primari e amministrativi della struttura ospedaliera i quali non hanno fatto altro che confermare lo stato di «grave disagio» in cui si trova ad operare il personale medico ed infermieristico.

Il senatore ha riferito che «i medici sono sconcertati, ma anche coraggiosamente inclini ad esporsi per difendere un principio e un diritto, il diritto alla salute e il principio del valore della ricerca, più che interessi personali o di carriera. Non riusciamo a capire il senso di questa negligenza: aver ridotto progressivamente gli spazi destinati alla ricerca, gli investimenti destinati alla ricerca e le funzioni dell’ospedale di Ancona a beneficio dell’ospedale di Osimo, non attrezzato e non strutturato per supplire alle prestazioni».

Il partito da mesi ha denunciato la riduzione di personale presso alcune unità ed il turnover a cui sono costretti i sanitari tra Ancona e Osimo, e in alcuni casi anche su Fermo, come spiega il commissario dorico Teresa Stefania Dai Prà. «Dall’incontro di ieri è emersa la paura dei medici di operare da soli, di avere complicanze in un ospedale, come quello di Osimo dove non c’è un cardiologo ed è veramente avvilente notare che sono arrivate altre dimissioni di sanitari che scelgono di andare in altre strutture. Delicata la situazione dell’Unità del Piede Diabetico, che prima era una struttura complessa» e per la quale manca ancora un referente. Inoltre ha ricordato l’esposto in Procura presentato da un chirurgo nel quale venivano rappresentate le difficoltà in cui si trovava ad operare. Tra i reparti per i quali il partito lamenta il depotenziamento ci sono anche Urologia, Diabetologia, Chirurgia, e la Pneumologia «che non ha più un reparto»

«La ricerca ha un valore strategico nazionale essenziale e tutti gli sforzi che lo Stato può fare per implementarla devono  essere fatti» ha detto Cangini, evidenziando che la sanità merita investimenti e che quella di prossimità «è stata maltrattata». «Tutte le attenzioni di tutte le democrazie occidentali sono rivolte alla cura degli anziani e soprattutto alle politiche sanitarie legare alla longevità, l’età media si allunga e bisogna fare in modo che si allunghi anche la qualità della vita della persona» ha sottolineato, ponendo l’accento sulle importanti risorse del Pnrr, parte delle quali saranno destinate proprio alla ricerca.

Il rischio di questa strategia, per Cangini, è quello «di un danno per i pazienti, soprattutto per i diabetici, che non avranno più un punto di riferimento chiaro e dovranno oscillare tra Ancona ed Osimo, che però non è una struttura (quella di Osimo, ndr) adeguata per la chirurgia, per la chirurgia d’urgenza, e non ci sono dipartimenti adeguati di cardiologia, nefrologia e neurologia, non c’è il servizio dialisi. Insomma non può essere un compendio di Ancona e smembrare l’Inrca di Ancona è un danno per la collettività e per il Paese».

Il senatore forzista, affiancato da Teresa Stefania Dai Prà, che sta portando avanti la battaglia in difesa dell’Inrca di Ancona in prima linea, ha rimarcato nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina e alla quale hanno preso parte anche il vice coordinatore provinciale Clemente Rossi e il vice commissario di Ancona Luca Mariotti, che «le scelte strategiche del direttore generale Gianni Genga risultano incomprensibili», aggiungendo «nulla di personale nei confronti del direttore».

Il senatore ha poi aggiunto «perché si sta depotenziando un polo di eccellenza, invece di potenziarlo?», nell’auspicare un cambio di strategia ha spiegato che se questa non cambi allora «si cambi il ruolo». Insomma i forzisti tornano a chiedere la sostituzione del direttore generale dell’Inrca. Sollecitato sul silenzio della Regione, Cangini ha detto di aver parlato con l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini «in tempi piuttosto recenti e mi ha detto che si sarebbe occupato della vicenda: auspico che lo faccia».

Dai Prà è andata all’attacco anche della sindaca di Ancona e aggiunge: «possibile che la Mancinelli non abbia nulla da dire?», mentre «il sindaco di Osimo è molto agguerrito» in difesa dell’ospedale della sua città. Alla richiesta di un confronto pubblico avanzata da Genga, Dai Prà ha risposto che «dopo un anno il dialogo se si voleva veramente aprire ne avrebbe avuto tutto il tempo, evidentemente non c’è stato interesse».

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