Ancona-Osimo

Infortuni sul lavoro: nelle Marche lieve crescita, ma il dato nazionale è in calo

Nei primi sei mesi dell’anno si sono già verificati 14 decessi e 9.438 incidenti nella regione: a denunciarne di più sono le donne, i giovani e i migranti. L'allarme della Cgil: servono controlli e investimenti

Trecastelli: le operazioni di soccorso per un infortunio sul lavoro
Trecastelli: le operazioni di soccorso per un infortunio sul lavoro

ANCONA – Crescono gli infortuni sul lavoro nelle Marche. Nei soli primi sei mesi dell’anno sono stati denunciati 9.438 episodi, 78 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,8%) mentre è il dato nazionale segna un lieve calo (-0,2%). Calano gli incidenti sul lavoro nel sud della regione, mentre è stabile nel pesarese e addirittura in netto aumento nell’anconetano e a denunciarne di più sono le donne. Ma sono già 14 i decessi, ben 482 a livello nazionale.

Sono questi i dati che sono stati diffusi dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche per quanto riguarda il tema della sicurezza: un trend negativo in cui stanno aumentando pericolosamente le denunce di infortuni sul lavoro e gli incidenti mortali spiega la segretaria generale della CGIL Marche Daniela Barbaresi, secondo la quale la causa è da ricercarsi nel «mix devastante di precariato dilagante, aumento dell’età pensionabile e insufficienti investimenti nella prevenzione».

l maggior numero di casi riguarda gli uomini, ma il fenomeno è in leggero calo, mentre per le donne si assiste significativo incremento di infortuni denunciati (+3,6%).

Sul lavoro i più colpiti sono i dipendenti dell’industria manifatturiera dove peraltro gli infortuni crescono dell’1%. Crescono in particolare nel settore delle calzature e abbigliamento (+24%), nella chimica, gomma, plastica (+16%), costruzioni (+16%), nel commercio e riparazioni (+12%), in agricoltura (+11%) e nel legno-mobile (+9%). Aumentano anche nella sanità e assistenza sociale (+3,8%) e nei trasporti (+3,5%) mentre sono in calo nella meccanica (-8%).

Drammatico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 14 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 12 uomini. A livello nazionale i decessi sono stati 482: una strage che evidenzia «la necessità di un’azione forte e decisa da parte di tutti, dalle imprese alle Istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose. Vanno incrementati gli organici dedicati ai controlli e alla vigilanza, così come alla repressione dei fenomeni di irregolarità».

Sempre per quanto riguarda la stabilità del lavoro, emerge che i più colpiti continuano ad essere i giovani e, in particolare, coloro che hanno meno di 19 anni per i quali gli infortuni crescono dell’8,5%. Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extra comunitari gli infortuni denunciati sono cresciuti in modo rilevante (+10,9%), così come anche per i lavoratori provenienti da altri Paesi dell’UE (+3,4%). In calo gli infortuni per i lavoratori italiani (-0,7%).
Secondo Giuseppe Santarelli, segretario regionale CGIL Marche e responsabile salute e sicurezza: «i più colpiti sono i giovani e i migranti, cioè coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata. Per questo è necessario mettere fine alla crescita del lavoro precario o frammentato così come è necessario ripristinare norme più stringenti in materia di appalti».

Un’ultima osservazione è la critica alle scelte del governo che secondo la Cgil marchigiana «stanno andando nella direzione sbagliata: il decreto “Sblocca cantieri”, ha abbassato diritti e tutele per i lavoratori, ancora più esposti al rischio di infortuni, mentre il decreto interministeriale di alcuni mesi fa, che ha ridotto i premi INAIL a carico delle imprese mediamente del 32%, veicola il messaggio pericoloso che la sicurezza è un costo per le imprese da ridurre».

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