Ancona-Osimo

Imprese in crescita nel territorio di Ancona: +0,2% rispetto al 2021. Ma il commercio soffre

Timidi segnali di ripresa economica. Ancona segna quota 38.619 imprese attive, +87 rispetto all'anno precedente

ANCONA – Timidi segnali di ripresa economica. Secondo i dati stilati dalla Camera di Commercio delle Marche il territorio di Ancona segna quota 38.619 imprese attive (dato aggiornato al 31 gennaio 2022), +87 rispetto all’anno precedente. Tradotto in termini percentuali siamo sul +0,2%. Ma l’afflato di serenità sarebbe già stato smorzato da una previsione di rallentamento dovuta all’effetto dei rincari energetici e del calo dei consumi che si sta registrando in questa prima parte dell’anno. 

Chi traina e chi no

Il trend positivo è stato trainato da alcuni settori che, nonostante la pandemia, si sono mostrati particolarmente performanti. Come il comparto delle costruzioni (+2,4% con un saldo annuale in positivo di 127 imprese). Nell’edilizia ha giocato a favore il Superbonus 110. Molto bene anche le attività professionali in ambito tecnico-scientifiche che segnano un 4,6% di crescita con un saldo annuale di +70 imprese nel periodo di osservazione gennaio 2021-gennaio 2022. «Nel biennio caratterizzato dalla pandemia si è visto come le imprese in grado di innovare abbiano assorbito meglio l’impatto dell’emergenza sanitaria – afferma Marco Pierpaoli, segretario generale di Confartigianato Ancona Pesaro e Urbino – ma dobbiamo creare un contesto utile al fare impresa, altrimenti non andiamo lontano». Cresce il settore della ricettività e della ristorazione con un saldo annuale che segna +36 imprese (1,4%) e marcia bene anche il comparto dei servizi alle imprese (+3,7% con un incremento numerico di 45 imprese). Rischiari all’orizzonte anche per il settore finanziario e assicurativo (+13 imprese, 1,3%), servizi di comunicazione (+10 imprese, 1,2%) e sanità e assistenza sociale (+9 imprese, 3,4%). Mentre segnano una flessione il commercio all’ingrosso e al dettaglio (-146 imprese, -1,5%), l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-105 imprese, 1,8%) e il manifatturiero (-27 imprese, -0,6%). «In alcuni settori il rapporto tra fatturati e ricavi è pessimo – spiega Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche Centrali – parliamo di ripresa, ma non teniamo conto di cosa sia accaduto in questi ultimi due anni. Nella ristorazione e nel piccolo commercio ci sono molte imprese che pensano di chiudere».

Le prospettive

Il momento economico non è dei migliori, si sa. Il 2022 si è aperto all’insegna della crisi generata dai rincari energetici che ha inciso sia sulle imprese, sia sulle famiglie. Ne sta derivando una contrazione dei consumi che mette seriamente a rischio la sopravvivenza delle attività. «Ci troviamo sospesi in un limbo – afferma Giancarlo Gioacchini, referente comunale di Confesercenti Marche – il clima è di incertezza totale, ma bisogna resistere. Dobbiamo credere in una ripresa e fare di tutto perché si riesca ad uscire da quest’imbuto». Per le associazioni di categoria i temi all’ordine del giorno sono: caro bollette e mutui. Sui rincari energetici sono tutti d’accordo: riportare la situazione a livelli di sostenibilità. Ma in che modo? «Abbattendo i costi fissi presenti in bolletta» suggerisce Polacco. «Se non si interviene in maniera decisa e tempestiva ci troveremo ad osservare scenari mai visti prima – incalza Pierpaoli – con il caro carburante il settore dei trasporti è già in fermento». Ma a spaventare gli imprenditori è anche la ripresa delle rate dei mutui. «Occorre una mediazione con tutto il sistema bancario – riprende Polacco – le rate dei mutui vanno riprogrammate e ridefinite, altrimenti le imprese non sapranno come pagarle». 

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