Ancona-Osimo

Il Marche Pride torna ad Ancona, annunciata la data. «Ricominciamo con energia rinnovata». Giallo sul patrocinio

Intervista a Matteo Marchegiani, segretario generale di Arcigay Ancona: «Il patrocinio? Gli scorsi anni non c'era. Lo chiederemo ma se ci verrà negato andremo ugualmente avanti per la nostra strada»

Foto di repertorio

ANCONA – È ufficiale, il Marche Pride torna ad Ancona. L’edizione 2024 torna nel capoluogo dopo le manifestazioni itineranti degli scorsi anni. Il segretario generale di Arcigay Matteo Marchegiani ipotizza la presenza di circa 4mila persone. Ma è incognita sul patrocinio: Regione e Comune (entrambi di centrodestra) sosterranno la parata? L’amministrazione regionale Ceriscioli (centrosinistra), nel 2019, aveva concesso il patrocinio, così come la giunta comunale Mancinelli (anch’essa di centrosinistra), nel 2019, anche se non mancarono dei tentennamenti. Adesso, sarà tutto da vedere».

«Siamo ancora in fase di elaborazione su tante cose dal punto di vista organizzativo, ma per il momento abbiamo lanciato la data sui social definendo il luogo dell’iniziativa, che si terrà ad Ancona» spiega. L’appuntamento è per il 22 giugno. «C’è stato il desiderio, dopo aver fatto una serie di edizioni itineranti, di tornare dove siamo partiti e cioè ad Ancona».

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«Tornare in questa città significa ricominciare con un’energia rinnovata, dato che il primo e unico corteo di Ancona era quello che era stato organizzato il primo anno, la prima edizione, nel 2019. Chiaro è che dopo altri due cortei abbiamo un’esperienza diversa sulle spalle e siamo più abili nell’organizzare quella che è una delle più grandi manifestazioni su strada della regione».

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Marchegiani, ripercorriamo la storia del Pride nelle Marche…
«Iniziò tutto nel 2019, con il primo Marche Pride. Nel 2020, il Covid ci ha costretto a farlo in una versione online e nel 2021, sempre a causa della pandemia, abbiamo optato per una manifestazione statica ad Ancona, organizzata all’ultimo perché la gente lo chiedeva. Quindi, il 2022 a Pesaro e l’anno scorso, nel 2023, a Civitanova».

Matteo Marchegiani, Arcigay Comunitas Ancona (Immagine di repertorio)

Nel 2018, il Love Pride – Una fontana d’amore (riferimento all’allora ministro della famiglia e attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana).
«Sì, ma non era la nostra associazione ad organizzarlo».

Quale il messaggio che vorreste veicolare?
«Un messaggio duplice: da un lato, c’è quello strettamente rivolto alla nostra comunità, che è quello di dare una visione, di far capire a quelle persone che nella quotidianità faticano a vivere con naturalezza il proprio essere, che possono in qualche modo vedere altre persone come loro in strada. Per noi, è importante scendere in piazza, far sapere che ci siamo. E quindi il secondo messaggio, quello rivolto alle istituzioni: il dire ˊGuardate, che tutta questa marea di persone c’è, esiste. Nel resto dell’anno viene ignorata, adesso noˊ».

Quante persone sono attese?
«Almeno 4mila. È bello vedere tra noi, al nostro fianco, non solo le persone Lgbtq+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, ndr), ma anche ragazzi e ragazze che non fanno parte della comunità ma che si identificano nei nostri valori, che sono evidentemente anche i loro, e che ci sostengono. Ci sono dalle famiglie con bambini agli anziani».

Pensate a qualche ospite d’eccezione, come Laura Boldrini (ex presidente della Camera, nata a Macerata)?
«Ci stiamo lavorando, è ancora presto, vedremo».

Senta, vi aspettate il patrocinio delle istituzioni?
«Guardi, lo chiederemo anche quest’anno, come ogni anno, a tutte le istituzioni pubbliche. Ma voglio ricordare che il presupposto è che la richiesta e l’ottenimento del patrocinio non va ad avvalorare le nostre richieste».

In che senso?
«Nel senso che ciò che noi chiediamo è necessario per far sì che non ci siano più persone di serie A o di serie B. I patrocini servono ad impegnare le istituzioni pubbliche per tutto il resto dell’anno. Dal momento in cui il Comune, ad esempio, ci dà il patrocinio perché si riconosce nei nostri valori, beh, noi lo prendiamo come un segnale per far sì che quel Comune possa lavorare durante tutto l’anno anche sui temi a noi cari. Il Pride è un solo giorno di lotta e di divertimento, ma ci sono gli altri 364 giorni dell’anno in cui il percorso deve proseguire».

Quindi, sul patrocinio?
«Gli scorsi anni, dalla Regione, non lo abbiamo avuto. Noi lo chiederemo e io, sinceramente, voglio sperare che lo otterremo. Ma se così non fosse andremo comunque avanti per la nostra strada».

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