Ancona-Osimo

I “capelli di Venere” tra le migliori scoperte al mondo

La nuova specie di batteri è stata trovata sul vulcano sottomarino di Tagoro. Ha partecipato alla spedizione scientifica anche un team dell'Università Politecnica delle Marche

Il prof. Roberto Danovaro
Il prof. Roberto Danovaro

ANCONA – I “capelli di Venere” sono dei batteri all’origine della vita e figurano nella top 10 delle nuove specie scoperte a livello mondiale nel 2018. La nuova specie di batteri è stata trovata sul vulcano sottomarino di Tagoro, a seguito dell’eruzione nell’ottobre 2011, dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, dell’Università Politecnica delle Marche, della Stazione Zoologica Anton Dohrn (Italia), dalla Facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Barcellona e dal​​l’Istituto Spagnolo di oceanografia, coordinati dal professor Roberto Danovaro, docente dell’Univpm e Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Nel 2011 l’eruzione del vulcano di El Hierro, nelle isole Canarie, ha creato un ambiente totalmente privo di vita e ricco di emissioni gassose tossiche che sono state colonizzate da batteri prima sconosciuti. La nuova specie di batteri chiamata Thiolava veneris ha formato un habitat nuovo per la scienza, una sorta di prato sottomarino simile a una chioma di capelli bianchi che coprono le rocce.

Photo credit: Miquel Canals, University of Barcelona, Spain
Photo credit: Miquel Canals, University of Barcelona, Spain

link alla lista delle top 10 specie del 2018 al mondo:
https://www.esf.edu/top10/

link alla scoperta Univpm:
https://www.esf.edu/top10/2018/08.ht

Professore Danovaro, si parla di “Capelli di Venere” ma di cosa si tratta?
«Il nome scientifico è Thiolava veneris ed è la prima specie di batteri associata alla colonizzazione di un vulcano dopo la sua eruzione. Questi microbi formano delle trecce di tre filamenti formati da batteri impilati uno sull’altro e coperti da una guaina di colore bianco formando a profondità superiori a 100 metri una foresta che è stata definita “capelli di venere”, come testimoniano immagini registrate con il robot sottomarino (ROV)».

La notizia è stata ripresa dai media di tutto il mondo perché la Thiolava veneris è finita nella top ten delle nuove specie scoperte nel 2018.
«Si, siamo davvero orgogliosi, la scoperta è stata inserita tra le dieci specie più importanti del mondo secondo il nuovo elenco pubblicato il 23 maggio, 2018 da parte del SUNY – ESF dell’Università di New York (Stati Uniti)».

Come si può sopravvivere in habitat marini estremi?
«L’eruzione sottomarina di El Hierro ha modificato la topografia sottomarina di una vasta area di fondali marini delle Canarie. Iniziata a una profondità di 363 metri, ha infatti originato un nuovo cono vulcanico sottomarino che si spinge fino a oltre mille metri di profondità. Questo episodio geologico durato 138 giorni ha anche modificato radicalmente le condizioni dell’ecosistema marino a livello locale. La maggior parte dell’attività vulcanica del nostro pianeta si verifica in ambiente oceanico, ma fino a oggi la maggior parte degli studi sulle comunità batteriche legate all’attività vulcanica era stata fatta sulle sorgenti idrotermali delle dorsali medio oceaniche. Questi batteri sono organismi estremofili, metabolicamente adattati per poter tollerare condizioni estreme che renderebbero impossibile la sopravvivenza di altri esseri viventi».

Qual è l’origine di questi batteri?
«Privi di capacità fotosintetica, questi batteri mostrano una notevole plasticità metabolica che consente loro di ottenere sostanze nutritive ed energia negli ambienti vulcanici sottomarini relativamente poco profondi e di adattarsi a condizioni estreme. Tuttavia, non si capisce da dove venga questa specie, forse da lontano, da altri centri di attività vulcanica lungo la dorsale medioatlantica e nonstante ci stiamo adoperando con altre indagini in regioni lontane, per ora resta un mistero».

I vulcani sottomarini sono un’opportunità unica per la ricerca scientifica?
«
Sì, le nuove specie scoperte nel vulcano sottomarino rappresentano una fase iniziale del processo di colonizzazione di nuovi habitat sottomarini devastati da eruzioni vulcaniche. Per gli scienziati, l’episodio vulcanico di Tagoro è un eccellente laboratorio naturale per studiare il fenomeno del vulcanismo sottomarino e per immaginare come poteva essere il nostro Pianeta agli albori della vita con un oceano caldo e acido pieno di eruzioni vulcaniche. Inoltre si tratta di un nuovo habitat marino colonizzato da nuove specie di animali, un’occasione straordinaria di studio per la scienza».

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