Ancona-Osimo

“Human” in scena alle Muse

Dal 2 al 5 febbraio al teatro delle Muse Marco Baliani e Lella Costa portano in scena Human. Sabato alle 18.30 la Compagnia incontra il pubblico al musecaffé

Human con Marco Baliani e Lella Costa (Foto: Fabrizio Zani/Daniele Casadio)

ANCONA – Dal 2 al 5 febbraio arrivano in scena al teatro delle Muse di Ancona Marco Baliani e Lella Costa con Human degli stessi Baliani-Costa, con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Carrone e con in scena: Noemi Medas, Davide Piludu Verdigris, Elisa Pistis, Luigi Pusceddu.

«D’armi io canto e dell’eroe che, primo, dalle coste di Troia venne all’Italia, profugo per suo destino». La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita  dell’impero romano da un popolo di profughi. In una lectio magistralis tenuta nell’aula magna dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, Marco Baliani è partito dal mito per interrogarsi e interrogarci sul senso profondo del migrare. Poi l’incontro con Lella Costa e la reminescenza di un altro mito, ancora più folgorante nella sua valenza simbolica e profetica: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto.

Ha preso avvio così “Human”, dal tema delle migrazioni e dalla volontà di raccontarne l’ “odissea ribaltata”. Al centro c’è lo spaesamento comune, quell’andare incerto di tutti quanti gli human beings in questo tempo fuori squadra. Lo spettacolo è in tournée sui palcoscenici italiani nella stagione 2016/17 per arrivare, in quella successiva, alle sedi istituzionali d’Italia e d’Europa in forma di oratorio, nel tentativo di innescare un rito di partecipazione sul significato profondo di Umanità. 

Le musiche originali sono di Paolo Fresu, i costumi di Antonio Marras, scenografo associato Marco Velli, costumista associato Gianluca Sbicca, disegno luci di Loïc Francois Hamelin e Tommaso Contu, la regia è di Marco Baliani. Lo spettacolo è una co-produzione Mismaonda / Sardegna Teatro in collaborazione con MARCHE TEATRO.

La Compagnia incontrerà il pubblico sabato 4 febbraio alle ore 18.30 presso il Musecaffé. Condurrà l’incontro la giornalista Lucilla Niccolini.

Marco Baliani e Lella Costa (Foto: Marche Teatro)

Dalle note di regia di Marco Baliani e Lella Costa:
«Il titolo lo abbiamo trovato, la parola Human sbarrata da una linea nera che l’attraversa, come a significare la presenza dell’umano e al tempo stesso la sua possibile negazione.
Umano è il corpo nella sua integrità fisica e psichica, nella sua individualità.
Quando questa integrità viene soppressa, o annullata con la violenza, si precipita nel disumano. Umani sono i sentimenti, le emozioni, le idee, le relazioni, i diritti.
Li abbiamo sognati eterni e universali: dobbiamo prendere atto – con dolore, con smarrimento – che non lo sono.
La storia del nostro Novecento e ancora le vicende di questo primo millennio ci dicono che le intolleranze e le persecuzioni, individuali o di massa, nei confronti degli inermi e degli innocenti, continuano a perpetrarsi senza sosta.

Con la nostra ricerca teatrale vorremmo insinuarci in quella soglia in cui l’essere umano perde la sua connotazione universale, utilizzare le forme teatrali per indagare quanto sta accadendo in questi ultimi anni, sotto i nostri occhi, nella nostra Europa, intesa non solo come entità geografica, ma come sistema “occidentale” di valori e di idee: i muri che si alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentati che sconvolgono le città, i profughi che cercano rifugio.
Ma se ci fermassimo qui  sarebbe un altro esempio di cosiddetto teatro civile, e questo  non ci basta: non vogliamo che lo spettatore se ne vada solo più consapevole  e virtuosamente indignato o commosso.
Vogliamo spiazzarlo, inquietarlo, turbarlo, assediarlo di domande.

E insieme incantarlo e divertirlo, che è il nostro mestiere.
E per riuscirci andremo a indagare teatralmente proprio quel segno di annullamento, quella linea che sancisce e recide: esplorare (e forse espugnare?) la soglia fatidica che separa l’umano dal disumano, confrontarci con le parole, svelare contraddizioni, luoghi comuni, impasse, scoperchiare conflitti, contraddizioni, ipocrisie, paure indicibili.
Vorremo costruire un teatro spietatamente capace di andare a mettere il dito nella piaga, dove non si dovrebbe, dove sarebbe meglio lasciar correre. E andare a toccare i nervi scoperti della nostra cultura riguardo alla dicotomia umano/disumano.
Senza rinunciare all’ironia, e perfino all’umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia».

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