Ancona-Osimo

«Ho fotografato le Prealpi venete: da Ancona si vede la zona del lago di Garda». Ma gli esperti si dividono

Il fotografo anconetano Angelo Emma è convinto di riuscire a vedere le Prealpi venete da Ancona: «Ho usato persino un simulatore di volo»

La foto di Angelo Emma

ANCONA – «Da Ancona vediamo le Prealpi Venete. Ve lo assicuro». A dirlo, è Angelo Emma, fotografo anconetano, classe ’84. Appassionato di foto dagli inizi del 2000, Emma ha collaborato con diverse agenzie di stampa, cominciando dal Corriere Adriatico di Ancona per poi arrivare al Resto del Carlino.

Angelo Emma mentre scatta

Dallo scatto effettuato da Emma (che apre l’articolo), sulla sinistra si vede bene il colle San Bartolo di Pesaro e poi spunterebbero dei rilievi non meglio precisati. «Ci sono come tre isole in mezzo al mare al largo dell’Adriatico – spiega Emma –. Me ne sono accorto nel 2016 e non sono delle nuvole, secondo me. Mi sono consultato con degli esperti e grazie all’ausilio di sistemi informatici, come Google Earth, sono arrivato alla conclusione che si tratti dei monti Zevola, Carega e Baldo, che tra l’altro si vedono perfettamente da Forlì (come testimonia un articolo di Forlì Today). Escluderei il Lessinia, che è troppo basso». Stiamo parlando della zona del lago di Garda e dei monti che fanno parte delle Prealpi venete e che sorgono dunque ai confini tra le province di Verona, Vicenza e Trento.

«Solitamente, non realizzo gli scatti con il cellulare e questo mi permette di avere una buona risoluzione. Per questa foto, ad esempio, ho utilizzato un teleobiettivo da 500 millimetri moltiplicato, che diventava un 850 millimetri di focale effettiva».

La foto scattata da Emma è stata realizzata dal molo della Lanterna Rossa, al porto di Ancona. I rilievi sarebbero rimasti visibili fino a qualche settimana fa: «Adesso, siamo ad ottobre, c’è parecchia foschia e questo impedisce di vederli. Ma non è detto che si vedano anche in estate. Spesso, li si può intravedere pure in inverno, dopo i temporali o quando il vento da nord pulisce il cielo».

A confronto foto di Emma e foto tratta da Forlì Today, che il fotografo anconetano indica ad avvalorare la sua tesi

In tanti, racconta Emma, avrebbero messo in dubbio la sua tesi e cioè che dal capoluogo regionale si potessero vedere le Prealpi. C’è chi pensava si trattasse delle «isole corate e chi di semplici nubi o di un effetto della rifrazione ottica». In realtà, però, alcuni esperti, tra cui il geologo dell’Università di Camerino, Stefano Mazzoli, confermerebbero l’avvistamento: «Che si tratti delle Prealpi? Non mi sento di escluderlo, ma neppure di confermare che si tratti di montagne situate a nord della Pianura Padana – spiega in un primo momento –. Sembrano quelli, Carega e Zevola».

Dopodiché, il professore avrebbe usato anche un’apposita applicazione, Peak Finder, che permette di controllare tutti i rilievi che si trovano attorno, a qualsiasi distanza. «Se i rilievi si vedono in ore e giorni diversi, chiaramente non sono nuvole. Da Ancona guardando in direzione NW, a destra (cioè a E) del colle San Bartolo, c’è ovviamente il mare Adriatico. Oltre il mare, c’è la pianura Padana (Veneta) e da Ancona lo sguardo punta verso Vicenza. Non ci sono altri rilievi importanti prima di quelli dei monti Carega e Zevola (Piccole Dolomiti, Prealpi Venete)».

La foto dello studio della professoressa Alessandra Negri

Dall’Università politecnica delle Marche, la professoressa Alessandra Negri, dopo aver visionato e studiato gli scatti, spiega: «Dalla Lanterna Rossa, siamo al livello del mare e possiamo vedere di tutto, ma con una certa difficoltà. In più, per vedere così bene il San Bartolo, a me viene da pensare che il fotografo abbia tenuto una direzione che corrisponde alla prima linea rossa che ho tracciato e che costeggia la costa verso sinistra. Il San Bartolo lo vediamo dalle parti di San Marino, quindi il fotografo ha tenuto una direzione verso ovest, verso l’interno della penisola. Monte Zevola e Cadrega fanno parte delle Piccole Dolomiti, le Prealpi vicentine, in realtà. Però, per beccare il Monte Zevola la linea da fare è molto più spostata a est. Il dubbio è quello».

Lo studio della docente Negri

E ancora: «Forlì è in Pianura Padana e da lì inquadri dritto per dritto e puoi effettivamente prendere le Prealpi con poca difficoltà. Io ho abitato a Imola e nelle giornate di grande chiarezza vedevo distintamente i colli Euganei e anche le Prealpi. Però, da Ancona ho qualche dubbio: perché dalle foto del fotografo si vedono delle ombre in distanza. Quando è buio – commenta – tutti i gatti sono neri. Io posso dare qualsiasi nome a quei monti che si intravedono sollevati rispetto all’orizzonte. Potrebbero essere le Dolomiti, ma considerando che si vede il San Bartolo distintamente, faccio fatica. Stiamo parlando di 300 chilometri. Il San Bartolo son 70 chilometri. L’orizzonte visibile è molto molto ridotto, per via della curvatura terrestre. Io non mi lancerei in voli pindarici. Dire che si tratta dello Zevola? Bah – riflette – potrebbero essere le Prealpi venete, ma ci andrei cauta sul dare un nome e un cognome a quei rilievi. Resta il fatto che è comunque una bellissima foto».

Conclude la docente: «Non mi arrischierei a dire niente di particolare. Potrebbero anche essere qualcosa che si erge al di là della pianura, delle prime montuosità, considerando la direzione qualcosa di compreso tra il Garda e le Prealpi vicentine. Ma ricordiamoci di considerare anche gli effetti della rifrazione ottica. Anzi, a questo punto, sono sempre più convinta che non siano neppure le Prealpi. Servirebbe fare due calcoli sulla curvatura terrestre». La rifrazione, per i non addetti ai lavori, è un effetto che potrebbe potenzialmente creare l’effetto galleggiamento.  

Per Luciano Gadenz, guida alpina di lunga esperienza, potrebbe trattarsi delle Prealpi Venete, anche se «ci vorrebbe una foto più a est per confermarlo con certezza». Emma, invece, pare essere sicuro: «Ho usato anche un simulatore di volo di ultima generazione e alzandosi in quota e percorrendo il tragitto quelle sono le Prealpi. Tra l’altro, sul web, ho letto un articolo della guida alpina Gadenz che dichiarava come dalla Fradusta abbia più volte visto la laguna veneta, riuscendo a distinguere perfino tutta la riviera adriatica fino ad Ancona e, dall’altra parte, la costa dalmata e Zara».

Che Ancona offra panorami mozzafiato è risaputo. Ciò accade soprattutto sul lato del Passetto, dove spesso è possibile vedere i monti croati Velebit. Una passione per la foto, la sua, che lo ha portato persino in missioni internazionali: «Ho lavorato all’Ansa e all’agenzia La presse. Sono stato in Armenia, dove ho realizzato il mio primo reportage, nel 2015, per il centenario del genocidio degli Armeni. Ho lavorato nelle miniere di Trepča, in Kosovo, e sono stato in Africa per la Croce bianca di San Severino Marche».

Da tutte queste esperienze, Emma ha imparato ad osservare, non solo a vedere. Ma com’è cambiata la fotografia negli anni? «Questa è una bella domanda: oggi, tutti possono fotografare, è vero, ma è come lo scrivere. Tutti possiamo scrivere la lista della spesa, ma in pochi saranno capaci di scrivere romanzi o poesie. La foto digitale di oggi ha sdoganato la foto a tutti, ma comunque per riuscire a diventare bravo e dire qualcosa ovviamente devi avere anzitutto una passione smisurata e uno studio costante. Per questo mestiere, ci vogliono le tre P: perseveranza infinita, pazienza e passione».

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