Ancona-Osimo

Guerra e Covid, trema l’aeroporto di Falconara. I sindacati dei trasporti: «La Regione intervenga»

Scarseggiano i passeggeri. Tratte sempre più in crisi. E con la guerra c'è il rischio che la stagione turistica estiva vada in affanno. L'aeroporto di Ancona è in pericolo e i sindacati chiedono un incontro urgente al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

L'aeroporto delle Marche

ANCONA – Prima la pandemia a mettere i bastoni tra le ruote, anzi tra le ali, ai principali vettori aeroportuali. Adesso la guerra tra Russia e Ucraina. Tra l’altro proprio l’estate scorsa si era svolto al Sanzio l’educational tour dei 70 operatori turistici russi in vista dell’accordo con la compagnia di volo S7 Airlines che avrebbe incrementato il flusso turistico dall’Est. Una situazione di crisi che fa sobbalzare i sindacati di settore che chiedono conto alla Regione delle azioni da mettere in campo per scongiurare il crollo dello scalo marchigiano. 

I timori

Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti sono fortemente preoccupati rispetto alla tenuta della società di gestione dell’aeroporto di Falconara. La crisi sanitaria prima e adesso la crisi bellica hanno contribuito a generare un clima di forte incertezza. «Non c’è traffico aereo – lamenta Giorgio Andreani, segretario generale Uil Trasporti Marche – la situazione comincia ad essere preoccupante». Ma riguardo il conflitto che si sta consumando in Ucraina la politica locale può fare poco o nulla. «Lo sappiamo – ribatte Andreani – ma sul fronte dei ristori che sarebbero dovuti arrivare rispetto alla crisi pandemica sì. Come mai queste risorse sono rimaste bloccate e non sono mai arrivate alla società di gestione dell’aeroporto?». E a sollevare ulteriori dubbi è la risposta che potrebbe avere il fondo anglo-svedese, Njord Andreanna, azionista di maggioranza della società di gestione dell’aeroporto. «Chi ci dice che, vista la situazione, non decidano di sfilarsi? – si chiede Valeria Talevi della Filt Cgil Marche – stiamo vivendo una fase di profonda incertezza. Il governatore Acquaroli deve assolutamente prendere in mano la situazione, visto che è anche titolare della delega alle infrastrutture». Le sigle sindacali, dunque, chiedono congiuntamente un incontro urgente a Palazzo Raffaello per fare luce sui tanti quesiti che attanagliano lo scalo dorico.

L’interporto

E ad aggravare lo stato di precarietà che aleggia in questo momento sullo sviluppo intermodale del territorio è la questione relativa ad Amazon. Infatti è ancora appeso ad un filo l’arrivo del colosso dell’e-commerce. «L’incertezza dell’amministrazione comunale di Jesi sul progetto di insediamento di Amazon – si legge in una nota congiunta delle tre sigle sindacali – potrebbe determinare il disimpegno da parte del fondo proprietario della società di gestione AIA (Ancona International Airport, ndr) che è socio di maggioranza dello scalo con oltre il 90% delle azioni». L’opportunità messa in campo da Amazon rappresenterebbe, infatti, per l’intero territorio un indotto occupazionale non indifferente. La nota prosegue: «I sindacati chiedono al Presidente Acquaroli, che non ha mai convocato i sindacati per dire quali sono i progetti della Regione Marche su questo tema, di avere molto cura delle proprie infrastrutture che impiegano tra diretti e indiretti circa 300 persone e che rappresentano un fattore vitale per l’economia regionale».

Ti potrebbero interessare