Ancona-Osimo

Grillo contro Conte, è caos nel Movimento 5 Stelle. Vertice fra parlamentari. Coltorti: «Il rischio? Buttare a mare anni di lavoro»

Vertice tra i senatori del Movimento per decidere la strada da prendere dopo l'altolà di Grillo a Conte. Una parte consistente del Senato però pare schierarsi proprio con l'avvocato ex premier. Ecco cosa ne pensa il senatore marchigiano Mauro Coltorti

Mauro Coltorti, ex presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato

ANCONA – «Non si deve rischiare di buttare a mare anni di lavoro senza sosta e di buon governo». È nelle parole del senatore del Movimento 5 Stelle, Mauro Coltorti, la preoccupazione strisciante tra gli esponenti del movimento che sta rischiando la scissione dopo le dichiarazioni di Beppe Grillo che si è espresso contro l’ex premier Giuseppe Conte e il suo progetto di rifondare il partito.

Nel pomeriggio di ieri – 30 giugno – un vertice fra i senatori italiani del movimento, congiunto alla Camera, per capire che strada prendere e cercare di ricucire dove è possibile. Grillo ha proposto il voto su Rousseau, ma intanto fervono le manovre di una parte del movimento per capire in quanti potrebbero schierarsi con Conte. E sembrerebbe che l’ex presidente del Consiglio, almeno in Senato, dovrebbe fare incetta, catalizzando a sé quasi un 90% dei senatori.

Quasi una partita a scacchi la Camera, dove i deputati potrebbero propendere per il fondatore, ovvero Grillo, a discapito dell’avvocato. Intanto nel pomeriggio di ieri l’ex reggente Vito Crimi ha minacciato di dire addio al Movimento dopo il rifiuto del fondatore di pubblicare lo Statuto elaborato da Conte. Insomma è caos. Una situazione nella quale il timore è che senza un cambio di rotta, sotto l’egida di Conte, il Movimento finisca per essere polverizzato.

«Credo che Beppe Grillo non si renda conto di essersi mosso come un elefante in una cristalleria – attacca il senatore marchigiano Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato – . A fronte di un nuovo Statuto presentato dal presidente Conte che avrebbe dovuto essere reso noto e discusso congiuntamente dai parlamentari e dagli stessi attivisti, Grillo ha deciso, senza consultare nessuno, di tagliare un rapporto che aveva voluto lui stesso. Non ha consultato neppure Vito Crimi che è rimasto sgomento della decisione di cui non era neppure stato informato. La decisione ha lasciato sgomenti molti di noi senatori che giovedì scorso avevamo incontrato Grillo che ci aveva confermato che nel giro di 3-4 giorni la situazione si sarebbe risolta».

Coltorti lancia poi la sponda a Crimi: «Tutta la mia vicinanza a Vito Crimi anche per il lavoro immane che ha svolto in questi mesi. La mia vicinanza anche a Giuseppe Conte che per mesi ha lavorato ad una riorganizzazione del Movimento che avremmo voluto conoscere più nei dettagli e che molti di noi reputano necessaria come il pane. Credo che Grillo abbia trascurato la cosa più importante ed indispensabile, cioè l’unità dei gruppi ed in particolare l’unità del Movimento che vedeva in Giuseppe Conte la migliore possibilità di incidere sulla realtà del Paese dopo che per tre anni lo aveva fatto raggiungendo traguardi importanti anche a livello europeo. Credo che sarebbe stata indispensabile una discussione delle eventuali criticità con la possibilità di superare eventuali contrapposizioni. E chiedo, insieme a tanti altri, a Grillo di tornare sui suoi passi e di avviare una indispensabile fase di interlocuzione. Mi auguro che ci sia ancora un margine di manovra per il bene del Movimento».

Senatore, crede che la questione possa risolversi? «Difficile dirlo, ma ogni decisione che deve essere presa da chiunque all’interno del Movimento, ma soprattutto dal garante, dovrebbe essere sempre soppesata in ogni sillaba perché è evidente che avrà un peso enorme sulle scelte del gruppo e sulle persone che ci seguono. C’è chi non aspetta altro per gioire e si tratta di persone o gruppi politici che non hanno esitato un attimo a far saltare un governo solo per miseri interessi elettorali anche in piena pandemia quando tutti ci si sarebbe dovuti raccogliere per sostenere il Paese, le imprese e le persone in difficoltà».

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