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Green pass, rave party e balli “proibiti”: ecco la rabbia di Assointrattenimento Marche

C’è rabbia tra le associazioni di categoria e i proprietari delle sale da ballo e dei locali che non possono riaprire nemmeno con il Green pass. Ecco cosa dicono

Italian Green Pass. EU Digital certificate Covid-19. Covid or Coronavirus vaccine certificate. Selective focus

MARCHE – C’è rabbia e delusione tra le associazioni di categoria e i proprietari delle sale da ballo e dei locali che non possono riaprire nemmeno con il Green pass. «Vedere poi quello che succede anche da noi è esasperante. Era prevedibile comunque, quando vengono aperti i locali e non ci si comporta correttamente in tutti i sensi accadono fatti simili», commenta Maurizio Casarola, rappresentante della sala da ballo Melaluna centerdance di Castelfidardo e presidente regionale di Assointrattenimento.

Il rave party

Il caso del rave party nel viterbese ha destato scalpore. Il presidente nazionale di Assointrattenimento Luciano Zanchi afferma: «Da tempo la nostra Associazione di categoria aveva avvertito il Governo su come l’insistere sulla chiusura dell’attività di pubblico spettacolo fosse un enorme errore, frutto di scelte suggestive, prive di reali logiche di prevenzione e altresì opzione estremamente pericolosa. Questo perché diretta a favorire manifestazioni spontanee, illegali con assembramenti in luoghi inidonei e difficilmente controllabili, vanificando così tutti gli sforzi patiti e subiti fino ad ora dalla società civile per arginare la pandemia. Ciò che era stato previsto si è puntualmente verificato su tutto il territorio nazionale e, in questi giorni, si è reso concreto nella sua massima espressione con il rave party svoltosi per sei giorni, alla presenza di più di diecimila persone, nelle campagne di Valentano in provincia di Viterbo».

Maurizio Casarola direttore del Melaluna di Castelfidardo

Le istituzioni

Casarola continua, abbracciando totalmente la posizione dell’associazione a livello nazionale: «Quanto è accaduto, sotto gli occhi di tutta la popolazione che continua silente a rispettare le norme di contenimento, è sintomatico dell’inadeguatezza e assoluta improvvisazione che connatura l’agire delle nostre istituzioni. Certo, è sicuramente più facile e agevole per le nostre forze dell’ordine multare, denunciare e perseguire penalmente singoli gestori di locali, come è avvenuto per le discoteche in Sardegna, accusando i titolari di non essere in grado di garantire il rispetto delle norme di contenimento. Sulla base di questi evidenti alibi, sostenere poi una campagna denigratoria contro il nostro settore, costringendo da quasi due anni onesti imprenditori alla morte della propria attività».

E poi sulle manifestazioni con migliaia di persone nelle pubbliche piazze. «E le Questure e le Prefetture dov’erano? – dice Assointrattenimento -. Riteniamo che quanto si avvenuto nelle campagne di Viterbo sia la prova evidente non solo di come il nostro Governo e i Ministri siano impreparati nel proteggere l’incolumità pubblica ma anche come l’insistere nel vessare determinate categorie sia divenuto un gioco altamente pericoloso che sta compromettendo la sicurezza di tutti i cittadini».

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