Ancona-Osimo

Green pass dai medici di famiglia, Fimmg: «Noi trattati come burocrati»

La stampa della certificazione verde negli ambulatori ha sollevato la protesta della Federazione dei medici di medicina generale, che non vogliono essere trattati da impiegati

Green pass (Foto di Wilfried Pohnke da Pixabay)

ANCONA – No alla stampa del green pass dei pazienti e soprattutto «no all’uso improprio della medicina generale». Il presidente regionale Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, Massimo Magi va all’attacco sulla questione del green pass.

Con l’arrivo delle prime notifiche per la certificazione verde ai vaccinati che hanno avuto la prima e la seconda dose del vaccino contro il covid, e la partecipazione dei medici di famiglia alla campagna vaccinale, si pone il problema della green pass, che stando alle indicazioni governative deve essere stampato, per chi si vaccina negli ambulatori, dai medici di medicina generale.

«Il problema non è tanto il fatto di dover stampare il green pass – spiega -, contestiamo piuttosto di essere “utilizzati”  come degli impiegati e degli effettori di una burocrazia che non ha senso». Magi pone l’accento sul fatto che i medici di famiglia «vengono caricati in un periodo così critico di un ulteriore uso improprio cui devono dare risposta attraverso le loro strutture» e che rischia di «sottrarre altro tempo all’assistenza dei pazienti per adempiere a funzioni amministrative che nulla hanno a che fare con la pratica medica».

«Pensavamo che il covid avesse chiarito il fatto che vada evitato ogni uso improprio della Medicina Generale» e, aggiunge, «alla Regione abbiamo presentato moltissime proposte per un’assistenza territoriale di qualità, programmando l’assunzione di personale, tecnologia di livello nei nostri studi, ma invece ci sentiamo trattati come dei burocrati e degli amministrativi, è questa la nostra contestazione».

Massimo Magi, presidente Fimmg Marche

Il presidente Fimmg attacca la sanità regionale parlando di «lacciuoli per quanto riguarda l’organizzazione anche della stampa del green pass, perché, solo per citare un esempio, formalmente non possono farlo le nostre segretarie, dal momento che le password che ci sono state date sono personali e non le possiamo cedere al personale» per ragioni di privacy e sicurezza.

«Nessuno – evidenzia – ha pensato a questi aspetti», a concedere una deroga o password ai collaboratori per poter accedere alla piattaforma. «C’è una disorganizzazione e un silenzio colpevole della Regione Marche che stiamo denunciando: non c’è dialogo, non c’è interlocuzione, nonostante gli impegni presi con gli ultimi accordi, e tutto questo va a ridurre i livelli di qualità di salute dei cittadini».

Se un cittadino riceve il codice sul proprio smartphone o via mail può procedere da solo alla stampa della certificazione, diversamente chi non può procedere a stampare da solo il green pass può rivolgersi ai distretti o »al servizio di igiene prevenzione e sanità pubblica». In ogni caso il presidente Fimmg assicura il supporto ai pazienti da parte dei medici di famiglia.

Magi auspica però un progetto di sviluppo e innovazione della professione con investimenti che permettano di concretizzare il Team di Assistenza primaria, con medico di medicina generale e almeno un infermiere e un assistente di studio e un assistente sociale, una delle proposte avanzate sul tavolo della Regione, rimasta però senza una risposta.

Inoltre lamenta ritardi sulla consegna dei vaccini, gli incentivi del personale e delle forme associate «ancora fermi al 2018» e «le prestazioni vaccinali come quelle dell’influenza ancora non pagate dallo scorso anno, come nella Area Vasta di Fermo». Un quadro di criticità per il quale il presidente regionale Fimmg non esclude il ricorso alla Corte dei Conti per fare luce sulle questioni aperte e per «sapere quali funzionari sono responsabili di queste gravi inefficienze».

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