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Green pass sul lavoro, Cna: «Imprese molto preoccupate». Confcommercio: «Gli uffici saranno subissati di chiamate»

Ore frenetiche per le associazioni di categoria, impegnate ad informare le associate con le ultime novità sulla norma che entrerà in vigore il 15 ottobre. Il punto con Cna e Confcommercio

ANCONA – Superlavoro per le associazioni di categoria in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass sul lavoro, che scatterà domani 15 ottobre. Per Cna e Confcommercio queste sono ore frenetiche tra webinar e campagne informative rivolte alle attività e alle imprese associative, così da risolvere i tanti dubbi e punti oscuri di quella che è una vera e propria rivoluzione.

Da domani infatti per accedere ai luoghi di lavoro occorrerà essere in possesso della certificazione verde che viene rilasciata ai vaccinati contro il Covid, ai guariti negli ultimi 6 mesi e a chi possiede l’esito negativo di un test. Questa notte è stato pubblicato il Dpcm con le ultime novità, che le associazioni oggi si sono impegnate a divulgare.

Massimiliano Santini, Cna
Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona

«Le imprese sono molto preoccupate – spiega Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona – perché si è creata una spaccatura tra lavoratori vaccinati e non vaccinati, in un momento in cui l’economica sta ripartendo e serve una forza lavoro compatta e produttiva».

Nelle Marche intorno ad un 15% dei lavoratori non si sono vaccinati contro il Covid e per loro l’unica alternativa per essere in regola con il Green pass è quella di sottoporsi a tre tamponi a settimana, uno ogni 48 ore. Un costo che anche se calmierato (15 euro a test in farmacia) non tutti possono o vogliono sostenere.

Santini evidenzia che alcuni lavoratori «sono molto riottosi e si oppongono ai tre tamponi settimanali: alcuni hanno già comunicato alle aziende che faranno due tamponi a settimana e chiederanno un giorno di ferie, altri chiedono di lavorare da casa e altri ancora vogliono che siano le imprese a pagare i test, una agevolazione che le aziende però non possono dare e questo genera preoccupazione e tensione.

Se da un lato la norma consente alle attività che hanno meno di 15 dipendenti di poter rimpiazzare i lavoratori non in regola con il Green pass per 10 giorni rinnovabili per altri 10, il nodo è che alle aziende serve personale formato e specializzato, quindi nella pratica è complesso trovare una sostituzione».

«Mi auguro che domani non ci siano disordini e violenze e che prevalga la ragionevolezza – prosegue Santini -: pur comprendendo gli effetti di una norma il cui spirito di fondo, quello di salvaguardare la salute pubblica, è condivisibile, occorre trovare la quadra nel rispetto di tutti i dipendenti, non solo di quelli che hanno compiuto uno straordinario gesto di generosità verso la comunità vaccinandosi, ma anche dei lavoratori non vaccinati».

Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche

A destreggiarsi fra le novità della norma è anche Confcommercio Marche Centrali il cui direttore Massimiliano Polacco evidenzia che le difficoltà sono diverse per le attività commerciali, per questo l’associazione di categoria si è impegnata per informare in maniera più capillare possibile tutte le associate.

Le criticità maggiori secondo Polacco sono per le imprese più strutturate che hanno più dipendenti e per i pubblici esercizi che nel weekend devono rinforzare le schiere del proprio personale. Il problema è legato al fatto, spiega il direttore di Confcommercio, di poter sapere in anticipo se il personale è provvisto o meno della certificazione verde. Un nodo non da poco per i ristoranti o per gli alberghi che nei weekend devono ricorrere a personale aggiuntivo

Tra le note dolenti anche il momento della consegna dei rifornimenti alle attività ad opera degli autotrasportatori: anche il piazzale del negozio o del ristorante è considerato luogo di lavoro, per cui gli autisti per scaricare la merce e scendere la mezzo devono essere muniti del lasciapassare.

«Mi aspetto che domani gli uffici saranno subissati da chiamate per i casi più impensabili e imprevedibili – spiega Polacco – dovremo fare in modo di rispondere ad ognuna di queste situazioni, anche per quei casi che non erano ipotizzabili a priori».

Difficoltà, secondo Confcommercio, si potrebbero verificare anche per i centri distributivi dei supermercati che hanno diversi dipendenti. Tra i casi simbolo delle criticità che possono insorgere, c’è quello di una attività grossista dell’osimano che da lavoro a 4 dipendenti, 3 dei quali non sono vaccinati e non intendono sottoporsi a tampone.