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Green pass, il consulente del lavoro: «Indicazioni poco chiare». Cna: «Prima del ritorno a scuola mettere in sicurezza ragazzi e lavoratori»

È sempre più acceso il dibattito sull'applicazione del green pass "alla francese". Tra i temi caldi, l'utilizzo anche per i lavoratori delle imprese per salvaguardare produttività e salute

Green pass (Foto di Wilfried Pohnke da Pixabay)

ANCONA – «È necessario che il legislatore prenda una posizione più chiara e determinata così da dare validi strumenti ai datori di lavoro, sia pubblici che privati, per affrontare al meglio la gestione dell’emergenza sanitaria all’interno delle unità produttive e dei luoghi di lavoro in generale». Così Roberto Di Iulio, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Ancona. Un tema caldissimo, quello dell’obbligo vaccinale e del green pass per i lavoratori, che si scontra con il diritto alla privacy e il concetto di libertà personale.

Nel nostro Paese in questi giorni è dibattito acceso sull’ipotesi di applicare la certificazione verde covid sulla scorta di quanto fatto Oltralpe da Macron, con il duplice obiettivo di scongiurare nuove chiusure e incentivare gli indecisi a vaccinarsi contro il covid. Ma la questione è tutt’altro che semplice.

Mercoledì 21 luglio la cabina di regia valuterà un uso esteso del green pass: l’ipotesi è quella di impiegarlo per accedere ai ristoranti al chiuso, per i mezzi di trasporto pubblico come bus e metropolitana. Pass da rilasciare dopo la seconda dose di vaccino contro il covid e non più anche dopo la prima, come avviene ora. La ratio del provvedimento è questa: non si possono obbligare le persone a vaccinarsi ma chi non lo farà potrà godere di minori opportunità o dovrà sottoporsi a tampone antigenico per usare i mezzi pubblici e frequentare luoghi affollati.

Roberto Di Iulio, presidente del Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Ancona

Eppure il confine tra la costituzionalità e l’incostituzionalità del provvedimento appare davvero molto sottile, così come appaiono le sfumature legate al rispetto o alla violazione della privacy. A tentare di far luce su questo ultimo aspetto, nel maggio scorso era stato il garante della privacy. «Ad avviso del Garante l’unico soggetto legittimato a raccogliere tali informazioni è il medico competente» spiega Roberto Di Iulio, precisando che «tale indicazione non convince e, nel pieno ancora dell’emergenza sanitaria, l’interesse pubblico e privato alla vaccinazione dovrebbe superare gli ostacoli posti dal garante che dovrebbe far prevalere l’interesse generale».

Secondo il consulente «tale informazione dovrebbe essere acquisita e gestita solo per il tempo strettamente necessario, sempre nel rispetto della riservatezza del dato e al solo fine di poter meglio gestire l’organizzazione interna del personale soprattutto per coloro che svolgono particolari mansioni e specie per coloro che hanno contatto con agenti biologici. Anche sul tema dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, le indicazioni (di cui al D.L. 44/2021), appaiono timide vista la poca chiarezza delle conseguenze sanzionatorie per chi decide di non vaccinarsi».

Immagine tratta da https://www.superyachtnews.com/business/videoworks-welcomes-new-ceo-and-looks-towards-future
Maurizio Minossi, amministratore delegato Videoworks spa (Immagine da www.superyachtnews.com)

A chiedere regole più chiare sono le stesse imprese. Maurizio Minossi, amministratore delegato Videoworks spa: «Auspichiamo che il Governo dia presto indirizzi e strumenti chiari sull’utilizzo del green pass in ambito lavorativo, permettendo alle aziende di organizzarsi per tutelare la salute e mantenere l’operatività».

«La cosa più funesta che oggi può accadere ad una azienda è quella di incappare in casi di positività all’interno dell’impresa, per il fatto che non ci sono “paracadute” né assistenza. Quando questo accade bisogna sospendere l’attività e significa perdere fatturato» afferma Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona.

L'intervento del direttore della Cna, massimiliano Santini
Massimiliano Santini, direttore della Cna

«Un tema dei temi» come lo definisce Santini, che tramite l’associazione di categoria lo sta affrontando di “petto” tramite la vaccinazione in azienda per i dipendenti. «Per ora l’applicazione del green pass alla “francese” non è possibile, ma ci arriveremo qualora gli appelli forti delle Istituzioni, delle associazioni di categoria a vaccinarsi non dovessero funzionare». Trai nodi sul tavolo quello del costo dei tamponi per i no-vax.

Ma secondo il direttore Cna in questa prima fase occorre attendere l’esito della “moral suasion” (azione di persuasione) in atto, ma se per il mese di agosto la situazione non si dovesse dipanare, nella roadmap spunta anche l’ipotesi del green pass per i lavoratori. «Prima della ripresa della scuola dobbiamo mettere in sicurezza i nostri ragazzi, i nostri docenti, chi opera nei pubblici esercizi, nei mezzi pubblici». Per questo al vaglio c’è una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione.

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