Ancona-Osimo

Giornata mondiale del donatore, palazzi illuminati di rosso per sensibilizzare le persone

Il presidente del Consiglio regionale Latini: «Favorire una maggiore consapevolezza sulla necessità di donare il sangue». Il presidente dell’Avis Senigallia Conz: «Gesto semplice ma essenziale»

donazione sangue
Foto di Michelle Gordon da Pixabay

ANCONA – Si celebra oggi, martedì 14 giugno, la Giornata mondiale del donatore di sangue. Un evento non solo simbolico ma decisamente concreto perché riporta l’attenzione, anche con l’illuminazione di alcuni palazzi istituzionali come quello della Regione Marche, su un gesto molto importante per la nostra stessa sopravvivenza. In Italia, infatti, ogni giorno oltre 1800 persone hanno bisogno di trasfusioni salvavita, secondo i dati diffusi dall’Avis nazionale. La pandemia ha però guastato i piani delle varie associazioni di volontari italiani del sangue.

Gli ultimi due anni, davvero complessi per i contagi da covid, hanno infatti ridotto le donazioni di sangue e plasma, complici norme, procedure e iter più stringenti sul fronte sicurezza e, almeno all’inizio, le limitazioni agli spostamenti. In generale ha mutato l’atteggiamento di quanti si dedicano al volontariato, spento un po’ l’entusiasmo e chiuso tutti dentro casa. Ora la missione è quella di ritornare ai livelli precovid, sia come mentalità che come numeri delle donazioni.

«È chiaro ormai a tutti quanto la donazione sia importante – spiega il presidente dell’Avis di Senigallia Tommaso Conz – non solo per rispondere al fabbisogno di sangue, ma anche a livello etico. Un gesto semplice ma essenziale per tutti». In Italia sono circa, 1,6 milioni i donatori, ben oltre duemila unità solo sulla spiaggia di velluto. Un mare di volontari che riescono, con il loro impegno generoso e gratuito, a dare una risposta al fabbisogno nazionale.

«Io mi sono preposto una missione, quella di accogliere i donatori e farli sentire parte di una grande famiglia. Prima del covid, proprio nel 70esimo compleanno dell’Avis senigalliese era stato raggiunto il record di 3.793 donazioni, con 94 donazioni ogni 1000 abitanti contro le 40 della media nazionale. Un risultato storico per la città». Ora però si deve ripartire dopo i numeri più bassi legati alle nuove procedure e al mutato atteggiamento dei donatori.

«A Senigallia, che può contare oltre 2000 soci, abbiamo dato vita a tante iniziative, appuntamenti e convenzioni proprio per dare ancora più stimoli alla donazione e permettere l’ingresso nell’Avis di sempre nuovi soci, soprattutto giovani. Alla prossima cena sociale annuale, solo per fare un esempio, saremo circa 300 e premieremo i donatori che hanno raggiunto le 50 (oro) e le 75 donazioni (diamante). Abbiamo dato persino dei piccoli regali a chi portava a donare un amico, proprio per far avvicinare altre persone a questa splendida realtà che si basa sul volontariato. Siamo attivi anche sui social per cercare di raggiungere target diversi e sensibilizzare le persone sull’importanza del gesto di donare». 

Nuovi strumenti e nuove parole per nuovi, potenziali, donatori: perché riflettano innanzitutto sulla bellezza di un gesto semplice e gratuito, per sé e per gli altri. Che non passerà mai di moda ma che può trovare più forza anche grazie a giornate simboliche, che vedranno anche i palazzi delle istituzioni illuminarsi di rosso, o piccole iniziative di grande valore. 

A tal proposito il presidente del consiglio regionale delle Marche Dino Latini ha voluto ricordare l’importanza e la necessità della donazione del sangue. «La nostra regione dopo essere stata per anni all’apice, con la pandemia ha conosciuto una contrazione di donazioni molto preoccupante che si riflette sull’assistenza sanitaria e sulla programmazione degli interventi». Occorre, quindi, per il Presidente del Consiglio regionale delle Marche «favorire una maggiore consapevolezza sulla necessità di donare il sangue» perché non è inesauribile. «Dipende da noi, dalla nostra volontà solidaristica e dall’impegno organizzativo del mondo sanitario. Ricordarlo, in occasione della Giornata mondiale del donatore, è un atto dovuto e sentito». 

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