Ancona-Osimo

Giornata contro l’Aids: diagnosi in calo, ma crescono i contagi tra i giovani

Durante l’evento “Virus Versus Virus” sono stati illustrati i dati diffusi dal Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità, relativi al 2019. Ospite d’onore Elisa Di Francisca

Virus Versus Virus

ANCONA – Continuano a diminuire le nuove diagnosi di infezione da Hiv, ma la fascia d’età più colpita è quella dei giovani, tra i 25 e i 29 anni. Stanno invece aumentando tutte le altre malattie sessualmente trasmissibili e, nel 2019 per la prima volta, la quota di nuove diagnosi Hiv riferibili a maschi che fanno sesso con altri maschi è stati pari a quella attribuibile ai rapporti eterosessuali.

Sono i principali dati diffusi dal Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità, relativi al 2019, illustrati oggi durante l’evento “Virus Versus Virus, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids che si celebra il primo dicembre.

L’evento, trasmesso in diretta streaming (grazie al gruppo teenformo.it), è stato condotto da Maurizio Socci e Paolo Petrucci e organizzato dall’Ufficio di Promozione della Salute Città Sane del Comune di Ancona, in collaborazione con l’Associazione Opere Caritative Francescane ODV, Anlaids Marche e Caritas di Ancona-Osimo.

Nel dettaglio, nel 2019 in Italia, sono state 2.531 le nuove diagnosi di infezione da Hiv, con un’incidenza di 4,2 nuovi casi per 100mila residenti. Ciò significa che ogni otto ore viene contagiata una persona. Negli ultimi anni c’è stato comunque un netto calo dei contagi, che è stato registrato anche nelle Marche. Nella nostra regione, infatti, nel 2019 l’incidenza è di 3,4 casi su 100mila persone, quindi minore rispetto alla media nazionale. Nel 2019, nelle Marche sono stati registrati 56 nuovi casi, nel 2018 erano stati 62, 93 nel 2017 e 116 nel 2016. C’è stato quindi un calo sensibile, però la fascia più colpita resta quella dei più giovani, tra i 25 e i 29 anni. 

Durante l’evento è stato ricordato che oggi il contagio da Hiv avviene quasi esclusivamente per via sessuale ma, diversamente dagli anni precedenti in cui la modalità di trasmissione più frequente era attribuita a rapporti eterosessuali, nel 2019 per la prima volta la quota di nuove diagnosi Hiv riferibili a maschi che fanno sesso con maschi è pari a quella attribuibile a rapporti eterosessuali. Un altro dato preoccupante è che si sta registrando un grande aumento di tutte le malattie sessualmente trasmissibili, soprattutto tra i giovani.

Andrea Giacometti

«Anche nella nostra clinica sono calate del 75% le nuove diagnosi – ha spiegato il dott. Andrea Giacometti, direttore SOD Clinica Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – e ciò significa che molti hanno preferito non sottoporsi al test di screening. Negli ultimi anni, infatti, ogni anno abbiamo diagnosticato circa 20-25 nuovi casi, di cui un quarto diagnosticati in seguito a ricovero, mentre gli altri erano soggetti asintomatici o paucisintomatici che effettuavano lo screening. Quest’anno abbiamo avuto solo 6 diagnosi di nuove infezioni, di cui 5 di pazienti ricoverati. Gli asintomatici, quindi, probabilmente per paura del covid-19, non sono voluti venire in ospedale per effettuare gli screening». Giacometti ha spiegato anche che «il calo delle nuove diagnosi nel 2019 non è tanto il risultato delle attività di prevenzione, perché il merito è delle nuove terapie grazie alle quali oggi l’Aids è diventata una patologia non guaribile, ma comunque curabile. I soggetti positivi, curati in maniera adeguata, non trasmettono più l’infezione al partner».

Luca Butini

Della stessa idea il dott. Luca Butini, dirigente SOD Immunologia Clinica Ospedali Riuniti di Ancona e Presidente Anlaids: «Le altre malattie sessualmente trasmettibili, come Chlamydia trachomatis e gonorrea, non sono in calo. Quindi la diminuzione dei nuovi contagi da Hiv è il risultato delle cure efficaci a cui si sottopongono i positivi. Le persone con Hiv che assumono regolarmente una terapia efficace non sono infatti più infettanti per il partner». Butini ha anche sottolineato la necessità di «sdoganare l’educazione sessuale nelle scuole, perché intervenendo con la conoscenza si possono prevenire infezioni che possono complicare la vita delle persone».

Emma Capogrossi

Anche l’assessore ai Servizi Sociali e SanitàCittà Sane Emma Capogrossi, ha sottolineato che «ancora in Italia parlare di sessualità è un tabù. Le nuove generazioni devono essere giustamente informate e l’impegno del Comune è in particolare rivolto ai giovani attraverso il servizio svolto dall’Informabus, l’unità di strada che da diciassette anni percorre le piazze di Ancona, incontrando i giovani per informarli sui danni che derivano dai comportamenti a rischio e sull’importanza di adottare sani stili di vita. Inoltre è attivo il progetto Affari di cuore che vede impegnati a bordo del mezzo itinerante operatori del consultorio dell’AreaVasta 2 di Ancona (psicologa e ginecologa) per un’attività di educazione all’affettività e alla sessualità».

Elisa Di Francisca

Ospite d’onore dell’incontro Elisa Di Francisca, campionessa olimpionica di fioretto, in collegamento da Roma. «Da sportiva – ha detto – sono abituata a combattere. Le difficoltà della vita sono molteplici e i giovani devono abituarsi a combattere e a fare sacrifici, per la loro sicurezza. Oggi a loro viene chiesto un sacrificio enorme, penso alla didattica a distanza e al non poter uscire, ma bisogna stringere i denti perché questa situazione non durerà per sempre. È un momento difficile, che però ci permette di riscoprire le cose importanti della vita, come gli affetti, le amicizie, i figli, la salute».

Da sin. Luca Saracini e Paolo Petrucci

Da 18 anni la Casa Alloggio “Il Focolare” ospita persone affette da Hiv/Aids ed è gestita dall’Associazione Opere Caritative Francescane O.D.V., che si occupa anche di prevenzione. In questi duri mesi, come ha spiegato Luca Saracini, direttore delle Opere Caritative Francescane – abbiamo dovuto sigillare il Focolare e azzerare le attività con i volontari, perché gli ospiti sono immunodepressi e hanno altre patologie correlate all’Aids. Sono stati mesi difficili, di restrizioni, ma fortunatamente non c’è stato nessun contagio». Anche Saracini ha sottolineato «l’importanza della prevenzione. Ancora troviamo porte chiuse nelle scuole e resistenza da parte dei dirigenti scolastici».

«È stato un anno particolare – ha raccontato Paolo Meli, presidente del Coordinamento italiano Case Alloggio Hiv/Aids in collegamento da Bergamo – le Case Alloggio hanno sperimentato l’isolamento, ma anche l’importanza delle relazioni, della presenza, della quotidianità fatta di piccoli gesti. Abbiamo protetto i nostri ospiti, ma abbiamo anche riscoperto la capacità di resistere e di condividere insieme momenti difficili». Simone Breccia, direttore della Caritas Ancona-Osimo, ha sottolineato «il contributo della Caritas: alcuni giovani, attraverso il servizio civile, prestano servizio alla Casa Il Focolare e ci siamo occupati del progetto Informazione positiva. È importante conoscere l’Hiv e prenderci cura l’uno dell’altro. Il covid-19 ci ha fatto scoprire tutti fragili e siamo chiamati a riscoprire e a vivere la fraternità».

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