Ancona-Osimo

Il geologo Tozzi: «In futuro il mare fino a Milano e Roma»

Innalzamento della temperatura e riscaldamento globale. Questa sera l'esperto e Giobbe Covatta saranno in scena con "Ghiaccio Bollente". Alle 21, nell’aula magna di Ateneo Guido Bossi di Ancona

ANCONA – Come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di diversi gradi centigradi rispetto ad oggi? Oggi, giovedì 11 maggio, alle 21, nell’Aula Magna di Ateneo Guido Bossi, lo spiega da un punto di vista scientifico il geologo Mario Tozzi, coadiuvato o intralciato a seconda dei punti di vista da Giobbe Covatta. Mario e Giobbe presenteranno “Ghiaccio bollente” e si divertiranno ad immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale.

Mario Tozzi

Tozzi, il titolo dello spettacolo “Ghiaccio Bollente” è un ossimoro. Qual è il suo significato?
«Si riferisce al fatto che sulla Terra in questo momento c’è un riscaldamento globale che produce effetti di calore, ma anche inverni molto freddi, come quello appena passato. Il titolo gioca sul contrasto estremo che c’è tra il ghiaccio e il suo essere bollente, così come sulla Terra c’è contrasto tra un clima che si surriscalda e inverni nevosi. Non si tratta di una contraddizione perché è il clima ad essere diventato estremo ed estrema è anche l’espressione “ghiaccio bollente”».

Perché i ghiacciai si stanno sciogliendo?
«I ghiacciai si stanno sciogliendo perché è troppo caldo, ciò nonostante lo scorso inverno è stato pieno di tormente di neve e di perturbazioni violente. Questo non è contraddittorio perché quanto più fa caldo nell’atmosfera, tanta più energia c’è e tanti più fenomeni violenti si verificano. Gli uomini del terzo millennio sono alle prese con una devastante crisi ecologica».

Un’anticipazione dello spettacolo?
«Si giocherà tutto sull’amicizia tra Giobbe e me. Abbiamo collaborato tante volte, sono salito spesso sul suo palco per raccontare aneddoti all’interno dei suoi spettacoli sull’Amazzonia piuttosto che sulle fine delle risorse. Parleremo dell’innalzamento della temperatura e sarà un discorso anche divertente, semiserio, in cui alcune volte insegnerò io e in altre insegnerà Giobbe».

Come si presenterà dunque il mondo tra qualche anno quando la temperatura si sarà ancor di più innalzata?
«Potremo avere scenari inusuali, molti ghiacciai saranno fusi. Solo per fare alcuni esempi, le acque del mare potrebbero arrivare fino a toccare Milano oppure una parte di Roma; 5000 km² del territorio italiano potrebbero essere invasi dalle acque. Molte isole e atolli pacifici scomparire, finire sott’acqua, e la stessa barriera corallina annegare».

Sono questi gli scenari possibili per il futuro del pianeta?
«Non solo questi. Un domani parte della Terra potrebbe non essere più abitabile. Una parte desertificherà molto in fretta e questo comporterà una serie di problemi a cascata. Nell’Italia meridionale già il 40% delle regioni è grosso modo in via di desertificazione e alcuni territori non sono più utili all’uomo. Le previsioni sono difficili, molto dipende da quello che nel frattempo faranno gli uomini. Se non faranno niente, questi saranno gli scenari possibili».

Tra quanti anni tutto ciò potrebbe accadere?
«Chi può dirlo, dipende, se le cose continuano in questo modo è facile che nei prossimi trent’anni non avremo più ghiacciai nelle Dolomiti e il livello delle acque sarà cresciuto considerevolmente».

Come è possibile contrastare tutto ciò? Siamo in un punto di non ritorno?
«La risposta sta nella conoscenza, tanto più conosciamo questi problemi quanto più forse faremo qualcosa. Vedo però che questo elemento da solo non basta, quindi stiamo già vedendo il punto di non ritorno negli specchietti retrovisori».

La questione a partire dagli anni ’70 ha alimentato un crescente dibattito politico.
«Nel dibattito politico però non prevalgono le ragioni scientifiche, si discutono di cose a livello ideologico. Le stesse posizioni di Trump sono largamente ignoranti da un punto di vista scientifico però fanno presa perché puntano sulla difesa del potere di acquisto delle aziende americane che se dovessero mettersi a fare accorgimenti ambientali magari diventerebbero meno concorrenziali. Molti sono miopi davanti a questo problema, ma  prima o poi tutti dovranno farci i conti».

La temperatura di quanto si è innalzata e a quanto arriverà tra qualche anno?
«Negli ultimi cinquant’anni si è innalzata di quasi 1°, da qui al prossimo secolo è probabile che aumenti di 2° e ciò porterà a uno sconvolgimento epocale. La Groenlandia sarà libera dai ghiacciai o si coltiverà la vite in Islanda. Succederanno avvenimenti sconvolgenti».

È vero che stiamo andando verso una ipotetica quinta glaciazione?
«È un problema che non mi farei ora, perché è nell’ordine di migliaia di anni. Ci sono molti altri problemi prima da affrontare. Sicuramente prima farà tanto caldo, poi staremo a vedere che cosa succederà».

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