Ancona-Osimo

Fine vita, l’Associazione Coscioni propone una legge regionale: sponda nei dem

L'Associazione, che ha seguito Mario, Fabio e Antonio, i tetraplegici marchigiani nella loro richiesta di accesso al fine vita, propone una legge regionale

ANCONA – L’Associazione Luca Coscioni promuove una legge regionale sul fine vita, chiedendo a tutte le Regioni italiane di legiferare, nell’ambito delle loro competenze, «affinché ad ogni malato siano garantite le adeguate verifiche in tempi certi e ragionevoli così come anche indicato dal ministro Speranza». Lo rende noto l’Associazione Luca Coscioni attraverso una nota stampa nella quale chiede di agevolare l’immediata applicazione della sentenza della Coste Costituzionale sul caso Cappato/dj Fabo.

Per l’associazione il testo attualmente all’esame del Parlamento «non risolve, anzi complica a discapito dei malati, le attuali discriminazioni in tema di accesso alla morte assistita». Secondo Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, che nelle Marche ha assistito Mario, Antonio e Fabio che hanno chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito «le storie dei malati» sono state «fondamentali per individuare le maggiori criticità e i passaggi sui quali una legge nazionale ha il dovere di intervenire, ma sono altrettanto fondamentali le Regioni, per definire i tempi e le procedure già individuate dalla sentenza costituzionale».

A “Mario”, nome di fantasia di Federico Carboni, il tetraplegico deceduto a giugno dopo una battaglia per ottenere il via libera per il suicidio assistito, si era aggiunto Fabio Ridolfi, morto anche lui, dopo però aver dovuto ripiegare sulla sedazione profonda per evitare lunghe attese, e poi Antonio che proprio in questi giorni ottenuto il parere favorevole dalla commissione medica regionale, senza però l’indicazione sul farmaco.

«Ritardi illegittimi e incompatibili con situazioni di sofferenza» spiega l’avvocato Filomena Gallo, la cui proposta, ha trovato una sponda nelle Marche, nel capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi che è intervenuto sul tema nel Consiglio Generale dell’associazione ed ha dichiarato: «Da parte mia mi impegno a offrire il massimo impegno a supporto della proposta di legge dell’associazione Luca Coscioni, in Regione Marche ma anche con il coinvolgimento di altri consigli regionali. La politica deve prendere in mano le decisioni. A livello nazionale la sezione Pd delle Marche è stata l’unica ad aderire formalmente al referendum. Depositiamo la proposta di legge in Regione dove in occasione dei casi Carboni, Ridolfi e ora Antonio il Governo non è stato finora in grado di dare a queste persone una dignità temporale, nonostante varie pressioni».

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