Ancona-Osimo

Un film per Umbertì, il barbone più famoso (e amato) di Ancona

La regia è di Tommaso Buglione e di Gino Bove. Il noto tatuatore ricorda così il clochard morto 23 anni fa, simbolo del capoluogo. I proventi in beneficienza

La storica foto di Pucci

ANCONA – Sarà presentato il prossimo 10 dicembre (alle 17), alla Mole Vanvitelliana, un film sul clochard più famoso e amato dalla città. Per Umbertì Ceccarini, nato il 18 settembre 1932 e morto a causa di un tumore alla gola nel 2000, Tommaso Buglione, il noto tatuatore conosciuto come Tom Tattoo, ha realizzato un documentario. Il nome è già un programma: “Umbertì, l’ultimo re di Ancona”.

La pellicola è stata realizzata con l’aiuto del giornalista Gino Bove, che ha curato le riprese. Umberto Ceccarini, questo il suo nome all’anagrafe, ha vissuto libero e senza schemi per ben 68 anni. Tutti, in città, lo ricordano per la frase celebre che lo annunciava: ˊC’hai na sigareta?ˊ (con una ˊtˊ sola, in dialetto).

Da tempo, Buglioni realizzava quadri e libri sullo storico personaggio e «ora – dice – ho pensato che un docufilm potesse essere una buona occasione per dare un volto e una voce ai pensieri di Umberto. Tempo fa, diedi alcune copie del mio libro (dal titolo ˊUmbertì. Slittamenti dell’anima dell’ultimo re di Anconaˊ) a persone che pensavo potessero coronare questo mio sogno, gente vicina a registi come Gabriele Salvatores e Godfrey Reggio. Però poi non avendo ottenuto risposta mi sono mosso da solo. È la mia prima esperienza in questo settore, mi è piaciuta».

Al progetto, hanno collaborato da Luigi Brecciaroli (Radio Arancia) agli attori Dario Cassini e Luca Violini (doppiatore di La7, Mediaset, ndr), passando per Rexanthony, Fabrizio Redaelli, il cantante Gianmarco Frasca, Julia Moroni e Rosina (del ristorante di corso Mazzini). E le musiche di Domenica Vernassa, Flavia Stoppa e Giordano Tittarelli.

Tommaso Buglioni

«Umbertì? Lo spiavo fin da ragazzo – confessa il tatuatore e artista – Da bambino, era frequente  incontrarlo per strada, mi incuriosiva. Mi domandavo chi fosse, cosa facesse per vivere. Piano piano, osservandolo, vedendo i suoi atteggiamenti ho iniziato a costruirmi un’idea sulla sua personalità. Siamo entrambi anarchici e amanti della libertà».

Umbertì, che stava spesso disteso ai piedi delle fontane di Ancona, da quella delle Tredici Cannelle a quella dei Cavalli, era amatissimo. A seguirlo, era la cognata, che si prese cura di lui finché non divenne necessario il ricovero in una struttura di Senigallia, dove morì nel giugno del 2000.

Gli eventuali proventi dell’iniziativa – non a scopo di lucro – saranno destinati al Centro per persone diversamente abili, Papa Giovanni XXIII.

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