Ancona-Osimo

Ka – Nuovo Immaginario Migrante, un occhio anconetano sull’Amazzonia

Dopo l’affermazione in festival nazionali e internazionali, il documentario “All Eyes on the Amazon” del regista dorico Andrea Marinelli sarà presentato in prima regionale il 17 luglio alla Mole, come apertura della III edizione del festival

ANCONA – Best nature and travel film all’European Cinematography Award. Finalista al britannico London Eco film festival e al Roma Film doc. Selezionato tra i documentari in concorso al David di Donatello. Proiettato tra gli altri in Florida (USA) nella selezione ufficiale del Cinema Verde Environmental Film & Arts Festival. In concorso a Ischia e molti altri contesti. Sta riscuotendo numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale il documentario “All Eyes on the Amazon” del regista anconetano Andrea Marinelli, che il 17 luglio arriverà in prima regionale ad Ancona, in apertura del “Festival Ka – Nuovo Immaginario Migrante”, 3° edizione. La proiezione avrà luogo alla Mole di Ancona alle 21.30.

La serata si svolge in collaborazione con Water Grabbing Observatory e associazione culturale Tivittori, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona. Ingresso libero a partire dalle ore 21, fino a esaurimento posti. In caso di pioggia l’evento sarà annullato e rinviato a data da destinarsi. Interverranno lo stesso regista Andrea Marinelli, Lorenzo Pellegrini, professore associato, ISS Università Erasmus di Rotterdam e Università San Francisco of Quito, la progettista ambientale Marirosa Iannelli, Presidente Water Grabbing Observatory. Modera Claudia Gentili, operatrice culturale dell’associazione Tivittori di Serra de’ Conti.

Nato nel 2018 grazie al programma MigrArti Cinema del MibACT, KA – Nuovo Immaginario Migrante ha portato per la prima volta nelle Marche un evento cinematografico interamente dedicato al tema delle migrazioni. KA è lo spirito dell’eterna erranza, una rappresentazione simbolica mitica presente in diverse culture africane e indica l’energia sovrannaturale che viene trasmessa dalla divinità all’umano in una sorta di abbraccio protettivo. La ricerca di opere cinematografiche, visive e dialogiche capaci di essere veicolo di riflessione attiva viene declinata ogni anno a seconda di un tema. Dopo aver osservato il fenomeno migratorio con la lente della Solidarietà e delle Frontiere, questa terza edizione apre ulteriormente l’orizzonte verso la dimensione “Terrestre”. Lo sguardo di KA si collocherà infatti nella prospettiva di una nuova ecologia, inserendo il dibattito contemporaneo sul futuro non solo dell’umanità in senso stretto, ma sul futuro di umani e non umani inter-dipendenti, soggetti alle medesime variabili ecologiche in quanto esseri abitanti del pianeta Terra.

In questa visione “terrestre”, che caratterizzerà KA per il biennio 2020/2021 anche alla luce delle restrizioni dovute all’emergenza Covid-19, il documentario “All Eyes on the Amazon” di Andrea Marinelli, prodotto dalla Erasmus University Rotterdam su concept di Lorenzo Pellegrini, professore associato, ISS Università Erasmus di Rotterdam e Università San Francisco of Quito, offre innumerevoli e sconcertanti spunti. Impegnato in regia televisiva, video per spettacoli teatrali e musicali, realizzazione di spot pubblicitari, negli ultimi anni Marinelli si è dedicato alla realizzazione di documentari che focalizzano l’attenzione sull’inquinamento da idrocarburi sia in territorio italiano che sudamericano. Nel 2019, il breve reportage-intervista “I miracoli del petrolio in Basilicata” è stato proiettato allo Sponz Fest di Vinicio Capossela. Quest’ultimo lavoro dedicato alla situazione nella Amazzonia ecuadoriana e atteso in prima regionale ad Ancona il 17 luglio nell’ambito della stagione cinematografica curata dall’Arci, sta riscuotendo notevole attenzione sia da un punto di vista tematico che artistico.

In “All eyes on the Amazon”, il regista anconetano ha catturato la situazione e l’impegno che donne e uomini di ogni età stanno mettendo nella lotta quotidiana per il rispetto dei diritti basilari, attualmente negati dalla gestione delle estrazioni. L‘Amazzonia ecuadoriana è infatti soggetta a estrazioni petrolifere già dagli anni ’70 e nei quattro decenni trascorsi, gli idrocarburi hanno continuato a suscitare speranze di sviluppo, generando però nel contempo una serie di impatti negativi sulle comunità e mettendo in pericolo l’equilibrio della foresta pluviale più grande del mondo. Le responsabilità rimbalzano di soggetto in soggetto senza trovare soluzione. Grazie al supporto di soggetti accademici internazionali e di nuove tecnologie (droni, smartphone, app su misura), le comunità indigene stanno riuscendo nell’intento di documentare scientificamente la situazione di degrado, portando dati certi e prove. Oggi è sempre più chiaro quanto la salute di questo patrimonio millenario non riguardi soltanto le comunità indigene ma appunto tutte le creature terrestri.