Ancona-Osimo

Falconara, Raffineria Api: “Collaboriamo per il miglioramento dell’impatto ambientale”

Dopo le indagini dei Carabinieri del Noe, la società, primo stabilimento industriale delle Marche e prima raffineria italiana ad ottenere l'Autorizzazione Integrale Ambientale, rassicura: "Siamo certi di aver sempre rispettato la normativa e le procedure ambientali e di sicurezza"

Raffineria Api Falconara

FALCONARA MARITTIMA – In seguito a segnalazioni di cittadini di Falconara Marittima, che lamentavano esalazioni maleodoranti nelle aree attorno alla Raffineria Api, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Ancona ha avviato delle indagini preliminari per accertare eventuali responsabilità e il rispetto o meno delle normative ambientali. E ha spiccato due avvisi di garanzia verso l’amministratore delegato della Raffineria e il responsabile dell’ufficio ambiente e sicurezza. Api Raffineria di Ancona SpA, però, fa le sue precisazioni. Con una nota, informa che le indagini, “note già da tempo per essere state notificate agli indagati ormai da alcune settimane, hanno avuto ad oggetto informazioni e documenti spontaneamente forniti dalla società medesima nell’ambito di un pieno spirito collaborativo”. E ancora: “Raffineria è certa di aver sempre rispettato la normativa e le procedure ambientali e di sicurezza“.

L’Api di Falconara, il più importante stabilimento industriale delle Marche, nel 2018 e nel 2019 ha stanziato 10 milioni di euro, sia per interventi inerenti alle nuove prescrizioni scaturite dal rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, sia per investimenti di miglioramento dell’impatto ambientale operate di sua iniziativa.

“L’azienda intende continuare a condividere con gli enti e la popolazione tutte le attività messe in campo, proseguendo in un percorso di collaborazione tra impianto produttivo, amministrazione e comunità locali che prevede azioni concrete e trasparenza delle informazioni”, dice ancora la nota dell’Api. “Quella di Falconara Marattima è stata la prima raffineria in Italia ad ottenere l’AIA (autorizzazione integrale ambientale) nel 2010, rinnovata nel 2018 a conferma dell’adeguamento alle Best Available Techniques (BAT) previste dalla Commissione Europea e dei migliori standard procedurali per la riduzione e il controllo delle emissioni“.

Per concludere con una rassicurazione: “I dati pubblici sulle emissioni, prodotti dalle centraline di rilevamento collocate sul territorio e pubblicati sul sito dell’ARPAM, evidenziano livelli di qualità dell’aria del tutto comparabili con il resto della regione e in miglioramento negli ultimi anni”.

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