Ancona-Osimo

Il Bignamini di Falconara compie 30 anni. Il direttore: «Il nostro sogno è un centro più grande»

L'istituto di riabilitazione è un'eccellenza marchigiana e punto di riferimento per bambini e adulti con disabilità gravi, provenienti da tutta la regione e non solo. A livello ambulatoriale, ogni anno le persone che si rivolgono alla struttura di via Matteotti sono più di 5mila. Intervista a Paolo Perucci

Centro Bignamini
Il Centro Bignamini - Fondazione Don Gnocchi di Falconara (Foto: www.dongnocchi.it)

FALCONARA – L’Istituto Bignamini – Fondazione Don Gnocchi di Falconara compie 30 anni di attività. Un traguardo importante per il centro di riabilitazione, eccellenza marchigiana e punto di riferimento per molte persone con disabilità gravi provenienti da tutta la regione e non solo. I pazienti sono per lo più bambini con problemi neuropsichiatrici e adulti con problemi ortopedici e neurologici. A livello ambulatoriale, ogni anno le persone che si rivolgono al centro sono più di 5 mila.
Negli anni la struttura di via Matteotti è cresciuta molto: sono aumentati i servizi, i posti letto, gli ambulatori sparsi nel territorio ed è migliorata la qualità. Per il futuro un grande sogno: quello di un centro più grande per rispondere in maniera ancora più adeguata alle esigenze dei pazienti.

LA STORIA – La posa della prima pietra a Falconara avvenne nel 1952, l’attività del centro iniziò nel 1965. Il Bignamini nasce come un ente della Diocesi di Ancona e prende il nome dal vescovo Egidio Bignamini. Dal 1965 al 1989 il centro è stato gestito da vari enti della Diocesi, il 1° gennaio del 1989 è entrato a far parte della grande famiglia della Fondazione Don Gnocchi.
Negli anni la struttura ha ampliato il proprio campo di azione sia nell’ambito della cura e riabilitazione delle patologie dell’età evolutiva, che in quello dell’adulto. Sono state acquisite nuove strutture territoriali e aperte ulteriori unità residenziali. Nelle Marche ci sono sette presidi ambulatori (nella provincia di Ancona sono sei, tre ad Ancona, uno a Senigallia, uno a Camerano e uno a Osimo; uno è nella provincia di Pesaro-Urbino, a Fano) e un servizio riabilitativo domiciliare.

Oggi, presso la struttura operano: un’Unità di Riabilitazione Intensiva che fornisce trattamenti integrati per disabilità gravi conseguenti a lesioni cerebrali e patologie ortopediche post-acute comportanti non autosufficienza (20 posti letto); un’Unità residenziale di Riabilitazione Estensiva per pazienti che presentano disabilità neurologiche e psicosensoriali, in età adulta o evolutiva (30 posti letto). A queste si affianca un’Unità Speciale per Disabilità Gravi in Età Evolutiva per minori con gravi cerebrolesi (10 posti letto) e il reparto di Semidegenza extraospedaliera destinato ad accogliere bambini in età scolare (scuola dell’infanzia e scuola primaria) e adulti di età post scolare.
La “scuola speciale”, che dopo la firma dell’ultima convenzione oggi prende il nome di “Scuola a domicilio”, è nata alla fine degli anni ’60. La sua attività è in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e fa parte dell’Istituto Comprensivo Falconara Centro. In tutta la provincia, tra Centro e ambulatori, lavorano 170 dipendenti ai quali si aggiungono una quarantina di libero professionisti.

Abbiamo incontrato il direttore del Bignamini, Paolo Perucci. Ecco l’intervista.

Paolo Perucci, direttore del Centro Bignamini di Falconara
(Foto: www.dongnocchi.it)

Direttore Perucci, lei lavora al Bignamini da più di vent’anni. Com’è cambiato il Centro?
«Negli anni abbiamo provveduto a mettere a norma la struttura e a renderla maggiormente confortevole per pazienti e frequentatori. Per quanto riguarda il personale, l’attività formativa è continua. I nostri servizi sono di grande qualità e l’attività migliora costantemente. Siamo accreditati con la Regione Marche e abbiamo ottenuto la certificazione Iso. Le cose vanno bene. Abbiamo molta richiesta, ci sono liste d’attesa importanti sia nel settore del bambino che dell’adulto».

Quali sono i punti di forza del centro?
«Il Bignamini nasce come centro per bambini ed è conosciuto soprattutto per questo, ma anche nel settore adulti abbiamo acquisito competenze importanti. Tra i punti di forza c’è sicuramente la piscina, una delle poche riabilitative delle Marche».

Quali sono invece le criticità?
«Abbiamo necessità di ulteriori spazi. Sono necessari per svolgere al meglio l’attività sanitaria e per fornire servizi di maggiore qualità ai pazienti. Stiamo valutando se ampliare la struttura esistente o se costruire un nuovo centro più grande. Siamo ancora in fase di analisi».

E la Scuola speciale? Lo scorso settembre ci sono state delle proteste da parte dei genitori dei bambini, preoccupati per la riduzione del numero degli insegnanti di sostegno.
«Con la firma dell’ultima convenzione la “Scuola speciale” prende il nome di “Scuola a domicilio”. Le insegnanti di sostegno sono meno rispetto allo scorso anno ma, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale, siamo riusciti a organizzare un servizio soddisfacente».

Un sogno per il Bignamini?
«Il sogno è una nuova struttura per ampliare i servizi a vantaggio dei nostri pazienti. E poi, ovviamente, espandere le attività nel settore bambino e adulto».

C’è un ricordo legato al Centro che le sta particolarmente a cuore?
«Ricordo sempre un episodio che mi ha emozionato. Un giorno nel reparto bambini disabili gravi, c’era un piccolo paziente con problemi cognitivi. Stava su uno standing, un ausilio per stare in piedi. Il bambino mi ha preso la mano e l’ha portata sul suo volto per essere accarezzato. Mi ha molto colpito. Tutti hanno bisogno di qualcuno che gli voglia bene e l’amore è il linguaggio che utilizzano questi bambini. L’amore e l’affetto sono garantiti dai numerosi volontari che quotidianamente operano al Bignamini».

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