Ancona-Osimo

Ematologia: Univpm, AOU e AIL insieme per la ricerca. Intanto il Reparto aspetta il trasferimento al sesto piano e più posti letto

La dr.ssa Erika Morsia, specializzata in Ematologia all'Univpm di Ancona, si occuperà di un progetto di ricerca nell'ambito dei disordini mieloproliferativi cronici rari e delle complicanze trombotiche

Un momento della conferenza stampa

ANCONA – Migliorare le conoscenze cliniche e molecolari sui meccanismi di formazione di trombosi nei pazienti con Neoplasie Mieloproliferative seguiti presso la Clinica di Ematologia di Ancona. È l’ambizioso progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra Università Politecnica delle Marche, Azienda Osepdaliero Universitaria delle Marche e AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) sezione di Ancona-Macerata odv, che sarà portato avanti nei prossimi tre anni dalla Dr.ssa Erika Morsia, specializzata in Ematologia presso la Scuola di Ematologia dell’Univpm.

Grazie infatti al prezioso contributo economico dell’AIL, che ha finanziato interamente con 156mila euro un posto di ricercatore di durata triennale, il Dipartimento di Scienze Cliniche Molecolari della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche ha potuto bandire un concorso per un Ricercatore di tipo A, nel settore disciplinare “Malattie del sangue, oncologia e reumatologia”, senza alcun onere per Univpm. La Dr.ssa Morsia ha vinto il concorso con un progetto di ricerca nell’ambito dei disordini mieloproliferativi cronici rari e delle complicanze trombotiche, dal titolo “Identificazione di fattori clinici molecolari associati allo sviluppo di trombosi in pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative”.

«Ringrazio l’Ateneo e l’AIL per avermi dato la possibilità di diventare ricercatrice» ha commentato la Dr.ssa Morsia illustrando l’ambizioso progetto di ricerca che prevede la messa a punto di modelli predittivi di rischio trombotico nei pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative, al fine di ridurre le possibili conseguenze acute e croniche di tali gravi complicanze.

La Clinica di Ematologia di Ancona ha un ruolo di leadership in questo ambito con oltre 600 pazienti seguiti, di cui 58 casi diagnosticati solo nel 2021. I Disordini Mieloproliferativi Cronici sono neoplasie del sangue a lento sviluppo che, se correttamente diagnosticati, possono essere suscettibili di terapie efficaci e in alcuni casi curative. Circa il 20% di questi pazienti va incontro a complicanze trombotiche, la cui genesi è correlata al disordine mieloproliferativo stesso, ma l’evento trombotico è generalmente difficile da prevedere, dal momento che non esistono attualmente marcatori certi di rischio trombotico in questo settore.

Il rettore dell’Univpm, Prof. Gian Luca Gregori, dopo aver ringraziato l’AIL, ha ricordato alla giovane ricercatrice che «anche se questo percorso nasce come precario, è ricco di soddisfazioni e può dare grandi possibilità di crescita».

La Dr.ssa Morsia e il rettore dell’Univpm Gregori

«Negli ultimi 5 anni Ematologia ad Ancona è cresciuta molto, siamo tra i 15 centri trapianto in Italia e nel 2021 abbiamo attivato la terapia genica con Cart. Inoltre, oltre alla Dr.ssa Erika Morsia, presto il gruppo di ricerca si completerà con l’arrivo di un nuovo ricercatore – commenta il Prof. Attilio Olivieri, direttore della Scuola di Ematologia dell’Univpm-. Per il futuro abbiamo due iniziative importanti in cantiere per migliorare la qualità dell’assistenza ematologica nel territorio e nell’Azienda. La prima è un progetto di continuità assistenziale per pazienti fragili a domicilio con il Centro Trasfusionale, in collaborazione con medici di famiglia e con il supporto di AIL e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. La seconda è rinnovare il reparto di Ematologia. Dopo 25 anni i 12 posti letto sono divenuti insufficienti e le stanze anguste. Sono necessari interventi di aggiornamento tecnologico e di umanizzazione».

Anche il direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Michele Caporossi, è intervenuto sul reparto di Ematologia. «Siamo sul binario giusto per risolvere il problema. Ematologia ha bisogno di una sede adeguata che abbiamo individuato al sesto piano dell’Ospedale di Torrette. Il progetto definitivo prevede di aumentare i posti letto da 12 a 20 e di avere nuove tecnologie. AIL ha già avviato un’importante campagna di raccolta finanziamenti, ma il grosso deve arrivare dal bilancio regionale. Siamo in attesa di risposte, una volta ricevuti i fondi i tempi di realizzazione non saranno lunghi».

Il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Prof. Mauro Silvestrini, oltre ad essersi unito ai ringraziamenti per il prezioso contributo dell’AIL, ha detto che «questo è il più bel esempio di come la società possa essere virtuosa mettendo a disposizione le proprie risorse per un progetto così importante».

Il Prof. Leoni, presidnete AIL Ancona-Macerata e il Prof. Olivieri, direttore Scuola Ematologia Univpm

L’AIL Ancona-Macerata odv è una delle 82 sezioni dell’AIL nazionale che conta 15 mila volontari. Collabora con la Clinica Ematologica degli Ospedali Riuniti di Ancona, il reparto di Ematologia dell’Ospedale di Civitanova e con la Facoltà di Medicina dell’Univpm. L’AIL Ancona è stata fondata nel 1975 e nel 2000 si è costituita la sezione interprovinciale Ancona-Macerata.

«Le sezioni provinciali sono autonome, quello che viene raccolto nel territorio viene riversato nel territorio. In questi anni abbiamo erogato un milione e duecento mila euro per borse di studio, assegni di ricerca ecc… Senza ricerca non c’è innovazione e miglioramenti per l’assistenza ai pazienti- afferma il Prof. Pietro Leoni, presidente AIL Ancona-Macerata-. Altre nostre attività riguardano la donazione di strumenti e arredi, sussidi economici a pazienti e alle famiglie in difficoltà finanziarie a seguito della malattia, assistenza quotidiana, supporto piscologico ecc… L’AIL è diventata indispensabile per le unità ematologiche in Italia».

Presente alla conferenza stampa di presentazione del progetto di ricerca anche Amalia Dusmet, madre di Lorenzo Farinelli e presidente dell’omonima Fondazione, nata per tenere viva la memoria del figlio, il giovane medico anconetano scomparso prematuramente per un Linfoma non-Hodgkin.

Ti potrebbero interessare