Ancona-Osimo

Edilizia: rinnovato il contratto per 10mila lavoratori e via libera al Durc di congruità post sisma

Nuove regole e controlli più severi nella ricostruzione post-sisma con l'introduzione di uno strumento indispensabile per il controllo e il contrasto del lavoro nero

Immagine d'archivio

ANCONA- Un aumento salariale di 55 euro al mese e di altri 2 euro al mese sul contributo collettivo obbligatorio relativo alla previdenza complementare. È l’incremento del quale stanno beneficiando oltre 10mila lavoratori edili marchigiani, in seguito al rinnovo del contratto collettivo nazionale siglato lo scorso 19 luglio.

Importante novità l’introduzione a partire dal 4 agosto del Durc di congruità, chiesto a gran voce dalle sigle sindacali quale strumento di controllo per la verifica della regolarità dei contratti di lavoro. Di fatto il Durc, che al momento è stato introdotto solo per le aree del cratere sismico, consentirà di controllare e conteggiare il costo del lavoro in funzione dell’opera che si intende realizzare. Uno strumento indispensabile nella fase della ricostruzione post-sisma: “in particolare, dopo i recenti fatti di cronaca (SAE e non solo), si rende fondamentale stringere le maglie dei controlli e rafforzare gli organismi deputati alla sorveglianza”, scrivono in una nota congiunta le segreterie regionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. L’applicazione del corretto CCNL e il settimanale di cantiere, sono i punti di forza per la trasparenza e la legalità del settore.

Daniele Boccetti, segretario regionale Fillea CGIL
Daniele Boccetti, segretario regionale Fillea CGIL

Esprime grande soddisfazione Daniele Boccetti, segretario Fillea Cgil: «Con il rinnovo del contratto collettivo nazionale e il riconoscimento del Durc, di fatto parte un’operazione fortemente innovativa e una scommessa nell’ambito dell’edilizia, dove è stato introdotto uno strumento, tra i più avanzati, per il controllo e il contrasto del lavoro nero. Il nuovo contratto nazionale affronta il tema dell’illegalità nel settore costruzioni e dell’applicazione del giusto contratto nazionale. Auspichiamo che il Durc di congruità, che è stato introdotto in misura sperimentale per un periodo di due anni e soltanto per le casse edili che gravitano nelle regioni del cratere sismico, possa essere esteso a tutto il territorio nazionale. Questo strumento consentirà alle casse edili e di conseguenza ai sindacati, di stanare il lavoro nero, stabilendo una relazione tra il valore dell’opera e il numero di persone necessarie per l’esecuzione dei lavori. Lo strumento c’è, ora occorre farlo funzionare».

In particolare l’ordinanza commissariale n.58 dello scorso luglio, oltre a stabilire che il Durc per Congruità riguarda le aziende che operano all’interno del cratere (tutti lavori pubblici e privati sopra soglia), ha definito il prezzario sulla base del quale si stabilisce il costo della manodopera, l’obbligo di indicare il cantiere, ma sopratutto che tutte le Imprese affidatarie dei Lavori Edili sono tenute ad applicare ai lavoratori dipendenti il CCNL edile (e non altri contratti che hanno sicuramente costi minori e probabilmente un’attenzione minore alla sicurezza nel lavoro). Misure che consentono un monitoraggio più efficace dell’andamento della ricostruzione e la verifica di come vengano spesi i soldi pubblici, e che nel contempo “agevolano le condizioni di lavoro dei tanti edili che stanno già operando nel territorio e che arriveranno nei prossimi mesi, favorendo, al tempo stesso le aziende più sane e serie del territorio”, si legge nella nota.

“D’altra parte si segnala con preoccupazione il blocco di 1 miliardo di euro dei fondi destinati ai progetti vincitori del Bando Periferie quale effetto dell’approvazione in Senato del ddl Milleproroghe – scrivono Fillea, Filca e Fenea – ci auspichiamo che il passaggio alla Camera dei Deputati possa correggere questo effetto negativo. Così come è urgente maturare una visione politica che possa rilanciare un piano infrastrutturale serio e fattibile che permetta di far uscire dall’isolamento territoriale poli manifatturieri importanti per la nostra Regione. Un esempio evidente ne è la QUADRILATERO per la quale ad oggi non sono stati ancora sbloccati i finanziamenti con il rischio di prolungare le difficoltà di viabilità delle zone industriali del Fabrianese. È necessario un piano nazionale di interventi straordinari – concludono – su tutte le infrastrutture e di messa in sicurezza del territorio. Se da un lato il rinnovo del CCNL offre nuovi ed importanti strumenti di controllo dell’irregolarità e di rilancio del settore questi risultano depotenziati se non affiancati da una politica di investimenti pubblici per il rilancio del comparto edile».

 

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