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Verso il Micam, Sabatini: «Via la sfiducia. Ripartire dal territorio per ripensare il distretto» (VIDEO)

Le imprese delle Marche si preparano al Salone internazionale del settore calzaturiero di Milano. Il punto con il presidente della Camera di Commercio. Per Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico: «Proseguiamo la nostra battaglia per il Made in Italy confidando che il nuovo governo non interrompa il cammino e sperando che chi ci rappresenterà in Europa riesca a far cancellare le dannose sanzioni alla Russia»

FERMO – Verso il Micam. Il distretto maceratese e fermano si prepara alla trasferta e gli addetti ai lavori fanno il punto sull’andamento economico delle aziende del territorio coinvolte nella produzione delle calzature. Tra luci e ombre. «Sono cambiati i mercati, e il rallentamento dei principali Paesi dell’Unione Europea impone ancora nuovi scenari, si sono profondamente modificate le dinamiche commerciali, i piccoli imprenditori, anche quelli che garantiscono un prodotto di grande qualità, rischiano di diventare microscopici: il nostro settore della calzatura può superare il lungo periodo di crisi solo attraverso progetti seri e di filiera, con l’innesto di risorse pubbliche a sostegno di investimenti mirati, con una ritrovata voglia di tornare a essere un distretto leader in Italia e riconosciuto a livello internazionale».

Alla vigilia del Micam, il Salone internazionale leader del settore calzaturiero (Milano, 15-18 settembre), che quest’anno taglia il traguardo dei 50 anni, il presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini, chiede di «bandire la parola sfiducia» e di «trovare all’interno del territorio la forza per ripensare e riposizionare il distretto calzaturiero».

Per il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro: «I nostri calzaturieri sono abituati  a non piangersi addosso e, con costanza, a cercare ogni elemento positivo nel proprio lavoro sia pure in un contesto congiunturale complesso. La mia speranza è che ci possa essere la piena ripartenza del settore, che potrà avere un impatto positivo anche sui livelli occupazionali, soprattutto quelli giovanili».

 Il messaggio del presidente della Camera di Commercio delle Marche

Non a caso, Milano diventerà lo snodo per presentare, insieme alle ultime produzioni delle aziende espositrici, alcuni progetti che «andranno a incidere profondamente sul futuro del distretto, creando finalmente le condizioni perché ci sia un intero sistema che lavora compatto per la calzatura: aziende, istituzioni, università e centri di innovazione, esperti di marketing e comunicazione», dice Sabatini.

Parlando di presente, il vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico e vicepresidente nazionale di Assocalzaturifici, Giampietro Melchiorri, ha fatto un riferimento al nuovo governo. «Noi imprenditori purtroppo non riusciamo a capire la politica e quello che accade. Di qualsiasi colore sia, per noi è irrilevante: quello che temiamo sono gli slogan e l’uso di un linguaggio a noi sconosciuto, quello delle promesse, mentre abbiamo bisogno di punti fermi», dice Melchiorri.

Che prosegue: «Il Micam arriva dopo una serie di fiere non convincenti» e il suo auspicio è che «clienti e stakeholder, che sono mancati a Berlino e Parigi, vengano al Micam. Allora sì che potremo dire che resta la fiera numero uno – ha concluso – e ci aiuterà a non pensare alla Russia, dove il grande cliente continua a ordinare, con le sue regole e non con le nostre, ma il piccolo lentamente sta scomparendo».

«Partiamo in cento dal Fermano e ci confermiamo insieme a Macerata il distretto numero uno – ha spiegato Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico -. È innegabile, presentiamo qualche azienda in meno ma è la fotografia della realtà: imprese in crisi e costo della fiera, che non è aumentato ma resta un investimento importante». Per l’imprenditore fermano, «il Micam arriva in un momento critico» e l’auspicio è che «gli sforzi degli imprenditori, tra campionario e internazionalizzazione, sia supportato dalle istituzioni come sta facendo la Camera di Commercio delle Marche e come ogni giorno fanno le associazioni di categoria». «Proseguiamo la nostra battaglia per il made in – ha concluso Fenni -, confidando che il nuovo governo non interrompa il cammino e sperando che chi ci rappresenterà in Europa riesca a far cancellare le dannose sanzioni alla Russia».

«Il Micam rappresenta ancora oggi uno dei più importanti approcci ai mercati mondiali, anche se oggi nelle fiere non si raccolgono più ordini come negli anni d’oro – ha spiegato Roby Spernanzoni, delegato della Sezione Calzature di Confindustria Macerata -. La sensazione dei nostri imprenditori, alla vigilia dell’evento, è che sia possibile un cambio di passo, in termini mercantili, e questo ci riguarda direttamente, e in termini politici. Siamo il distretto del “ben fatto”, anche se abbiamo perso aziende e manodopera specializzata, con uno straordinario know how produttivo che, negli anni d’oro, al 90% si traduceva in marchi propri. Oggi, accanto alle aziende leader, ci sono tante medie e piccole aziende che hanno messo da parte il sogno russo e scoperto il terziario di qualità: una strada sulla quale siamo arrivati in ritardo rispetto agli altri distretti italiani, ma che vale la pena di percorrere ora che le grandi griffe della moda mondiale e i big player del mercato online hanno preso coscienza delle nostre potenzialità e della qualità che garantiamo».

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