Ancona-Osimo

Mercato del lavoro, + 1,5% occupati nel 2024. Orazi di Univpm: «Le Marche puntino sui servizi avanzati per la produzione»

Il docente di Sociologia commenta i dati diffusi dall'Istat: il tasso di occupazione sale al 62,2%. Si dovrebbe puntare su «ICT, digitalizzazione dei processi, biomedicale, nuovi materiali e nanotech»

Nella media del 2024 in Italia l’occupazione aumenta del +1,5% (in un anno), mentre si riduce il numero dei disoccupati (-14,6%) e cresce quello degli inattivi di 15-64 anni (+0,5%). Emerge dalla fotografia scattata dall’Istat “Il mercato del lavoro – IV Trimestre 2024”.

Secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica nel 2024 il tasso di occupazione 15-64 anni sale al 62,2% (+0,7 punti percentuali in un anno), quello di disoccupazione scende al 6,5% (-1,1 punti) e quello di inattività (15-64 anni) si attesta al 33,4% (+0,1 punti).

Anche nelle imprese si registra una crescita: le posizioni dipendenti aumentano del 2,3% e il monte ore lavorate del 2,8% (al netto degli effetti di calendario); diminuiscono lievemente il ricorso alla Cig (-0,4 ore ogni mille lavorate) e il ricorso al lavoro straordinario (-0,2%). Cresce in misura sostenuta il costo del lavoro (+3,4%), a seguito dei miglioramenti stabiliti nei rinnovi contrattuali registrati nell’anno.

Nel IV trimestre del 2024 il numero di occupati rimane sostanzialmente stabile rispetto al terzo trimestre 2024 a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+118 mila, +0,7%) che ha compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-86 mila, -3,1%) e degli indipendenti (-36 mila, -0,7%); cala il numero di disoccupati (-36 mila, -2,3% in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+46 mila, +0,4%).

Simile la dinamica per i tassi: quello di occupazione rimane stabile a 62,4%, il tasso di disoccupazione scende al 6,1% (-0,1 punti) e quello di inattività 15-64 anni sale al 33,5% (+0,1 punti). Nei dati provvisori di gennaio 2025, rispetto al mese precedente, l’aumento degli occupati (+145mila, +0,6%) e del relativo tasso (+0,4 punti) si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,1 punti) e di quello di inattività 15-64 anni (-0,4 punti).

Il professor Francesco Orazi dell’Univpm

«Questi dati – spiega il professor Francesco Orazi, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Univpm – mostrano un certo dinamismo in positivo del mercato che però va preso con le molle. Il dato relativo all’aumento dell’occupazione a tempo indeterminato che compensa la diminuzione di quella a tempo determinato e degli autonomi, ma se vediamo il dato annuale, ci accorgiamo invece che sono le posizioni a tempo determinato che sono più rilevanti di quelle a tempo indeterminato».

L’esperto aggiunge: «Il mercato del lavoro in questo momento è la componente dell’economia italiana che forse è più dinamica in un contesto macroeconomico che vede grosse difficoltà sul piano dell’organizzazione industriale. All’interno dello stesso mercato del lavoro i dati mostrano alcune categorie d’età e professionale che crescono, mentre altre di età e genere che decrescono. L’Italia – prosegue – risente di turbolenze internazionali molto forti, inoltre, il Paese è profondamente segnato da differenze geograficamente rilevanti per quanto riguarda la performance produttiva e questo si riveberera anche sull’occupazione».

Orazi parla di un quadro che deve invitare «ad essere ottimisti con estrema parsimonia: bene il mantenimento della performance occupazionale – dice -, ma questi dati non sono indicativi della salute o della malattia di un sistema economico. Si tratta di una dinamica che va letta in un quadro economico più complessivo».

Nelle Marche quali settori potrebbero dare maggiori prospettive occupazionali? «Le Marche dovrebbero puntare su una forte iniezione di risorse da destinare ai servizi avanzati per la produzione. Per intenderci turismo e cultura non saneranno mai da soli l’emorragia industriale. Fare questo implica una politica economica locale che valorizzi i nuovi attori innovativi che abitano i tessuti produttivi regionali, ma che hanno poca rappresentazione istituzionale. I governi regionali mi sono parsi sempre molto distratti rispetto all’obiettivo».

Fra i servizi avanzati per la produzione Orazi cita «ICT, digitalizzazione dei processi, biomedicale, nuovi materiali e nanotech».