Ancona-Osimo

Marche, migliora il comparto delle costruzioni. Sabatini (Camera Commercio): «Traino per ripresa solida»

Presentati gli ultimi dati trimestrali di Movimprese sul tessuto imprenditoriale nei territori della regione e sui settori. Il punto con il presidente dell'ente camerale

ANCONA – La rilevazione trimestrale Movimprese sulla consistenza imprenditoriale nei territori italiani, mostra un segno positivo nella nostra regione: al 30 settembre 2019 le imprese iscritte al Registro della Camera di Commercio delle Marche sono 168.985, a fronte di 210.000 localizzazioni complessive, 1.779 le nuove nate negli ultimi tre mesi con un saldo positivo di 321 unità, dato in crescita rispetto allo scorso anno (al 30 settembre 2018 erano 1691).

La crescita dello 0,19% ci parla di una sostanziale stabilità, che Gino Sabatini presidente della Camera di Commercio delle Marche, nata dalla fusione delle cinque camere provinciali esattamente un anno fa, saluta con cauto ottimismo. «Questa tenuta ci conforta, il sistema economico marchigiano si trova in una situazione congiunturale complessa, non solo per via del mercato italiano asfittico, ma anche per i diversi ostacoli offerti dallo scenario internazionale che rischiano di penalizzare ulteriormente le nostre esportazioni». Il presidente sottolinea la crescita nei settori di manifatturiero e costruzioni: «Sono i traini che possono garantire una ripresa finalmente solida: la crescita delle aziende in questi comparti, anche se contenuta, è comunque un segnale incoraggiante».

Il quadro generale
Considerando la disaggregazione della rilevazione per territori provinciali, emergono differenze, quanto meno di intensità della crescita, a partire dalla provincia di Ancona che risulta stabile. Le altre province hanno invece segno positivo, con Ascoli Piceno che fa riscontrare un tasso trimestrale pari a +0,17%, seguita da Pesaro e Urbino con +0,14%. Maggiori risultano invece i tassi per la provincia di Macerata (+0,32%), e in particolare per quella di Fermo (+0,50%).

Le forme giuridiche
Il tessuto imprenditoriale regionale prosegue nel suo processo di trasformazione: le società di capitale infatti sono ancora una volta la tipologia di forma giuridica che cresce con il passo più veloce. Nelle Marche il saldo tra iscrizioni e cessazioni nette è per esse pari a +329, che corrisponde ad un tasso di crescita nel terzo trimestre pari a +0,79%, largamente superiore a quello medio regionale e allineato a quello che queste imprese fanno rilevare contestualmente nel Paese (+0,72%).

Alla data del 30 settembre di quest’anno le imprese individuali sono 92.320, confermandosi sempre la forma giuridica più diffusa nell’ambito del tessuto imprenditoriale delle Marche, sebbene in progressivo e lento ridimensionamento: esse costituiscono attualmente il 54,6% delle imprese totali regionali. Le società di capitale sono ormai saldamente attestate al secondo posto, con una numerosità pari a 41.931 (24,8% del totale). Si contano, infine, 30.774 società di persone (18,2%) e 3.960 imprese costituite in altre forme giuridiche (2,3%).

Le dinamiche settoriali
Nell’esame dell’andamento dei diversi settori di attività economica viene preso in considerazione il saldo dello stock delle imprese registrate del 30 settembre rispetto al 30 giugno 2019, al netto delle cancellazioni d’ufficio.

I settori economici con le maggiori crescite in termini assoluti appartengono al terziario e sono nell’ordine: le attività professionali, scientifiche e tecniche (+78), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+63), le attività immobiliari (+49), il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+39).

Anche in ambito industriale di rilevano segni generalmente positivi, in particolare nelle costruzioni (+37) e nelle attività manifatturiere (+35). Tuttavia occorre tenere presente l’elevato numero di imprese che questi due settori aggregano rispettivamente (entrambi contano oltre 20mila unità ciascuno). Sempre tra i saldi positivi, pare opportuno menzionare, in rapporto alla dimensione del settore, quello delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+27).

Tra i settori con il segno meno si confermano invece in particolare quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-27 unità), seguito dal commercio (-14), sebbene i numeri siano decisamente esigui, considerate le rispettive numerosità totali.

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