Ancona-Osimo

“Dona un abito, non un rifiuto”: la nuova campagna di Vestilbene

L’emporio del vestire solidale è stato inaugurato a dicembre, presso il Centro Giovanni Paolo II, e sembra un vero e proprio negozio di abbigliamento. I beneficiari sono persone e famiglie in difficoltà

ANCONA – È partita la campagna di comunicazione promossa dall’Associazione SS. Annunziata Onlus, braccio operativo della Caritas Diocesana, dal titolo “Dona un abito, non un rifiuto“.

Una campagna di sensibilizzazione per accompagnare la cittadinanza verso una maggiore consapevolezza del valore del dono di abiti nuovi o usati in buono stato, destinati a Vestilbene, l’emporio del vestire solidale di Ancona.

Inaugurato a dicembre, presso il Centro Giovanni Paolo II in via Podesti 12, fino ad oggi l’emporio si è preso cura di circa 300 persone ed è gestito dall’associazione di Solidarietà SS. Annunziata Onlus e reso possibile grazie a un finanziamento della Fondazione Cariverona. Si tratta di vero e proprio negozio di abbigliamento, riservato a persone e famiglie in difficoltà, residenti in città o senza fissa dimora che, munite di una tessera a punti, possono scegliere gli abiti di cui hanno bisogno, secondo una programmazione stagionale.

Il desiderio della Caritas è quello di collegare il gesto del conferimento dei vestiti al senso e al valore del dono, come testimonianza di fraternità e di condivisione. Dono come gesto spontaneo e non come elargizione del superfluo. Non a caso il visual della campagna vede la presenza di tre persone di etnia differente, un giovane uomo, una giovane donna e una bambina, l’utenza tipo dell’emporio, vestiti di sacchi neri della spazzatura: il richiamo al rifiuto è in contrapposizione alla necessità del dono di un indumento.

L’invito, dunque, è quello di donare vestiti nuovi o usati in buono stato: non capi bucati, macchiati o rattoppati, maglioni infeltriti, vestiti strappati o tagliati, indumenti per le persone anziane perché non sono gli utenti “tipo” dell’emporio. Attualmente i beneficiari di Vestilbene sono infatti per lo più persone giovani: italiani (44 %) e stranieri (56 %).Tra gli italiani, l’80% vive nel nostro comune, il 20% è senza fissa dimora. Tra gli stranieri il 63% proviene dall’Africa, il 25% dall’Europa, l’8% dall’Asia e infine il 4% dall’America. Vestilbene è frequentato soprattutto da donne (60%) di età compresa fra i 23 e 60 anni. I bambini rappresentano il 30% del totale. Sono quindi persone giovani e l’emporio ha bisogno di indumenti per questo tipo di utenti. «Vestilbene non è solo dono di un vestito – dichiara Carlo Niccoli, presidente Ss. Annunziata – ma è rapporto umano, valorizzazione della persona e della sua dignità. L’utente acquista la dignità del cliente, perché trova locali accoglienti e ha la possibilità di scegliere il vestiario».

«Vestilbene è stato inaugurato a dicembre – spiega Stefano Ancona, operatore SS. Annunziata – ed è un vero e proprio mercato dell’abbigliamento. Utilizzando una tessera a punti, gli utenti scelgono gli indumenti e, in questo modo, vengono rispettate l’autonomia e la dignità della persona e si contribuisce a responsabilizzare l’utente nella gestione delle proprie necessità.

Si tratta di una profonda evoluzione del “magazzino vestiario”, attivo ormai da decenni nella nostra diocesi, un servizio che ha avuto la capacità di innovarsi e riqualificarsi grazie ad un’attenzione costante ai bisogni del territorio e ad una particolare cura di tutti i volontari che, quotidianamente, portano avanti il servizio. I locali sono stati completamente ristrutturati, rinnovati e riorganizzati, e il nuovo ambiente è più funzionale e confortevole. Come ogni negozio che si rispetti, Vestilbene ha infatti scaffali, corsie, indumenti selezionati e divisi per tipologia, taglia e stagione».

Vestilbene

«Nel doppio binario in cui si muove la Caritas – spiega Simone Breccia, direttore della Caritas – ovvero l’attenzione agli ultimi e l’attenzione educativa alla comunità, nascono il progetto Vestilbene e la campagna di comunicazione». «È importante far crescere il senso di comunità – dice Emma Capogrossi, assessore ai Servizi Sociali – ognuno può fare qualcosa e prendersi cura degli altri».

L’arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo Angelo Spina ha sottolineato che «bisogna passare dalla cultura dello scarto a quella della condivisione. Vorrei fare un riferimento biblico. Giovanni Battista disse: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da mangiare dia il cibo a chi non ne ha”, e Gesù nel Vangelo disse: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito”. Poi un vescovo, san Martino di Tours, un giorno vide un povero e il mantello che indossava lo divise in due. Questo gesto ci fa capire cosa è la condivisione, lui donò un indumento che utilizzava, non un rifiuto».

Per la Caritas è importante che il dono sia responsabile, evitando l’effetto “svuota-armadio”. Per questo motivo sono attivi diversi metodi per entrare in contatto con Vestilbene e chiedere quali indumenti sono utili per l’emporio. I cittadini possono chiamare il numero 071201512, visitare la pagina Facebook @vestilbene, navigare sul sito www.vestilbene.it, oppure scrivere un messaggio WhatsApp al 3346231105. I cittadini possono donare il vestiario nei seguenti orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 11; martedì e giovedì dalle 16 alle 18, in via Podesti 12.

DONA UN ABITO, NON UN RIFIUTO

DONA UN ABITO, NON UN RIFIUTO è lo slogan della campagna di comunicazione relativa a Vestilbene, l'Emporio del vestire solidale della città di Ancona, realizzato dall'Associazione SS. Annunziata Onlus, braccio operativo della Caritas Diocesana Ancona-Osimo con il contributo della Fondazione Cariverona

Pubblicato da Vestilbene su Giovedì 11 luglio 2019

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