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Decreto Lavoro, le misure salienti per le famiglie. Cgil boccia il provvedimento

Il provvedimento varato dal Governo il 1° maggio contiene una serie di novità, ma il sindacato è critico. Ecco le ragioni della mobilitazione nazionale

Foto di SnapwireSnaps da Pixabay

ANCONA – Stop al reddito di cittadinanza e via all’assegno di inclusione, maggiorazione dell’assegno unico per i figli a carico, meno burocrazia per le imprese, incentivi per chi assume percettori di assegno di inclusione e neet, via allo strumento di attivazione. Sono alcune delle novità contenute nel Decreto Lavoro varato dal Governo il primo maggio, giorno della festa dei lavoratori.

L’assegno di inclusione

L’assegno di inclusione, che rimpiazza il reddito di cittadinanza, debutterà a gennaio e potranno beneficiarne i nuclei con persone disabili, minori, over 60 per un importo fino a 6mila euro l’anno, ovvero 500 euro al mese, più un contributo affitto (solo per le locazioni regolari) di 3.360 euro l’anno, pari a 280 al mese.

Nei casi in cui il nucleo famigliare è costituito solo da persone sopra i 67 anni di età o disabili gravi l’importo mensile sale a 630 euro, più un contributo di 150 euro per l’affitto. Una misura che verrà erogata per 18 mesi, e che potrà essere rinnovata per 12 mesi dopo un mese di stop.

Potranno richiedere il sostegno le persone residenti in Italia da almeno cinque anni, con un Isee che non supera i 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza, un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini Isee, diverso dalla casa di abitazione e non superiore a 150mila euro. Inoltre i beneficiari non possono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 o motoveicoli di cilindrata superiore a 250. In caso di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, scatta la reclusione da 2 a 6 anni. La richiesta va presentata all’Inps.

Assegno unico maggiorato

La maggiorazione dell’assegno unico universale, riservato ai genitori con figli a carico, è prevista solo per i nuclei in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, anche per i figli minori appartenenti a nuclei dove, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore perché l’altro è deceduto. La maggiorazione è riconosciuta per ogni figlio minorenne presente nel nucleo familiare.

Giuseppe Santarelli

«Negativo» il giudizio del segretario generale Cgil Marche Giuseppe Santarelli, secondo il quale «la misura dell’abbattimento del cuneo fiscale è troppo breve (da luglio a novembre) e non risolutiva. Avevamo chiesto una rimodulazione delle aliquote fiscali, ma il governo invece sta andando verso una aliquota unica, un provvedimento che non ci trova d’accordo».

L’altra nota dolente per il sindacato è la misura relativa ai contratti a tempo determinato: «Se prima con il decreto dignità si poteva procedere fino a 4 proroghe e si potevano oltrepassare i 12 mesi quando erano presenti alcune condizioni, ora – spiega Santarelli – con l’eliminazione delle causali c’è una liberalizzazione del tempo determinato che incrementerà la precarietà nel mondo del lavoro, un problema che già affligge il Paese e le Marche».

Tra le critiche mosse c’è anche quella allo stop al Reddito di Cittadinanza «con la riduzione della platea dei beneficiari e la distinzione tra occupabile e non occupabile che avviene in una fase in cui la povertà sta aumentando. Il Censis stima in Italia 5 milioni e 600mila persone in povertà assoluta, mentre l’Istat parla di 4 milioni di persone che anche se lavorano sono povere. Non possiamo tollerare queste politiche anti-sociali e di taglio imponente alle risorse destinate alla povertà – osserva – e critiche sono arrivate anche dalle associazioni cattoliche».

Santarelli annuncia che sabato dalle Marche partirà un migliaio di persone per prendere parte alla manifestazione interregionale promossa in maniera unitaria da Cgil, Cisl e Uil a Bologna contro le misure adottate dal governo e spiega che la mobilitazione andrà avanti se non si giungerà a un punto di intesa.