Ancona-Osimo

Traffico di alcolici senza pagare l’Iva, in due a processo

Sono stati rinviati a giudizio ieri nella prima udienza preliminare che riguarda gli arresti della guardia di finanza avvenuti a fine settembre 2017 nell'ambito dell'operazione “Meeting”. Finirono in manette anche 5 persone tra anconetani e residenti in città perché impegnati nel lavoro al porto

Porto di Ancona

ANCONA – Maxi contrabbando di alcolici ed evasione fiscale, passando dal porto dorico, due broker a processo. Sono stati rinviati a giudizio ieri nella prima udienza preliminare che riguarda gli arresti della guardia di finanza avvenuti a fine settembre 2017 nell’ambito dell’operazione “Meeting” (inizialmente 8 poi saliti ad 11).

Una vasta operazione che aveva permesso alle fiamme gialle di disarticolare un sodalizio criminale operante su tutto il territorio nazionale che, attraverso la presentazione di documenti doganali falsi, faceva risultare esportata dal porto del capoluogo di regione verso i paesi dell’Africa centrale, merce proveniente in regime di sospensione d’imposta dai depositi fiscali di altri paesi Europei.

Per due degli arrestati che hanno scelto il rito ordinario si aprirà il processo il prossimo 25 ottobre. Si tratta di A. C., 54 anni, di Catania ma residente a Londra, e Z. C., 52 anni, romeno. Il primo è ritenuto dagli inquirenti il vertice dell’organizzazione a delinquere trasnazionale mentre l’altro sarebbe uno dei principali finanziatori del sodalizio criminale. Nell’operazione finirono in manette anche 5 persone tra anconetani e residenti in città perché impegnati nel lavoro al porto. Un funzionario delle dogane G.R.D.L di 66 anni, in servizio allo scalo dorico, una guardia giurata L.D.M., di 57 anni, due spedizionieri L.P., 36 anni e A.D., 39 anni, e un 39enne che ha fatto da tramite solo per alcune spedizioni, D.P.. In due hanno fatto richiesta di patteggiamento, gli altri hanno chiesto al gup Sergio Casarella l’abbreviato.

Agli arrestati vengono contestati a vario titolo l’associazione a delinquere di carattere trasnazionale, la corruzione, il falso e reati tributari. Sono stati quantificati in circa 1.200 tonnellate i vari prodotti, prevalentemente alcolici, consumati in frode dal gruppetto, per un valore commerciale di oltre 6 milioni di euro ed un’evasione dell’accisa e dell’Iva di 4 milioni di euro, stando alle stime della guardia di finanza. Gli “anconetani” sarebbero stati guidati da un interlocutore perugino di 58 anni, M.B.. Per lui, che ha scelto di procedere con il rito ordinario, la richiesta di rinvio a giudizio si deciderà nell’udienza del 27 settembre. M. B. si sarebbe avvalso di un braccio destro L. P., residente a Roma, 58 anni anche lui, per tenere i contatti con il vertice a Londra. Tutti e due rientrano tra gli 11 arresti. L. P. ha chiesto anche lui il rito abbreviato. I due rinviati a giudizio ora sono stati collocati ai domiciliari. Il gup ha accolto le richieste dei legali Francesca Petruzzo per il catanese e Annamaria Lovelli e Fabrizio d’Amico per il romeno.

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