Ancona-Osimo

Polverigi, rifiuti pericolosi in un capannone: il Noe sequestra l’area

Dai militari sono stati trovati, tra le altre cose, batterie al piombo e alcaline, lampade al neon, fusti contenenti residui di sostanze chimiche, vernici tossiche. E poi una grande quantità di apparecchiature elettriche e elettroniche, tutto accatastato alla rinfusa e tutto senza documentazione. I gestori dell’attività sono stati denunciati per inquinamento ambientale

Il capannone nella campagna Polverigi con il materiale sequestrato dai militari del Noe

POLVERIGI – I militari del Noe, Nucleo operativo ecologico, di Ancona, assieme al personale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Regione Marche, sono intervenuti in una zona rurale e industriale di Polverigi dove hanno eseguito un’attività ispettiva in una ditta che opera nel settore della commercializzazione di apparecchiature elettroniche.

I gestori dell’azienda erano sprovvisti dei titoli autorizzativi commerciali e ambientali e sono stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, dei quali non è stata fornita documentazione attestante la provenienza e la tracciabilità. Si tratta di rifiuti costituiti per la gran parte da R.a.e.e. (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), batterie al piombo e alcaline, lampade al neon, fusti contenenti residui di sostanze chimiche con caratteristiche di pericolosità, condensatori e cavi elettrici, alimentatori e motori elettrici, pneumatici, legname di varie tipologie, cartoni, vernici tossiche e altamente infiammabili, utensili, strumentazione di vario genere, postazioni di lavoro utilizzate per lo svolgimento e la gestione dell’attività illecita.

La situazione riscontrata dai militari sul posto, accanto ai quantitativi di rifiuti, anche di natura pericolosa, accatastati alla rinfusa, compresi ammassi di carta e cartone altamente infiammabili, ha portato gli stessi a dedurre che l’immobile avesse problemi anche sotto il profilo della sicurezza dei luoghi di lavoro e della normativa antincendio.

L’area è stata sequestrata con il capannone e i gestori dell’attività denunciati perché ritenuti responsabili dei reati di inquinamento ambientale, impedimento al controllo, per aver gestito un centro di raccolta di R.a.e.e. all’interno di uno stabile industriale non idoneo e non autorizzato a tale scopo, e getto pericoloso di cose. L’esecuzione del sequestro è stata convalidata dal magistrato di turno della Procura di Ancona che ne ha assunto la direzione delle indagini.

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